Una decisione strettamente collegata al mancato ritiro delle sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina. Sanzioni che colpiscono in modo pesante le industrie del settore tecnologico e aerospaziale
A dare l’annuncio sui social media è Dmitry Rogozin, il direttore generale della Roscomos: “La Russia metterà fine alla sua collaborazione con la Stazione Spaziale Internazionale (Iss)”. Una decisione strettamente collegata al mancato ritiro delle sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina. Sanzioni che colpiscono in modo pesante le industrie del settore tecnologico e aerospaziale. L’agenzia spaziale russa chiederà dunque al Cremlino di non lavorare più con partner come la Nasa e l'Agenzia spaziale europea, ma anche con Canada e Giappone (GUERRA IN UCRAINA, il liveblog - lo Speciale).
La decisione
"Le proposte specifiche di Roscosmos sui tempi per terminare la cooperazione sulla ISS con le agenzie spaziali di Stati Uniti, Canada, Unione europea e Giappone saranno presentate al nostro governo a breve", ha dichiarato Rogozin sul suo canale Telegram. "Credo che il ripristino delle normali relazioni tra i partner sulla Stazione Spaziale Internazionale e su altri progetti comuni sia possibile solo se le sanzioni illegali saranno revocate completamente e incondizionatamente", ha aggiunto.
Le conseguenze
Senza la collaborazione russa la sopravvivenza e la sicurezza della ISS sarebbero seriamente compromesse. Washington e Mosca controllano infatti i moduli principali della Stazione Spaziale Internazionale (progetto cogestito da NASA, Roscomos, ESA, CSA-ASC e JAXA) e la collaborazione tra i due Paesi risulta fondamentale per mantenerla operativa. Se infatti gli Stati Uniti gestiscono il modulo che dà corrente a tutta la stazione, la Russia controlla quello legato alla propulsione che permette anche le fondamentali manovre per evitare gli impatti con la “spazzatura spaziale”.