In un'intervista a France Press, il segretario generale ha ribadito i doveri della comunità internazionale. Anche Cina e il Fronte di resistenza nazionale hanno aperto a un confronto con gli Studenti del Corano per cessare i combattimenti
“Il nostro dovere è di estendere la nostra solidarietà a un popolo che soffre molto”, ha affermato Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, in un’intervista alla France Press, “milioni e milioni rischiano di morire di fame”.
"Situazione imprevedibile"
Continua il dibattito internazionale riguardo il nuovo governo talebani in Afghanistan: “Vogliono essere riconosciuti, vogliono che le sanzioni siano abolite, vogliono il sostegno finanziario”, ha continuato il numero uno dell’Onu. “Dobbiamo mantenere un dialogo con i talebani”, anche se come ribadisce lo stesso Guterres: “Non ci sono garanzie. La situazione è imprevedibile e per questo dobbiamo coinvolgerli se vogliamo che l’Afghanistan non sia un centro di terrorismo, se vogliamo che le donne e le ragazze non perdano tutti i diritti acquisiti”. Il timore principale della comunità internazionale è che l’esempio degli Studenti del Corano possa essere emulato dai gruppi jihadisti.
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Le aperture di Cina e Massoud
L’apertura al dialogo dell’Onu arriva dopo che negli ultimi giorni sia la Cina che lo stesso Massoud, leader del Fronte di Resistenza nazionale, hanno annunciato che ascolteranno le proposte di negoziato che arriveranno dai leader religiosi in modo tale da porre fine ai combattimenti. “Dialogo non è riconoscimento”, aveva ribadito Gunnar Wiegand, direttore per l’Asia e il Pacifico del Servizio europeo al Parlamento di Bruxelles. Sembra quindi delinearsi una strategia comune anche in Europa per gestire la situazione afghana.