È stato accusato formalmente insieme a tre ex ministri per "negligenza", "mancanze" e per "aver causato i decessi" di quasi 200 persone
Al termine delle indagini sulle esplosioni che il 4 agosto scorso hanno distrutto il porto di Beirut, la procura della capitale libanese ha incriminato formalmente il premier uscente Hassan Diab e tre ex ministri di "negligenza". Si tratta delle prime accuse formali emesse dagli organi inquirenti contro esponenti istituzionali del Libano di alto livello dopo quattro mesi dalla duplice esplosione - causata da 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio da anni contenute in un hangar del porto - che è costata la vita a quasi 200 persone e ha fatto danni per almeno 3 miliardi di dollari.
La procura: premier e ministri avevano ricevuto avvisi circa i pericoli di esplosione
Il giudice Fadi Sawan ha inserito nella lista delle persone accusate di "negligenza", "mancanze" e responsabili di "aver causato decessi" anche l'ex ministro delle Finanze, Ali Hassan al Khalil, e i due ex ministri dei Lavori pubblici Yusuf Fenianos e Ghazi Zuayter. Secondo la procura di Beirut, le indagini hanno confermato che i politici incriminati avevano ricevuto diversi avvisi che li allertavano riguardo i rischi legati ai ritardi nello smaltimento del nitrato di ammonio immagazzinato al porto e poi esploso questa estate. Per gli inquirenti i quattro "non hanno preso le misure necessarie per evitare la devastant esplosione e i suoi enormi danni".
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Diab: "Sorpreso di essere stato incriminato"
Diab si è detto "sorpreso" di essere stato incriminato per negligenza e in una nota ha dichiarato di avere la "coscienza e le mani pulite" e di non voler collaborare più con la giustizia. A seguito del disastro, Diab presentò le proprie dimissioni, ma per ora è ancora in carica poiché il gabinetto del primo ministro designato Saad Hariri non è ancora stato formato.