Barbados è diventata una repubblica: finito il dominio della corona britannica

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L’isola si è autoproclamata ufficialmente una repubblica, rimuovendo la regina Elisabetta II dal suo titolo di capo di Stato, in una cerimonia alla presenza del figlio, il principe Carlo. Il governatore generale Dame Sandra Mason ha prestato giuramento come primo presidente, dopo essere stata eletta a ottobre

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Barbados si è autoproclamata ufficialmente una repubblica, rimuovendo la regina Elisabetta II dal suo titolo di capo di Stato, in una cerimonia alla presenza del figlio, il principe Carlo. Durante questa cerimonia, lo Stendardo reale britannico è stato ritirato e il governatore generale Dame Sandra Mason ha prestato giuramento come primo presidente dell'isola caraibica. L'isola di 287.000 abitanti nota per le sue spiagge paradisiache, il suo rum e per aver dato i natali alla superstar mondiale Rihanna mette così fine a quattro secoli di sottomissione alla corona britannica. Il nuovo presidente era stato eletto in ottobre a suffragio universale diretto.

Addio alla Corona britannica

Allo scattare della mezzanotte locale (le 5 del mattino in Italia) Barbados è dunque diventata una repubblica parlamentare guidata da due donne. Nel settembre 2020 il micro Stato caraibico aveva proclamato unilateralmente il divorzio da Londra e stabilito come scadenza per il cambiamento costituzionale la data del 30 novembre 2021, in concomitanza con il 55mo anniversario dell'indipendenza dalla Gran Bretagna, risalente al 1966. Il Principe di Galles ha partecipato alla cerimonia al National Heroes Square in rappresentanza della Regina oltre ad intervenire nel suo ruolo di successore come capo del Commonwealth di cui Barbados è membro dal 1966 e continuerà a fare parte. Al suo arrivo all'aeroporto di Grantley Adams il principe Carlo è stato accolto da Dame Sandra Prunella Mason, finora rappresentante ufficiale della monarca britannica sull’isola caraibica in qualità di governatrice generale, che ha giurato come presidente.

Le parole di Mason e Mottley

"Abbiamo ottenuto l'indipendenza più di mezzo secolo fa. Ora il nostro Paese non può avere alcun dubbio sulle sue stesse capacità di autogestione" aveva dichiarato la governatrice generale nell'annunciare il divorzio dalla Corona britannica. "È giunto il momento di dire un vero addio al nostro passato coloniale. I cittadini barbadiani vogliono un capo di Stato barbadiano" aveva sottolineato la 72enne Mason, magistrato dalla lunga carriera politica, in carica dal 2012, eletta presidente il mese scorso. "Era tempo di lasciarci completamente alle spalle il nostro passato coloniale" gli ha fatto eco il primo ministro Mia Mottley nel suo ultimo discorso al trono, lo scorso settembre. Per la premier, formata alla London School of Economics ed ex presidentessa dalla Comunita’ dei Caraibi, questo passaggio costituzionale epocale rappresenta "un'occasione per l'isola di affermarsi e mostrare maggiore fiducia in se stessa”.

LONDON, ENGLAND - MARCH 23:   Dame Sandra Mason, governor general of Barbados, after she was made a Dame Grand Cross of the Order of St Michael and St George poses after receiving during an Investiture ceremony at Buckingham Palace on March 23, 2018 in London, England. (Photo by John Stillwell - WPA Pool/Getty Images)

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I dubbi

Tuttavia la nascita della repubblica parlamentare è accompagnata da voci critiche, timori per il futuro e divisioni politiche. Tra le voci più critiche c'e' quella di Verla De Peiza, presidente del Partito democratico laburista che accusa Mottley di "non aver coinvolto le altre forze politiche e di non aver fatto sapere il tipo di repubblica che ha in mente". Per il reverendo Guy Hewitt, prete anglicano che è stato alto commissario dell'isola a Londra dal 2014 al 2018, "il dibattito repubblicano serve solo a distogliere l'attenzione dalla realtà economica di Barbados, colpita dalla pandemia  di Covid-19, proprio perché dipendente dal turismo, oltre all'alto livello di disoccupazione e al costo della vita alle stelle".

Le polemiche su Carlo

Mentre il principe Carlo si trova a Bridgetown, in patria è inseguito da polemiche sul fatto che possa essere lui il "razzista della Famiglia Reale" - per essersi chiesto il colore della pelle dei figli di Harry e Meghan - secondo le rivelazioni contenute in un libro di Christopher Andersen dal titolo "Brothers and Wives: Inside the Privates Lives of William, Kate, Harry e Meghan", in uscita negli Usa.

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