Per il Paese sarà necessario un piano Marshall, ma prima si deve fermare la guerra e per farlo serve un tavolo di negoziazione ai massimi livelli. A lanciare l'appello è l'ex capo di stato del Costarica Oscar Arìas Sanchez, premio Nobel nel 1987 e mediatore per il Centro America. L'intervista a Sky TG24
Per l'Ucraina sarà necessario un piano Marshall, ma prima si deve fermare la guerra e per farlo serve un tavolo di negoziazione ai massimi livelli. A lanciare l'appello è il segretariato dei Premi Nobel della pace tramite il suo presidente, l'ex capo di stato del Costarica Oscar Arìas Sanchez, premio Nobel nel 1987 e mediatore per il centro America (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI - I VIDEO E I REPORTAGE DI SKY TG24).
Presidente, nell'appello diffuso fate riferimento alla reazione dell'Occidente che fino ad ora ha agito secondo la logica delle sanzioni alla Russia e armando la resistenza ucraina. Chiedete un tavolo negoziale di più alto livello, ma come si potrà raggiungere secondo voi?
"Ho sollecitato una negoziazione ai massimi livelli, con la presenza dei capi di Stato. Quello che abbiamo suggerito è che dovrebbero esserci Putin, Zelensky, due o tre rappresentanti dell’Ue, il primo ministro del Regno Unito e il presidente Biden. A questo livello è possibile trovare un accordo. Ma la guerra continua, tutti i giorni. Per sedersi a negoziare serve una volontà politica".
Quali saranno le ripercussioni di questo conflitto nel mondo?
"Tutti perderemo. Il popolo russo non vincerà a causa delle sanzioni, dell’inflazione, della disoccupazione. E lo stesso accadrà nel resto del mondo. Tutti sanno che il mondo dipende in buona parte dai cereali prodotti in Ucraina e che l’Ucraina è il granaio del mondo".
L’Europa sta affrontando un’emergenza umanitaria che potrebbe cambiare le future politiche di accoglienza. Ma secondo lei la Russia è stata sottovalutata negli anni?
"Non so se è stata sottovalutata ma c’è stata un’imposizione della democrazia sul modello statunitense dalla fine della guerra fredda e non è stato un bene. L’Europa sta accogliendo milioni di persone che arrivano dall’Ucraina come non ha fatto in passato con le persone che arrivavano da altre latitudini. Di sicuro, sarà una crisi molto complessa che, ovviamente, richiederà un aiuto dai governi che dovranno essere un esempio di solidarietà da parte dei paesi più ricchi. Prima o poi sarà necessario un Piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Vedo che tutti i governi sono pronti ad inviare armi in Ucraina ma nessuno invia denaro per ricostruire l’Ucraina. Ora, certo, non si può perché stanno bombardando edifici, uccidendo civili, ma è la tappa successiva.
Da molti anni, dal 2008, Putin dice che non avrebbe tollerato né l’Ucraina né la Georgia nella Nato. La verità è che si è insistito e ora già è tardi. Ora Zelensky dice non mi interessa di entrare nella Nato ma è un peccato che non lo abbia detto prima".
Nella sua esperienza politica ha lavorato per risolvere i conflitti in centro America. Oggi testimoniamo una guerra in Europa, cosa dice a chi può sedersi al tavolo di negoziazione?
"Ricordiamo quello che diceva JFK, non negoziare per paura ma non aver paura di negoziare. Hanno nelle loro mani la possibilità di silenziare le armi in Ucraina".