Elezioni Russia, il partito di Putin avanti con il 41% dei voti, i comunisti al 23,9%

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Seggi chiusi nel Paese, dove i cittadini sono stati chiamati alle urne per eleggere i deputati della Duma. Con il 15% delle schede scrutinate, Russia Unita è al primo posto, seguita dal Partito Comunista, dal Partito Liberale Democratico (9%), dalla sorpresa Nuovo Popolo (7,3%) e da Russia Giusta al 7%

Seggi chiusi in Russia, dove 110 milioni di cittadini sono stati chiamati alle urne per eleggere i deputati della Duma. A vincere le elezioni legislative sarebbe Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Con il 15,01% delle schede scrutinate, Russia Unita è aò 41,17% dei voti, riferisce la Commissione elettorale centrale. Il Partito Comunista è secondo con il 23,9% ed è seguito dal Partito Liberal-Democratico (LDPR) col 9,07%, da Nuovo Popolo (centrodestra) col 7,32% e da Russia Giusta (6,97%). Finora 5 partiti hanno superato la soglia del 5% per entrare nella Duma. Nuovo Popolo entrerebbe a sorpresa in Parlamento, anche se non inserito lista degli exit poll. Alcuni osservatori lo ritengono un partito creato a tavolino dal Cremlino per dragare voti tra gli scontenti. Gli exit poll davano Russia Unita al 45% e i comunisti al 21%, al terzo posto (8,7%) il Partito Liberale Democratico e infine Russia Giusta al 7,9%. L'affluenza, alle 18 locali, era del 45,15%. Le urne sono state aperte per tre giorni, dal 17 al 19 settembre, con la possibilità di votare anche online.

Gli exit poll assegnano la vittoria al partito di Putin

Stando agli exit poll Russia Unita sarebbe avanti in 130 collegi uninominali (sui 225 in palio), il Partito Comunista ne prenderebbe 10 e Russia Giusta 5. A dare i primi numeri è Ria Novosti, che cita i dati diffusi da Insomar. Il sistema per le elezioni alla Duma prevede una lista federale nazionale, in cui si vota per i partiti (225 i seggi in palio), e una basata sui collegi uninominali (dove si vota col maggioritario per un candidato), dove in palio ci sono altri 225 seggi. Molti osservatori, già nei giorni scorsi, erano sicuri che Russia Unita avrebbe mantenuto il controllo del Parlamento. Resta però da capire con quale maggioranza. Nelle precedenti elezioni parlamentari, nel 2016, Russia Unita aveva ricevuto ufficialmente il 54,2% dei voti e aveva ottenuto 343 deputati su 450: una maggioranza qualificata dei due terzi che consente di riformare la Costituzione. Il Partito comunista nel 2016 aveva ottenuto il 13,3% dei voti. Sarà poi interessante vedere chi nei collegi uninominali riuscirà a spuntarla, se tra loro ci saranno nomi “scomodi” o figure innocue. È qui che si vedrà se il voto intelligente chiesto da Alexei Navalny ha avuto un impatto. "Andate a votare, non siate pigri", ha incalzato l'oppositore dal carcere.

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Le denunce di brogli

In attesa dei risultati definitivi, in tutto il Paese si sono moltiplicate le denunce di brogli, con tanto di video online in cui si vedono tutti i trucchi usati per infarcire le urne di voti (per Russia Unita). Per le autorità sono filmati “fake” e la Commissione Elettorale Centrale ha parlato di 12 irregolarità in otto regioni. L'Ong Golos, che monitora il corretto svolgimento del processo elettorale, ha invece tracciato migliaia d'infrazioni. Ma Golos è stata bollata come agente “straniero” e accusata di voler screditare le elezioni. Diversi analisti nei giorni scorsi hanno parlato di un basso livello di sorveglianza, visto che non ci sono gli osservatori dell'Osce, si teme ci siano state pressioni sui dipendenti pubblici e secondo diverse voci critiche la decisione di spalmare il voto su tre giorni per l'epidemia di Covid potrebbe aver favorito eventuali irregolarità. Il voto online, nelle regioni dove è stato ammesso, ha spopolato (è stato usato anche da Putin): a Mosca oltre 2 milioni di persone si sono registrate e lì l'affluenza supera il 96%. Ma resta il dubbio della regolarità. I critici di Putin sostengono che il voto digitale sia solo un mezzo in più per poter “taroccare” il risultato.

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