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Turchia, Erdogan caccia dieci ambasciatori occidentali

Mondo

Lorenzo Borga

Il presidente turco ha ordinato al ministero degli Esteri di dichiarare "persona non grata" 10 ambasciatori, tra i quali quelli di Stati Uniti, Germania e Francia. La contestazione fatta ai diplomatici è di aver chiesto il rilascio del filantropo Osman Kavala. Sassoli parla di deriva autoritaria

Si complicano le relazioni diplomatiche tra l’Occidente e la Turchia. Dieci ambasciatori, di Canada, Francia, Finlandia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Stati Uniti, sono stati dichiarati persone non grate, cioè non gradite in Turchia, da Tayyip Erdogan. Il presidente turco in un comizio ha infatti criticato la mossa dei 10 paesi occidentali di richiedere il rilascio dell’imprenditore dissidente Osman Kavala, incarcerato dal 2017 senza un processo.

Ambasciatori "impudenti"

Erdogan ha definito “impudenti” gli ambasciatori e li ha minacciati che se non impareranno a conoscere la Turchia dovranno andarsene dal paese. Quella del presidente turco per ora rimane una minaccia, perché ai diplomatici non è stato recapitato l’ordine formale di uscire dal paese. La decisione sarebbe senza precedenti e alzerebbe la tensione anche all’interno della Nato, di cui sono membri sette dei paesi interessati, come è anche la Turchia.

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La critica dell'Europarlamento

In carcere da oltre quattro anni, Osman Kavala è accusato di avere avuto un ruolo nelle proteste democratiche a Gezi Park nel 2013 e nel fallito colpo di stato del 2016. Il mecenate e attivista per i diritti umani si è sempre detto innocente, come lo aveva dichiarato anche un giudice turco che l'anno scorso ne aveva deciso la liberazione. Kavala allora fu re-incarcerato poche ore dopo essere tornato in libertà mentre il giudice fu sottoposto a un procedimento disciplinare. Il presidente dell’Europarlamento David Sassoli ha twittato criticando le parole di Erdogan, definendole un segno della grave deriva autoritaria in atto.

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