Crisi Russia-Ucraina, sale la tensione. Mosca sposta oltre 150mila soldati alla frontiera

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Allarme Ue per l'aumento delle truppe russe al confine. Borrell: “Si tratta del numero più alto di sempre”. Preoccupazione anche degli Usa: "Il Cremlino dice che si tratta di un'esercitazione. Ma non è chiaro ai nostri occhi che questo sia l'obiettivo"

Almeno 150 mila truppe russe concentrate al confine con l'Ucraina. "Il numero più alto di sempre", mentre nell'area al confine col Donbass Mosca continua a trasferire carri armati, artiglieria e ospedali da campo. L'Alto rappresentante dell'Unione europea, Josep Borrell, non svela la sua fonte, ma avverte: la situazione "è molto preoccupante". Basta una scintilla per far divampare un nuovo incendio. E al termine di una riunione con i 27 capi delle diplomazie dell'Unione, tenutasi ieri 19 aprile e a cui ha eccezionalmente partecipato anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, l'Alto rappresentante è tornato a rivolgere a Mosca un appello per allentare la tensione. Nessuna nuova sanzione però contro il Cremlino, almeno per il momento. Anche gli Stati Uniti si sono detti "molto preoccupati" per la presenza di truppe russe al confine con l'Ucraina, la maggiore dal 2014. Il portavoce del Dipartimento delle Difesa, John Kirby, ha detto: "I russi dicono che si tratta di un'esercitazione. Ma non è chiaro ai nostri occhi che questo sia l'obiettivo".

 

Si continua a cercare il dialogo nel solco degli accirdi di Minsk

La linea Ue resta quello dello sforzo diplomatico, sotto la regia di Angela Merkel e Emmanuel Macron, che guidano i negoziati del formato Normandia, come indicato anche da Heiko Maas. Si continua a parlare di dialogo nel solco degli accordi di Minsk, e di un cessate il fuoco nell'area ad Est, che in questi anni non si è davvero mai visto. Al tavolo non ha prevalso la spinta del governo di Varsavia, che assieme ai Paesi Baltici avrebbe voluto far partire fin da subito il lavoro per nuove misure restrittive contro le manovre russe. Certo, come evidenziato dalla ministra degli Esteri spagnola, Arancha Gonzalez Laya, "non vogliamo un conflitto, ma sia l'Ue che la Nato devono essere preparate ad affrontare possibili nuove provocazioni". Meglio però aspettare e capire quale sia davvero l'intento di Vladimir Putin. Se da un lato esiste il rischio di uno scontro, il sospetto è che un'azione così apertamente provocatoria da parte di Mosca possa celare piuttosto finalità più sottili. 

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Berlino non vuole rinunciare al progetto Nord Stream 2

Di fronte alle dichiarazioni di appoggio a Kiev dell'Unione europea, rinnovate da Borrell, e dell'amministrazione Biden, Putin potrebbe voler in realtà mettere alla prova gli alleati e capire fino a che punto vogliano spingersi per aiutare il presidente Volodymyr Zelensky, che bussa alle porte dell'Unione e dell'Alleanza atlantica chiedendo di entrare. Tra gli elementi in gioco, centrale è anche la posta del Nord Stream 2, il gasdotto in costruzione che attraversa il Baltico collegando la Russia alla Germania. Un progetto a cui Berlino, nonostante la pressione degli Stati Uniti e della stessa Ucraina, non vuole rinunciare. E che potrebbe diventare una leva nelle mani russe per dividere gli occidentali. Non a caso il presidente del partito popolare europeo, il polacco Donald Tusk, ha messo in guardia: "Molto semplice. Se veramente si vuole fermare l'aggressione russa in Ucraina, è necessario fermare il Nord Stream 2".

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