Israele, catturati anche gli ultimi due detenuti palestinesi evasi

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Questa notte è arrivata la cattura degli ultimi due fuggiaschi, individuati grazie a informazioni d'intelligence in un edificio a Jenin. Nei giorni scorsi erano stati già ricatturati anche gli altri 4 prigionieri fuggiti dal penitenziario di Gilboa il 6 settembre. Il primo ministro Bennett: "È finita". La spettacolare evasione aveva suscitato entusiasmo nei Territori palestinesi e forti critiche verso la gestione delle carceri israeliane 

Sono stati catturati tutti e 6 i detenuti palestinesi che erano evasi il 6 settembre dal carcere di Gilboa, nel Nord di Israele, scavando un tunnel sotto la cella. I fuggiaschi erano 5 affiliati della Jihad islamica e un ex comandante a Jenin delle Brigate martiri di al-Aqsa, braccio armato di al-Fatah. Il caso aveva rappresentato uno smacco per le autorità israeliane che avevano lanciato un'imponente caccia all'uomo per rintracciare gli evasi. Qualche giorno dopo la fuga, le forze armate israeliane avevano arrestato i primi quattro evasi. Poi, questa notte, è arrivata la cattura degli ultimi due, individuati grazie a informazioni d'intelligence in un edificio a Jenin. Accerchiati dalle forze di sicurezza, si sono arresi e sono usciti disarmati.

Presi gli ultimi due evasi

Gli ultimi due latitanti erano Ayham Kamamji, 35 anni, e Munadel Infeiat, 26, entrambi membri della Jihad islamica. I due uomini "sono attualmente interrogati", fanno sapere da Israele. Originario di Kafr Dan, vicino a Jenin, Kamamji è stato arrestato nel 2006 e condannato all'ergastolo per il rapimento e l'omicidio di Eliahou Asheri, un giovane colono israeliano. Infeiat era stato invece arrestato nel 2020 ed era in attesa di condanna dopo essere stato incarcerato in diverse occasioni in passato per le sue attività all'interno della Jihad islamica.

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Bennett: "È finita"

A dare l’annuncio della cattura di tutti gli evasi è stato il premier israeliano, Naftali Bennett: “È finita", ha scritto su Twitter, “tutti e 6 i terroristi sono stati catturati e riportati in prigione, in un'operazione impressionante, sofisticata e rapida da parte del Gss, della polizia e dell'Idf".

Le reazioni e le critiche per la maxi evasione

La maxi evasione aveva suscitato entusiasmo nei Territori palestinesi e forte tensione nelle carceri israeliane dove le autorità avevano impresso un giro di vite, con perquisizioni delle celle, aumento del numero di guardie e trasferimento dei detenuti affiliati alla Jihad islamica tra le varie prigioni di massima sicurezza nel Paese, in modo che ci fosse un solo prigioniero della fazione palestinese per cella. La decisione aveva suscitato proteste e scontri in diversi istituti di pena.

Il piano e la fuga dei detenuti

Le autorità israeliane sono state subissate di critiche per la fuga spettacolare, avvenuta senza che le guardie si accorgessero di niente. Stando alle testimonianze degli stessi evasi, il piano era partito lo scorso 14 dicembre: per 9 mesi i prigionieri hanno scavato sotto il lavandino della cella numero 5 dell'ala 2 della prigione di Gilboa, usando manici di pentole e piatti come pale improvvisate. Dopo aver aperto un buco nel pavimento, hanno scoperto uno spazio tra i pali delle fondamenta, riuscendo così a far avanzare il tunnel fino a passare sotto la torre di guardia e le mura della prigione. Come ha denunciato la stampa, le planimetrie complete del carcere erano disponibili online da anni sul sito dell'architetto che ha progettato la struttura. La fuga era stata pianificata per due giorni dopo rispetto a quando poi è effettivamente avvenuta, ma era stata anticipata per timore che le guardie notassero il terriccio estratto. Alla vigilia dell'evasione, uno dei 6 si era fatto trasferire di cella insieme agli altri. Le indagini hanno inoltre appurato che la notte della fuga la guardia di turno alla torre dormiva e non c'era nessuno a controllare le telecamere di sicurezza. I 6 sono quindi scappati indisturbati ma sono stati notati da un tassista di passaggio che ha poi informato la polizia.

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