Ucraina, telefonata tra Draghi e Putin: impegno per soluzione della crisi

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In una conversazione telefonica il premier italiano sottolinea l'importanza della de-escalation delle tensioni. Putin: "Manterremo stabili forniture di gas all'Italia". Intanto avverte gli Usa: “Staremo sull'attenti, non ci tireremo indietro per minacce sanzioni”. Nella telefonata tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken: "Mosca non ha dato segni di de-escalation", hanno riferito gli Usa. Biden: “Continuiamo a cercare la via diplomatica ma siamo pronti a tutto”

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto stamattina una conversazione telefonica con il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Al centro dei colloqui vi sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali. Il presidente Draghi ha sottolineato l'importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi. Sono stati concordati un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi e l'esigenza di ricostruire un clima di fiducia. Putin ha confermato l'intenzione di Mosca di "continuare a sostenere stabili forniture di gas all'Italia". Nella conversazione "sono stati discussi alcuni temi dell'agenda bilaterale, in relazione in primo luogo alle interazioni commerciali ed economiche e alla sfera dell'energia", sottolinea il servizio stampa del Cremlino. La stessa fonte aggiunge che Putin ha illustrato a Draghi le richieste avanzate agli Usa e alla Nato in materia di garanzie di sicurezza. Intanto Mosca non si tirerà indietro di fronte alle minacce di sanzioni statunitensi sulla crisi. È quanto ha reso noto oggi l'ambasciata russa a Washington. Un avvertimento che arriva prima dell'atteso colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken. “Non ci tireremo indietro e staremo sull'attenti, ascoltando le minacce delle sanzioni statunitensi”, ha scritto l'ambasciata su Facebook, aggiungendo che "è Washington, non Mosca, a generare tensioni". Ieri, nella prima riunione del consiglio di sicurezza Onu dedicata alla temuta minaccia di un'invasione russa in Ucraina, ennesimo duro scontro Washington-Mosca. Ma la diplomazia continua a lavorare: Boris Johnson ha parlato con Vladimir Putin e oggi vola da Zelensky a Kiev, dove sono attesi nei prossimi giorni anche i ministri degli esteri francese, tedesco e polacco, dopo quello canadese.

La telefonata tra Lavrov-Blinken

Nell’attesa telefonata di oggi con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, il segretario di stato Usa Antony Blinken ha sollecitato Mosca "a perseguire la via diplomatica", chiedendo "una immediata de-escalation russa e il ritiro delle truppe e dell'equipaggiamento militare dai confini ucraini" e ammonendo che "una ulteriore invasione dell'Ucraina avrà conseguenze rapide e severe", riferisce il dipartimento di Stato Usa. "Il segretario di Stato ha sottolineato la disponibilità degli Usa, bilateralmente e insieme agli alleati e partner, a continuare uno scambio sostanziale con la Russia sulle nostre reciproche preoccupazioni di sicurezza, che intende fare in pieno coordinamento con i nostri partner e alleati", si legge nella nota. Blinken, inoltre, ha ribadito l'impegno Usa “verso la sovranità e l'integrità territoriale ucraina, come pure il diritto di tutti i Paesi a determinare le loro politiche estere e le loro alleanze". Serghei Lavrov "non ha fornito alcuna indicazione" di piani imminenti per una de-escalation in Ucraina, ha accusato Blinken. Secondo le fonti il prossimo passo sarà la consegna da parte di Mosca di una "risposta formale" convalidata dal presidente Vladimir Putin alla lettera inviata la scorsa settimana da Washington. "La porta della diplomazia rimane aperta”, ha confermato il segretario di stato Antony Blinken al collega russo. A confermarlo è la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, aggiungendo che "non sappiamo quale decisione prenderà Vladimir Putin" sull'Ucraina ma che un'invasione comporterà "conseguenze rapide e severe".

Biden: "Pronti a tutto quello che può accadere"

Ieri il presidente americano Joe Biden ha ribadito: gli Stati Uniti continuano a cercare una soluzione diplomatica alla crisi in Ucraina, ma sono "pronti a tutto quello che può accadere". Ha aggiunto che durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu gli Usa hanno spiegato la "portata della minaccia" della Russia. Biden ha parlato durante l'incontro con l'emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani alla Casa Bianca: "Continuiamo a cercare la via diplomatica come il modo migliore per andare avanti. Ma con la Russia che continua ad aumentare le sue truppe attorno all'Ucraina siamo pronti, qualunque cosa accada", ha dichiarato. Ha poi riferito di aver parlato con il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky giovedì scorso e che le due nazioni sono impegnate in uno sforzo diplomatico "non stop". Si muove anche l’Ue: il vice presidente e commissario economico dell'Ue Valdis Dombrovskis, nel corso della sua visita a Kiev, ha detto che “l'Unione Europea sta lavorando a un cospicuo pacchetto di sanzioni contro la Russia che include sanzioni personali, economiche, finanziare e commerciali. Il pacchetto è disegnato per scoraggiare la Russia da ulteriori azioni aggressive". "L'Ue - ha aggiunto - è determinata a sostenere l'Ucraina economicamente e politicamente".

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Mosca nega di aver consegnato una risposta scritta a Usa

Intanto, il Washington Post - citando un dirigente americano - ha fatto sapere che il governo russo avrebbe inviato una risposta scritta alla proposta Usa per la de-escalation della crisi ucraina e sul tema delle "garanzie di sicurezza" chieste dalla Russia. "Possiamo confermare che abbiamo ricevuto una risposta scritta dalla Russia. Sarebbe improduttivo negoziare in pubblico, quindi lasceremo alla Russia decidere se vogliono discutere la loro risposta", ha riferito la fonte. Più tardi, però, il vice ministro degli Esteri russo Aleksandr Grushko ha smentito la notizia: lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. "Questo non corrisponde alla realtà", ha detto Grushko a Ria Novosti.

Putin: “Usa usano Ucraina contro la Russia”

"La Nato sostiene la libertà di scelta dei Paesi, ma è impossibile rafforzare la sicurezza di qualcuno a spese degli altri", ha detto il presidente russo Vladimir Putin in merito alle garanzie di sicurezza chieste dalla Russia, in particolare in merito all'espansione del Patto atlantico verso est, compresa l'Ucraina. Il presidente russo ha accusato gli Usa di usare l'Ucraina come uno "strumento" per il contenimento della Russia. Putin ha dichiarato di sperare che Mosca e l'Occidente trovino una soluzione alla crisi attorno all'Ucraina. "Spero che alla fine troveremo questa soluzione, anche se non sarà semplice", ha affermato Putin.

epa09718155 Ukrainians attend an open military training for civil people on a training range in Kiev, Ukraine, 30 January 2022. According to a survey conducted by the Kiev International Institute of Sociology (KIIS) in December 2021 and published on 17 December 2021, the 50,2 percent of Ukrainians said they would resist in case of a Russian military intervention into their city, town or village. Every third respondent to the poll, the 33,3 percent, said they were ready to engage in armed resistance while the 21.7 percent said they were ready to participate in civil resistance actions.  EPA/SERGEY DOLZHENKO

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Johnson a Kiev: “Attacco russo sarebbe disastro umanitario”

Le trattative per scongiurare un precipitare della crisi coinvolgono ormai in prima persona i capi di governo di diversi Paesi europei. Il premier britannico Boris Johnson è arrivato a Kiev portando aiuti per 105 milioni di euro. In conferenza stampa a Kiev col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il primo ministro britannico ha detto che un attacco della Russia contro l'Ucraina sarebbe "un disastro politico, umanitario e militare”. Ha sottolineato che la Gran Bretagna è un alleato "sicuro e duraturo" per l'Ucraina e si è impegnato a sostenerla in particolare in questo momento. "Dobbiamo affrontare una triste realtà - ha detto il primo ministro - mentre siamo qui oggi più di 100mila soldati russi si stanno radunando al confine in quella che forse è la più grande dimostrazione di ostilità nei confronti dell'Ucraina nella nostra vita e quel potenziale dispiegamento fa impallidire i 30mila soldati che la Russia ha inviato a invadere la Crimea nel 2014". Johnson ha aggiunto: "Da allora 13mila ucraini sono stati uccisi e l'Ucraina è precipitata in quasi un decennio di guerra". La presenza di truppe russe vicino all'Ucraina è un "pericolo chiaro e presente", ha detto Johnson. "Vediamo un gran numero di truppe ammassate, vediamo i preparativi per tutti i tipi di operazioni coerenti con un'imminente campagna militare", ha aggiunto il primo ministro.

Zelensky: “Ucraini pronti a combattere fino alla fine”

Una guerra tra Ucraina e Russia sarebbe una "guerra europea a tutti gli effetti", ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso della conferenza stampa a Kiev con Johnson. Gli ucraini sono pronti a combattere "sino alla fine" nel caso in cui ci fosse un conflitto con la Russia, ha continuato il presidente ucraino. "I russi dovrebbero ascoltarci. Dovrebbero ascoltare e capire che la guerra è qualcosa di cui nessuno ha veramente bisogno", ha aggiunto Zelensky.

Alfieri

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