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Inchiesta dell’Onu sulla guerra a Gaza, l’ira di Israele

Mondo

Approvata la risoluzione sulle violazioni nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e in Israele. Il primo ministro Benyamin Netanyahu denuncia: "Aperta ossessione anti-israeliana delle Nazioni Unite"

Ventiquattro voti favorevoli, nove contrari e quattordici astensioni. E’ stata approvata al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite la risoluzione - su iniziativa del Pakistan - sulle violazioni nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e in Israele. Una risoluzione che il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha respinto denunciando "l'aperta ossessione anti-israeliana dell'Onu".

Commissione d’inchiesta

La risoluzione stabilisce l'istituzione con urgenza di una commissione d'inchiesta internazionale permanente per indagare sulle violazioni delle norme del diritto internazionale precedenti e successive al 13 aprile 2021 e su tutte le cause profonde alla base delle tensioni, inclusa la discriminazione e la repressione sistematiche basate sull'identità nazionale, etnica, razziale o religiosa.

L’ira di Israele

"Ancora una volta - ha denunciato Netanyahu - un'immorale maggioranza automatica sbianca un'organizzazione terroristica e genocidaria che deliberatamente colpisce civili israeliani mentre trasforma quelli di Gaza in scudi umani", mentre "raffigura come colpevole una democrazia che agisce legittimamente per proteggere i suoi cittadini da migliaia di attacchi missilistici indiscriminati". "Questa farsa - ha continuato furioso Netanyahu - si fa beffe del diritto internazionale e incoraggia i terroristi in tutto il mondo".

“L’obiettivo era uccidere bambini”

Alcuni interventi alle Nazioni Unite hanno sottolineato che "l'obiettivo dei leader militari e civili di Israele era uccidere bambini e distruggere moschee, scuole e infrastrutture civili con la falsa e immorale pretesa di autodifesa". Altri rappresentanti hanno espresso "condanna" per l'"inaccettabile lancio indiscriminato di razzi da Hamas e dalla Jihad islamica palestinese contro Israele". Il "silenzio di fronte ad atti perpetrati da gruppi terroristici equivale a concedere loro una licenza di impunità”.

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