
Colombia, un mese di proteste contro il governo. Oltre 60 i morti, allerta a Cali. FOTO
Non si fermano le manifestazioni iniziate lo scorso 28 aprile contro la riforma fiscale proposta dal ministro Carrasquilla, poi sfociate in rivendicazioni per i diritti umani e contro la violenza delle forze dell’ordine. Sale il bilancio delle vittime degli scontri, il presidente Duque invia l’esercito a Cali, terza città del Paese

Non si fermano le proteste in Colombia. A oltre un mese dall’inizio delle mobilitazioni contro il governo guidato da Ivan Duque, in molte città del Paese si continua a scendere in strada e a manifestare
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Secondo i dati pubblicati dalle Ong Indepaz e Temblores, il numero di morti nelle manifestazioni ha superato quota 60. È stato possibile verificare l’identità di 54 persone decedute negli scontri, hanno spiegato, mentre circa una decina di cadaveri sono ancora in attesa di identificazione. Almeno 43 vittime, sostengono le Ong, avrebbero perso la vita per responsabilità della forza pubblica
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La miccia che ha scatenato l’ondata di proteste è stata la riforma fiscale e tributaria annunciata dal ministro delle Finanze Alberto Carrasquilla, poi costretto alle dimissioni. La manovra, pensata per far fronte al deficit pubblico con misure di austerity, ha causato una reazione a catena nel popolo colombiano. Oltre al tema fiscale, si protesta contro la corruzione governativa e per ottenere il rispetto dei diritti umani e una riforma del sistema di polizia, denunciando sistematiche violenze da parte delle forze dell'ordine
Colombia, proseguono le proteste contro la riforma fiscale
Dopo la flessione del 6,6% del pil registrata nel 2020, la Colombia stava cercando di risollevare la propria economia, ma la crisi provocata dalla pandemia da coronavirus ha bloccato il processo. La riforma Carrasquilla avrebbe previsto un aumento dell’Iva, andando a colpire soprattutto il ceto medio
Colombia, un mese di proteste. Oltre 60 i morti. VIDEO
Ieri, 28 maggio, a un mese esatto dall’inizio delle mobilitazioni popolari, cortei e blocchi stradali hanno di fatto paralizzato la capitale del Paese, Bogotà. Il Comitato Nazionale di Sciopero (Cnp) ha tenuto una conferenza stampa in cui ha denunciato che "il governo si rifiuta di firmare il pre-accordo raggiunto per regolare gli interventi della forza pubblica nelle manifestazioni"

Tale intesa preliminare, che dovrebbe aprire la porta ad un vero e proprio negoziato, include la riattivazione dell'accordo di pace con l'Esercito di Liberazione Nazionale. Si prevede inoltre che la polizia non usi armi da fuoco nelle manifestazioni, che l'esercito non intervenga durante i cortei, e che si diffonda un protocollo di prevenzione della violenza sessuale contro le donne

In caso di passaggio ad un negoziato vero e proprio, si dovrebbero formare tavoli di dialogo con giovani, studenti, rappresentanti dei settori agrari, contadini, indigeni e insegnanti

Il presidente Iván Duque ha posto come condizione per passare alla fase negoziale che i manifestanti rimuovano i blocchi stradali sulle principali vie di comunicazione, mentre l'ex presidente Alvaro Uribe ha criticato un accordo raggiunto dal governo con il comitato di sciopero nella città di Buenaventura, definendolo "un altro passo verso l'anarchia della violenza”

La governatrice del dipartimento del Valle del Cauca, Clara Luz Roldán, ha annunciato ieri l'introduzione del coprifuoco a seguito di gravi disordini nelle proteste antigovernative, che sono state particolarmente gravi nel capoluogo, Cali. Lo riferisce Radio Caracol di Bogotà

Roldán ha spiegato, sul suo profilo Twitter, di aver scelto di adottare la misura - in vigore dalle 19 alle 5 del mattino- dopo aver appreso che tre persone sono morte a colpi d'arma da fuoco vicino ad un posto di blocco. Il sindaco di Cali, Jorge Iván Ospina, ha confermato che nel quartiere La Luna, è avvenuta una sparatoria fra persone che volevano forzare un posto di blocco e altre che tentavano di impedirlo. Una delle vittime, ha sostenuto il sindaco, sarebbe un funzionario della Procura

Il presidente Duque ha dunque ordinato il dispiegamento dell'esercito nelle strade di Cali, dopo aver tenuto un consiglio di sicurezza per fare il punto della situazione

Al termine di una serie di incontri con ministri e responsabili locali, ha riferito Blu Radio di Bogotà, il capo dello Stato ha sostenuto che "dobbiamo difendere i nostri diritti con gli strumenti che la Costituzione e la legge ci danno"

Per questo, ha proseguito, ho deciso di disporre "il massimo dispiegamento di assistenza militare possibile per la Polizia nazionale" a Cali e nel Valle del Cauca con il dispiegamento immediato di 7.000 soldati che contribuiranno a rafforzare il presidio dei punti strategici e a rimuovere i blocchi nelle vie di comunicazione. Nel nostro Paese, ha concluso, "non possono esistere isole di anarchia"