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Cleo Smith, il ritratto del rapitore Terry Kelly "ossessionato dalle bambole"

Mondo
©Ansa

La vera identità dell’uomo, 36enne già noto alle forze dell’ordine, non è ancora stata resa nota dalle autorità. È conosciuto come Terry Kelly. Negli scorsi giorni aveva destato sospetti nei vicini di casa: viveva da solo, ma era stato visto più volte acquistare dolciumi e pannolini. Sui social pubblicava foto insieme a bambole e giocattoli. La bimba di 4 anni è stata trovata nella sua abitazione. L'uomo ha tentato di ferirsi in cella sbattendo la testa contro pareti e finestre ed è stato trasportato in ospedale

Una vera ossessione per le bambole e tanti profili diversi sui social. Così viene descritta sui media australiani la persona identificata dalla polizia come il rapitore di Cleo Smith, la bimba di 4 anni scomparsa lo scorso 16 ottobre dal campeggio di Quobba Blowholes, in Australia, e ritrovata nel paesino di Tonkin Crescent, Carnavon, diciotto giorni dopo. La vera identità dell’uomo di 36 anni  che la teneva chiusa nella propria casa non è stata ancora fornita dalle autorità australiane. Soprannominato Terry Kelly, l'uomo è stato portato in un ospedale, a seguito di episodi autolesionistici compiuti nella cella dove era stato inizialmente rinchiuso.  Non è ancora stato formalmente accusato del rapimento, anche se - fa sapere la polizia - “è l’unico sospettato” nella vicenda.

Chi è Terry Kelly

La piccola è stata trovata intorno all’1 (ora australiana) nella notte di mercoledì 3 novembre. Nella piccola abitazione di legno in cui era stata rinchiusa, gli agenti l’avrebbero ritrovata circondata da decine di bambole e giocattoli. Kelly, hanno riferito i vicini di casa, viveva da solo e viene descritto come un uomo solitario. A far nascere i sospetti di un suo possibile coinvolgimento nella vicenda sono stati i suoi spostamenti negli scorsi giorni: è stato visto più volte entrare in negozi di giocattoli, dolciumi e pannolini. Già noto alle forze dell’ordine, sui suoi profili social Kelly era solito fotografarsi insieme a bambole e altri giocattoli per bambini. L’abitazione da cui è stata recuperata la piccola si trova a sette minuti a piedi dalla casa dove abita con i suoi genitori. 

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Episodi di autolesionismo

Secondo quanto riporta la stampa australiana, Kelly si sarebbe mostrato da subito collaborativo con le forze dell’ordine che lo hanno trasportato in carcere, dove però avrebbe tentato di farsi del male, sbattendo la testa contro le pareti e le finestre della sua cella. Per questo è stato trasferito dopo poche ore in una struttura ospedaliera, dove si dice sia stato sottoposto a perizia psichiatrica.

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Il ritrovamento

Dopo il ritrovamento, la bambina è stata portata in ospedale. Sarebbe in buone condizioni di salute. La prima cosa che avrebbe detto agli agenti di polizia sarebbe stata “Mi chiamo Cleo”, seduta al buio in un letto nella casa di legno di Kelly. La madre ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram per ringraziare le forze dell’ordine. Le prime indiscrezioni dopo la scomparsa avevano ipotizzato un coinvolgimento della famiglia. Il vice-capo della polizia Col Blanch, in un’intervista al Guardian, ha duramente criticato la stampa australiana: “Il messaggio a tutti è di non fare conclusioni affrettate senza avere un quadro completo della situazione”.

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