Beirut, un anno dall'esplosione del porto. Scontri tra polizia e manifestanti, 54 i feriti

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Il 4 agosto del 2020 si verificò la deflagrazione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate da anni nel porto di Beirut. Ad oggi non sono stati individuati i responsabili del tragico incidente. Marce di protesta dei cittadini e tafferugli con le forze dell'ordine

Ricorre oggi il primo anniversario dell'esplosione al porto di Beirut, in Libano. Il 4 agosto 2020 un deposito che conteneva nitrato di ammonio è esploso uccidendo 217 persone, ferendone 7.000 e costringendo 30.000 persone ad abbandonare le proprie case. Nonostante le autorità abbiano promesso indagini veloci, dopo dodici mesi l'inchiesta è ferma, bloccata secondo molti osservatori da veti incrociati per evitare di far emergere responsabilità politiche e amministrative. Nel giorno della commemorazione sono state organizzate marce di protesta e sono in corso scontri tra la polizia schierata in tenuta anti-sommossa che ha sparato lacrimogeni, e attivisti che hanno lanciato pietre e hanno tentato di forzare le inferiate che bloccano l'accesso al perimetro della sede del parlamento, in Place de l'Etoile. Secondo la Croce rossa i feriti sono almeno 54, la maggior parte dei quali sono tra i manifestanti ma ci sono anche alcuni agenti.

Manifestanti sfondano l'area del parlamento 

Gli scontri sono scoppiati quando gruppi di manifestanti antigovernativi libanesi hanno tentato di penetrare nella super-fortificata zona del parlamento nel centro di Beirut, poco lontano da dove migliaia di persone si sono radunate oggi per ricordare il primo anniversario della devastante esplosione. La polizia ha intanto smentito la notizia circa l'uso di proiettili di gomma sparati contro i manifestanti. Questi tentano di sfondare le barriere metalliche erette da più di un anno nei pressi di Place de l'Etoile a Beirut a protezione del perimetro dentro cui si trova la sede del parlamento libanese. Centinaia di persone si stanno radunando anche nella vicina piazza dei Martiri per proseguire la manifestazione antigovernativa coincisa con la commemorazione per il disastro del 4 agosto 2020.

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Un Paese in crisi: mancano cibo e medicinali

L'esplosione ha avuto profonde ricadute sul Paese. Pochi giorni dopo la deflagrazione, è caduto il governo di Hassan Diab. Da allora, il Paese dei Cedri non ha ancora un nuovo esecutivo. Intanto l'economia si è avvitata in una crisi sempre più profonda. La lira libanese ha perso quasi interamente il suo valore. Mancano i medicinali e molti alimenti base hanno subito forti rincari dei prezzi.

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