La reporter, la sera del 14 marzo, in prima serata, ha fatto irruzione nello studio del tg del Canale Uno con un cartello di protesta con lo slogan “No War”. Dopo quel gesto la sua vita è cambiata per sempre. "Volevo far sapere al mondo che molti russi sono contro la guerra", ha detto a Che Tempo Che Fa
"Certo che ho paura. Sono una persona normale, un’abitante di Mosca, ho due figli che tiro su da sola e ho paura più per loro che per me stessa. Potrebbero aggredirli a scuola, o per strada". A dirlo è la giornalista russa Marina Ovsyannikova che, la sera del 14 marzo, in prima serata, ha fatto irruzione nello studio del tg del Canale Uno con un cartello di protesta con lo slogan “No War”. Dopo quel gesto sapeva che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Eppure, ha raccontato in collegamento a Che Tempo Che Fa, "volevo far sapere al mondo che molti russi sono contro la guerra" (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).
"Mi sento sola"
Ovsyannikova rischia fino a 15 anni di carcere. Intanto la donna racconta che dal lavoro "più nessuno si è fatto sentire. Le persone su cui contavo sono scomparse. Ho incontrato altre persone, più affini a me. Ma certo mi sento sola". Quando è tornata nel parcheggio dello studio tv per riprendere la sua auto, “ho trovato le gomme bucate e il motore che non funzionava. Penso sia stata proprio la sicurezza del canale tv”. La giornalista ha poi aggiunto: “Quando è iniziata la guerra avevo deciso che mi sarei licenziata, perché i miei punti di vista non corrispondevano alla linea editoriale. Volevo protestare in piazza ma vedevo che la gente non riusciva a tirare fuori i cartelloni, così ho avuto un’idea diversa”. Sul futuro, la reporter non ha dubbi: non lascerà la Russia. “I russi non vogliono la guerra”, soffrono “insieme agli ucraini, anche perché la russofobia nel mondo è arrivata a livelli altissimi. Delle sanzioni soffrono non solo le élite e gli oligarchi, ma anche la gente semplice. Invece bisogna cercare il dialogo con la Russia", ha aggiunto.