Il capo della federazione mondiale che gestisce il circuito femminile: "Siamo pronti a ritirare tutte le nostre attività perché le accuse di stupro sono più importanti degli affari". L'atleta, 35 anni, a inizio novembre ha accusato di stupro l'ex vicepremier Zhang Gaoli e da allora non si sono avute più sue notizie. Direttore tabloid ultranazionalista esclude che la donna abbia subito ritorsioni
La Wta, federazione mondiale del tennis femminile, minaccia di annullare i tornei in Cina in assenza di chiarimenti sulla vicenda di Peng Shuai. "Siamo pienamente preparati a ritirare le nostre attività e ad affrontare tutte le complicazioni che ne seguiranno - ha affermato Steve Simon, numero uno della Wta, parlando alla Cnn -. Perché le accuse di stupro sono più importanti degli affari". Peng, 35 anni, ha accusato sui social media a inizio novembre l'ex vicepremier Zhang Gaoli di averla costretta a una relazione sessuale tre anni fa, prima di farne la sua amante. Da allora non si sono avute più sue notizie. Hu Xijin, il direttore del tabloid ultra-nazionalista cinese Global Times, ritiene che la tennista non abbia subito rappresaglie per le sue accuse lanciate sul web. Intanto anche la Casa Bianca si è detta "molto preoccupata" dalle notizie sulla scomparsa di Peng Shuai e si è unita alle richieste della comunità internazionale a Pechino di fornire prove su dove si trovi.
Wta disposta ad annullare dieci eventi in Cina nel 2022
Simon, che si è spinto oltre rispetto alla richiesta di un'indagine indipendente per far luce sul caso, ha detto al network americano che la Wta ha in programma dieci eventi in Cina per il 2022 per un valore di decine di milioni di dollari, ma che sarebbe disposta a ritirarli. "Siamo a un bivio nel nostro rapporto con la Cina e la nostra attività laggiù", ha osservato. Poi ha aggiunto che la Wta deve chiedere giustizia e non può scendere a compromessi: "Le donne devono essere rispettate e non censurate". La Cina è stata al centro dell'aggressiva espansione dell'associazione del tennis professionistico femminile nell'ultimo decennio, ospitando nove tornei nella stagione 2019, l'ultima prima dell'interruzione della pandemia di Covid-19, con un montepremi totale di 30,4 milioni di dollari. Allo stesso tempo, la Cina è sotto pressione su una serie di questioni relative ai diritti umani, nel mezzo delle crescenti richieste di boicottaggio delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. La posizione della Wta su Peng, se dovesse essere confermata, andrebbe molto oltre rispetto ad altre organizzazioni sportive che hanno lottato per bilanciare le richieste di tifosi e giocatori di opporsi alle violazioni dei diritti umani con la loro dipendenza dal mercato cinese.
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Il caso Peng Shuai
Peng Shuai ha postato il 2 novembre sul suo account Weibo, un social molto popolare in Cina, il post con le accuse, oscurato in pochissimo tempo. Da allora, la tennista, ex numero uno del ranking mondiale per il doppio grazie alle vittorie di Wimbledon e Parigi, non ha più comunicato col mondo esterno né si è presentata in pubblico, mentre Zhang Gaoli, componente del Comitato permanete del Politburo del Pcc dal 2013 al 2018, non ha mai reagito alle accuse. Mercoledì, il canale in lingua inglese Cgtn, parte della statale Cctv, ha svelato uno screenshot di un'email attribuita a Peng che sarebbe stata mandata alla Wta. Alla Cnn, Simon ha ribadito i suoi dubbi sull'autenticità del messaggio in cui la campionessa definisce "false" le sue accuse contro Zhang. "Non credo affatto sia la verità", ha rincarato, descrivendo l'email una "messa in scena. Se è stata costretta a scriverla, se qualcuno l'ha scritta per lei, non lo sappiamo, ma finché non le parleremo di persona non saremo rassicurati", ha concluso Simon. . Già nei giorni scorsi, la Wta aveva chiesto una risposta sulle condizioni della tennista, e molti tennisti del circuito professionistico - tra cui anche nomi molto noti come Serena Williams - e altri sportivi, come il calciatore Gerard Piquè, si erano uniti in un appello su Twitter per chiedere delucidazioni sulla sorte della tennista cinese.
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Direttore tabloid ultranazionalista cinese: "Non ha subito ritorsioni"
Hu Xijin, il direttore del tabloid ultra-nazionalista cinese Global Times, che si ritiene abbia connessioni con alti funzionari in Cina, , dal suo account Twitter, smentisce che la campionessa possa avere subito danni per quanto dichiarato il 2 novembre scorso dal suo account Weibo. "Come persona che ha familiarità con il sistema cinese, non credo che Peng Shuai abbia ricevuto rappresaglie e repressione di cui si specula sui media stranieri per la cosa di cui parla la gente", scrive il direttore del Global Times, senza scendere nel dettaglio delle accuse.