“Il partito estromesso esisterà fino a quando esisterà il popolo", ha detto in aula il premio Nobel per la pace. La leader birmana è accusata di istigazione alla sedizione
Aung San Suu Kyi, è apparsa in pubblico in un'aula di tribunale, per la prima volta da quando il suo governo è stato rovesciato dai militari nel colpo di stato del 1 febbraio.
In buone condizioni di salute
La leader birmana ha assicurato che il suo partito, la Lega per la Democrazia - che la giunta militare vuole disciogliere - rimarrà in piedi "finché il popolo esiste". "Si augura che il suo popolo stia bene e ha detto che la Lega nazionale per la democrazia esisterà finchè il popolo esiste, perché è stata fondata per il popolo", ha riferito l'avvocatessa che l’assiste, Min Min Soe. Secondo la sua legale Suu Kyi è apparsa in buona salute e "sta pregando perché tutti stiano bene".
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La repressione nel Paese
Hanno superato intanto quota 800 le vittime della repressione in Myanmar ad opera della giunta militare che ha preso il potere lo scorso primo febbraio, deponendo San Suu Kyi e il presidente Win Mynt. Il conto include sei persone uccise nella giornata di ieri nello Stato di Chin, nel nord-ovest del Paese, e nelle due principali città birmane, Yangon e Mandalay. Alle vittime vanno aggiunte 4.120 persone che sono state arrestate dopo il golpe, 20 delle quali condannate a morte.