Quando ormai manca un mese alla fine dello “stato di grazia”, diventa fondamentale per i cittadini del continente che non hanno anche passaporto britannico procedere con il “settlement scheme”. (La corrispondente da Londra)
Londra - Sul profilo Twitter della delegazione europea nel Regno Unito, l’appello è ripetuto da tutti gli ambasciatori della Ue a partire da João Vale de Almeida, in rappresentanza di tutta l’Unione: europei in Uk, accertatevi di avere il “settled status” entro il 30 giugno (VIDEO). Un altro effetto della Brexit, forse il più importante per le centinaia di migliaia di italiani e i milioni di europei che qui risiedono.
La fine del "periodo di grazia"
Giugno rappresenta infatti l’ultimo “mese di grazia”. Chi non provvederà a mettersi in regola entro la fine del mese andrà incontro alla perdita del diritto alla casa, all’assistenza sanitaria, al lavoro piombando in uno stato di clandestinità, con conseguente rischio di espulsione. E per entrare dall’Italia - così come da qualsiasi Paese dell’Unione - nella Global Britain di Boris Johnson, dal primo luglio occorreranno passaporto e, se si viene per studiare o lavorare, anche un visto. Il procedimento è facile ed è chiaramente illustrato sul sito del governo ma restano delle criticità.
Tre categorie a rischio
“Ci sono tre categorie sulle quali ci stiamo focalizzando - ci spiega l’ambasciatore Ue in Uk João Vale de Almeida – . La prima riguarda coloro che vivono nel Regno Unito da tantissimo tempo ma non sono cittadini britannici. Credono di essere al sicuro, ma in realtà devono fare anche loro domanda, altrimenti non possono continuare a vivere e lavorare qui. La seconda categoria è quella dei bambini, perché naturalmente non possono procedere da soli e occorre che i genitori siano consapevoli della necessità di mettere in regola anche loro. La terza categoria è quella di chi trova difficoltà a relazionarsi al mondo digitale e il Settlement Scheme è interamente digitale”.
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Cinque milioni i registrati
Già 5 milioni di europei hanno effettuato la procedura per la regolarizzazione: molti di più di quelli inizialmente stimati, il che rende difficile valutare quanti rischiano di rimanere tagliati fuori. L’organizzazione dei “3 million”, in rappresentanza dei cittadini europei residenti in Uk, chiede che venga estesa la scadenza del 30 giugno, cosa che però molto difficilmente accadrà. Stessa richiesta viene avanzata su Twitter dal sindaco di Londra, Sadiq Khan, con il Comune che ha 30 giorni per passare in rassegna ancora 100mila casi che rimangono ancora inevasi. Infine, come ricorda il Times, anche migliaia di britannici in Europa rischiano però di non riuscire a rispettare la deadline per ottenere il diritto a risiedere sul continente.