
Ucraina, il reportage di Sky TG24 da Chernobyl: dalla centrale nucleare a Prypiat. FOTO
A quasi 36 anni di distanza dall'esplosione nucleare del 1986, la zona è ancora off limits. Una prima area di sicurezza di 60 chilometri di diametro e poi una exclusion zone di 20 chilometri di diametro. Eppure il luogo è stato scelto per esercitazioni militari: il rischio è quello di sollevare materiale radioattivo dal terreno. Radar per intercettare i missili balistici americani, case abbandonate, la centrale: il reportage di Sky TG24 dai luoghi della tragedia
Foto e testo dell'inviato Jacopo Arbarello

Visitare Chernobyl è un viaggio nel nostro passato. L’esplosione nucleare del 1986, la grande paura che si diffonde in tutta Europa. La zona è ancora off limits
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Una prima area di sicurezza di 60 chilometri di diametro e poi una exclusion zone di 20 chilometri di diametro, all’interno della quale non si può pernottare
Lettere dall'Ucraina, il reportage di Sky TG24
Per entrare ci sono controlli doganali e di polizia. Si viene forniti di un rilevatore di radioattività e si entra solo accompagnati da una guida
Le foto di Chernobyl e Prypiat, dal disastro a oggi
Il primo villaggio che incontriamo è Zalissya, prima della fuga qui abitavano 3 mila persone, adesso il bosco ha avvolto le case, le vie, anche l’imponente palazzo della cultura sovietica
Un fungo cresciuto a Chernobyl potrebbe permettere la vita su Marte
Dopo l’evacuazione alcuni residenti sono tornati a vivere qui tra queste case distrutte, isolati, e ci sono rimasti fino alla morte nei primi anni 2000. Dalle finestre si vedono ancora i resti della vita che fu
Ucraina, Nyt: "Un'invasione russa causerebbe migliaia di morti"
Proseguendo verso la centrale nucleare ci fanno fare una deviazione per andare ad ammirare forse il più impressionante dei relitti industriali sovietici sopravvissuti fino ai nostri giorni
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Le altre installazioni di questo genere sono infatti tutte state smantellate, questa no perché è nella zona di Chernobyl, all’interno della quale non si può toccare nulla. Si tratta di una enorme installazione di radar, costruiti negli anni ’70 con l’obiettivo di intercettare i missili balistici americani prima che potessero colpire obiettivi sovietici. Alti 150 metri, questi radar si estendono per centinaia di metri

Avvicinandosi ulteriormente si iniziano a vedere i segni della radioattività. Nel villaggio di Kopachi la maggior parte delle case sono state distrutte e seppellite sotto terra, avvolte dalla plastica. A ricordarle sono una collinetta e i cartelli gialli che invitano a stare lontano

Ed ecco finalmente la centrale, con i suoi quattro reattori, più il quinto mai ultimato. Qui davanti i turisti si fanno la foto ricordo. Dentro, a lavorare, sono ancora in 2.300. Devono mantenere in vita la centrale affinché non faccia ulteriori danni

Solo questo costa alle disastrate casse del governo ucraino 60 milioni all’anno. Mentre per costruire l’ultima calotta al reattore 4, quello che esplose, ci sono voluti oltre 2 miliardi di euro

L’Ucraina non li aveva, li ha dovuti chiedere a un consorzio di 40 paesi stranieri che l’hanno aiutata, anche perché le conseguenze delle scorie radioattive della centrale si estendono ben oltre i confini ucraini. Ad esempio, quasi la metà della zona interdetta è in territorio bielorusso

Accanto alla centrale c’è il cuore della visita, la città di Prypiat, i cui 49 mila abitanti sono stati rapidamente evacuati a meno di due giorni dalla tragedia

Prypiat era una città modello per l’Unione sovietica. Chi vi abitava aveva assegnata una casa con tante stanze quanti erano i figli della famiglia, c’erano i migliori ingegneri del mondo comunista, ristoranti, teatri, 15 asili e scuole per ragazzi e il primo supermercato dell’universo sovietico

Tutto abbandonato in poche ore, compreso lo stadio mai utilizzato e il parco giochi più fotografato del mondo, con la grande ruota mai entrata in funzione, simbolo mondiale di questa tragedia

Adesso Chernobyl e Prypiat sono una meta turistica importante per l’Ucraina, prima del Covid gli ingressi annuali erano almeno 100mila

Eppure l’esercito continua a compiere le sue esercitazioni tra queste strade, chiudendo l’accesso al pubblico per diversi giorni al mese

Una pratica che incontra le critiche e la preoccupazione delle guide e dei cittadini, perché le esplosioni e gli spari rischiano di sollevare materiale radioattivo sepolto sotto terra nel corso degli anni con il duro lavoro di 680 mila persone che si sono prestate, negli anni, a ripulire l’area dalle scorie radioattive

Non solo, questi luoghi, spettrali ma estremamente affascinanti, sono qui a futura memoria di una tragedia nazionale e internazionale

Gli Ucraini vogliono che diventino siti Unesco, e odiano vederli distrutti dai militari, anche se i soldati si esercitano per difendere il paese da una possibile invasione russa