Liliana Resinovich, sequestrati centinaia di oggetti a casa del marito Sebastiano Visintin

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Nella perquisizione durata circa 7 ore sono stati trovati utensili vari da taglio come coltelli, forbici e dei guanti. Visintin al momento è l'unico indagato, da quando la perizia del medico legale ha stabilito che la morte di Liliana Resinovich non è stata un suicidio. Il fratello della vittima a Sky TG24: "Io penso che movente sia economico"

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Proseguono le indagini per la morte di Liliana Resinovich. Indagini che hanno preso nuovo slancio da quando il marito, Sebastiano Visintin, è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati. Nella perquisizione dell’8 aprile nell'abitazione dell’uomo sono stati trovati e sequestrati centinaia di oggetti. Utensili vari da taglio come coltelli, forbici di dimensioni e forza diverse e un paio di guanti. La perquisizione è durata praticamente tutta la notte, circa 7 ore: la Polizia, su disposizione della nuova titolare dell'inchiesta, la pm Ilaria Iozzi, si è presentata in via del Verrocchio a tarda sera ed ha setacciato l'appartamento fino all'alba di mercoledì.

Fratello Liliana a Sky TG24: "Movente economico"

"Ma io penso che il movente sia prettamente economico". Lo ha detto il fratello di Liliana Resinovich, raggiunto da Sky TG24. "Perché il mio ex cognato non ha mai fatto niente tutta la vita. Lui era sempre e non ha lavorato. Mia sorella lavorava, faceva anche gli straordinari per lui, l'ha mantenuto tutta la vita". E sua sorella voleva andarsene? "Sì, voleva andarsene e non voleva perché mia sorella era buona, lasciarlo allo sbaraglio, e magari le cercava un appartamentino più piccolo, qualcosa. E, essendo lei, la persona che aveva maggiore entrata in famiglia, doveva in ogni caso mantenerlo in maniera appunto che veniva dopo, concordata, non so se tra i coniugi o con il giudice. E lei era disposta a tutto questo. Non le è stato permesso, lei non poteva andar via di casa".

Marito unico indagato

Sebastiano Visintin risulta fino a questo momento l'unica persona indagata per l'omicidio di Liliana, che scomparve di casa a Trieste il 14 dicembre 2021 e fu trovata, morta, il 5 gennaio 2022 nel parco di San Giovanni. Nella perquisizione della casa sarebbero stati sequestrati centinaia di oggetti potenzialmente contundenti: da sottolineare il fatto che Visintin aveva un vecchio laboratorio in cui praticava l'attività di arrotino che poi ha trasferito a casa. Dunque molti degli utensili potrebbero essere di proprietà di clienti.

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Escluso suicidio

La svolta che ha portato a iscrivere il marito di Liliana Resinovich nel registro degli indagati è arrivata dopo che il Gip Luigi Dainotti aveva disposto nuove e approfondite indagini. Fondamentali i risultati della consulenza medico legale che ha smontato l'ipotesi del suicidio della donna. Nelle oltre 200 pagine relative alla consulenza, si legge che Liliana è stata uccisa e che, "in via di elevata probabilità", la 63enne è morta "nella mattinata del 14 dicembre 2021 entro quattro ore dalla colazione". Cioè la mattina stessa in cui è scomparsa.

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