Israele, sale tensione. Razzi di Hamas su Gerusalemme, Tel Aviv risponde con raid su Gaza

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Dopo i nuovi scontri (oltre 270 feriti), Hamas aveva dato tempo a Israele fino alle 17 per liberare la Spianata: poco dopo a Gerusalemme e dintorni sono risuonate le sirene antimissili. Portavoce militare dell'organizzazione palestinese: "Risposta ad aggressione e a crimini contro la Città Santa". Il premier Netanyahu: "Pagherete". Ministero della Sanità di Hamas a Gaza: morte "20 persone, tra cui 9 minorenni" negli attacchi di Israele nel Nord della Striscia. Sgomberato Parlamento

È altissima la tensione in Israele. Sono stati 150, dicono i media israeliani, i razzi che dalle 17 italiane sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il territorio dello Stato ebraico, alcuni verso le zone di Gerusalemme (COSA STA SUCCEDENDO). Dopo i nuovi scontri tra i manifestanti palestinesi e la polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee, che hanno provocato oltre 270 feriti, Hamas aveva lanciato un ultimatum a Israele: aveva dato tempo "fino alle 18" (le 17 in Italia) per far uscire i suoi soldati e i suoi coloni dalla Moschea Al Aqsa e dal rione di Sheikh Jarrah e rilasciare chi è stato arrestato in questi giorni. Poco dopo la scadenza, le sirene di allarme antimissili hanno iniziato a risuonare a Gerusalemme e dintorni. Secondo i media, sono state udite esplosioni. Il portavoce dell'ala militare di Hamas, brigate Ezzedin al-Kassam, ha confermato che il suo movimento ha lanciato una salva di razzi verso Gerusalemme. La polizia ha evacuato le persone al Muro del Pianto della Città Vecchia. Anche i deputati della Knesset, il Parlamento israeliano, hanno lasciato l'aula e il palazzo dopo il risuonare delle sirene. Intanto, il ministero della Sanità di Hamas a Gaza ha annunciato la morte "di 20 persone, tra queste 9 minorenni", durante gli attacchi di Israele nel Nord della Striscia, ma manca un riscontro dell'esercito israeliano. Tel Aviv e varie altre cittadine limitrofe, tra cui Rishon Lezion e Ramat Gan, hanno aperto i rifugi pubblici antimissile.

Hamas: "Risposta a prevaricazioni". Netanyahu: "Pagherete"

"Si è trattato di una risposta - ha precisato il portavoce dell'ala militare di Hamas - all'aggressione e ai crimini contro la Città Santa e alle prevaricazioni contro il nostro popolo nel rione di Sheikh Jarrah e nella moschea al-Aqsa". L'altro portavoce dell'ala militare di Hamas, Abu Obeida, ha poi aggiunto: "Se voi continuerete, anche noi proseguiremo. Se vi fermerete, ci fermeremo". Il premier israeliano Benyamin Netanyahu risponde: "Hamas ha varcato una linea rossa. Israele colpirà con grande potenza, non tolleriamo attacchi al nostro territorio, alla nostra capitale, ai nostri cittadini e ai nostri soldati. Chi ci attacca pagherà un duro prezzo".

Mask-clad Palestinians, unable to reach the Al-Aqsa mosque compound amidst strengthened restriction due to the coronavirus, perform Friday prayers at the Mount of Olives overlooking the compound in the Old City of Jerusalem, on January 22, 2021. (Photo by AHMAD GHARABLI / AFP)

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Israele, nel mentre, ha fatto sapere di aver "ucciso tre terroristi di Hamas". L'aviazione sta conducendo attacchi mirati contro obiettivi nella striscia di Gaza. Secondo i media, gli uccisi erano miliziani impegnati nel lancio di razzi. "Prevediamo che i prossimi giorni saranno caratterizzati da combattimenti. Hamas avvertirà in pieno la potenza delle nostre forze armate. La nostra reazione sarà forte, durerà giorni", ha avvertito il portavoce dell'Esercito.

L’ultimatum di Hamas

Saraya al-Quds, l'ala militare della Jihad islamica, ha rivendicato il lancio di 30 razzi verso Israele. Un portavoce ha aggiunto di aver anche sparato un razzo anticarro Kornet contro un "veicolo militare" israeliano che si trovava in prossimità della linea di demarcazione. In Israele è stato confermato il lancio del razzo, "che però ha colpito un veicolo civile e non militare". Il conducente si è salvato. Intanto, dopo l'ultimatum, a Gaza le milizie palestinesi hanno attivato una sala di comando unificato. In città, raccontano alcuni siti web, si avverte una crescente tensione e un clima di mobilitazione. Già ieri sera dai minareti delle moschee erano giunti appelli ai giovani a raggiungere la linea di demarcazione con Israele per affrontare i soldati israeliani. Nella notte il lancio di razzi verso Israele era stato accompagnato da manifestazioni di gioia da parte di chi si trovava nelle vicinanze. Ma sul web si leggono anche commenti improntati al pessimismo e al timore che Gaza si accinga ad affrontare un nuovo sanguinoso conflitto con Israele, dopo le operazioni 'Piombo fuso' (2008), 'Colonna di nuvola' (2012) e 'Margine protettivo' (2014). Gli scontri a Gerusalemme sono stati bollati come "una aggressione criminale" dall'esponente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Hussein al-Sheikh. "L'Anp - ha aggiunto - sta valutando tutte le possibilità per rispondere a questa aggressione criminale contro i luoghi santi e i residenti".

Netanyahu: “Appoggiamo la polizia”

Prima dell'ultimatum, degli scontri a Gerusalemme aveva parlato il premier israeliano Benyamin Netanyahu. La battaglia in corso "per lo spirito di Gerusalemme" è "la lotta secolare tra tolleranza e intolleranza, fra violenza selvaggia e mantenimento di ordine e legge", aveva commentato. E ancora: "Elementi che ci vogliano espropriare dei nostri diritti, ci spingono periodicamente a erigerci con una posizione forte come sta facendo adesso la polizia che appoggiamo. Solo la sovranità israeliana consente la libertà di culto per tutti". "Le immagini dei mass media mondiali - aveva aggiunto - sono distorte e falsificano la situazione: la verità alla fine prevarrà". Intanto, l'esercito israeliano aveva deciso il blocco di alcune strade e zone adiacenti alla barriera di sicurezza con Gaza e la cancellazione di tutti i treni tra Ashkelon e Beer Sheva.

Erdogan: “Turchia farà di tutto per fermare il terrorismo di Israele”

Intervenuto anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che in due separati colloqui telefonici con il presidente palestinese Abu Mazen e il capo di Hamas Ismail Haniyeh ha detto: "La Turchia farà tutto ciò che è in suo potere per mobilitare il mondo interno, e soprattutto il mondo islamico, per fermare il terrorismo e l'occupazione di Israele". "La Turchia – ha aggiunto – continuerà a sostenere la causa palestinese, a stare al fianco dei fratelli palestinesi e a proteggere la dignità di Gerusalemme".

Guterres ha espresso "profonda preoccupazione"

Un invito alla calma è arrivato sia dall'Ue sia dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che ha "espresso la sua profonda preoccupazione per le continue violenze nella Gerusalemme est occupata, nonché per i possibili sgomberi di famiglie palestinesi dalle loro case nei quartieri di Sheikh Jarrah e Silwan". In una nota, ha "esortato Israele a cessare le demolizioni e gli sfratti, in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario". "Le autorità israeliane - si legge - devono esercitare la massima moderazione e rispettare il diritto alla libertà di riunione pacifica". Guterres ha esortato anche a "mantenere e rispettare lo status quo nei luoghi santi", oltre a ribadire "il suo impegno, anche attraverso il Quartetto per il Medio Oriente, a sostenere palestinesi e israeliani nella risoluzione del conflitto sulla base delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e degli accordi bilaterali". "C'è una seria preoccupazione per quanto sta accadendo" e "si invita a evitare di alimentare le tensioni", ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell.

Rinviata la sentenza sullo sfratto dei palestinesi a Sheikh Jarrah

La miccia dei nuovi scontri è una sentenza in arrivo del tribunale israeliano sulla possibilità che le autorità possano sfrattare decine di palestinesi dal quartiere di Sheikh Jarrah, e dare le loro case ai coloni ebrei. L’udienza però è stata posticipata proprio per la sensibilità del tema.

Giorni di tensione a Gerusalemme

Da alcuni giorni le tensioni sono tornate a crescere con le rivolte a Gerusalemme e in Cisgiordania – nella notte tra sabato e domenica un centinaio di palestinesi e 17 poliziotti sono rimasti feriti - per la prospettiva di nuovi sgomberi a Gerusalemme est, oltretutto nel mese sacro musulmano del Ramadan. E oggi è il “Jerusalem Day”, la festa con cui Israele celebra la riunificazione della città dopo la guerra del 1967. Questa notte alla Porta di Damasco circa 200 dimostranti hanno lanciato sassi contro gli agenti, che hanno risposto con lancio di granate stordenti e cariche per disperdere le persone. Incidenti sono stato segnalati anche nel quartiere di Sheikh Jarrah dove la polizia è intervenuta contro i manifestanti palestinesi dopo che "fuochi d'artificio" sono stati lanciati contro le case. Tafferugli anche a Haifa nel nord di Israele dove, sempre secondo i media, 10 manifestanti sono stati arrestati. Questa mattina tre razzi sono stati lanciati dalla striscia di Gaza verso Israele, ha riferito la radio militare sulla base di informazioni preliminari. "Un razzo, a quanto pare, è stato intercettato da una batteria Iron Dome" (sistema antimissioni israeliano), è stato precisato. Le sirene sono risuonate anche a Sderot e nelle comunità circostanti ma non sono stati segnalati feriti o danni. Israele ha reagito colpendo una postazione di Hamas a sud di Gaza e chiudendo il valico di Erez.

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