Madrid, quadro all’asta per 1.500 euro: forse è un’opera di Caravaggio

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Un dipinto a olio su tela, attribuito a un pittore minore, era stato messo in vendita da una casa d’aste in Spagna. Dopo i dubbi di molti esperti d’arte, l’opera è stata ritirata per accertamenti. Lo Stato spagnolo ha messo il vincolo all'esportazione e potrà esercitare il diritto di prelazione per poterlo acquisire. Diversi studiosi sono convinti che si tratti dell’Ecco homo, un quadro di Michelangelo Merisi

Il mondo dell’arte è in fibrillazione per un quadro ritrovato in Spagna e finito all’asta a Madrid con una base di appena 1.500 euro. Il misterioso “Ecce homo”, attribuito a un pittore minore, potrebbe invece essere stato dipinto da Caravaggio. La casa d’aste ha bloccato la vendita in attesa di capire se davvero si tratti di un’opera di Michelangelo Merisi. Ora "diversi esperti" stanno analizzando il dipinto.

L’asta bloccata

L’Ecce Homo, olio su tela di 111 centimetri per 86, stava per andare in asta a Madrid, con stima di 1.500 euro, in una vendita presso la casa Ansorena. Il catalogo lo presentava come una “Incoronazione di spine”, della cerchia di José de Ribera, artista del XVII secolo conosciuto come lo Spagnoletto. Numerosi esperti di arte però hanno iniziato a dibattere sula possibilità che si tratti di un quadro di Caravaggio e quindi per precauzione il lotto numero 229 è stato ritirato dalla casa d’aste. Secondo la versione fornita da Madrid, “il lotto è stato ritirato perché dobbiamo fare verifiche e studiare più approfonditamente il pezzo. I proprietari avevano dei dubbi”.

ecce homo

La Spagna interessata al quadro

Lo Stato spagnolo ha messo il vincolo e potrà esercitare il diritto di prelazione per poterlo acquisire. Sembra che il Prado sia interessato al dipinto. Il ministro della Cultura spagnolo, José Manuel Rodríguez Uribes, ha confermato che il quadro è stato dichiarato non esportabile. "Il quadro è di valore", ha detto Uribe ai media iberici, "siamo stati rapidi". Dagospia ha riferito che a “scovare” il dipinto che stava per essere venduto all’asta sono stati i due mercanti Marco Voena e Fabrizio Moretti.

I pareri degli esperti

La storica dell’arte Maria Cristina Terzaghi, una delle massime esperte di Caravaggio, ha detto che “il manto di porpora di cui viene rivestito il Cristo ha la stessa valenza compositivo del rosso della Salomé del Prado di Madrid. Quest’opera intrattiene un legame profondo con i dipinti redatti al principio del soggiorno napoletano”. Secondo la studiosa, la figura del Ponzio Pilato denota somiglianze con il San Pietro martire della Madonna del Rosario del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Secondo Vittorio Sgarbi, l’opera è del Merisi: “Capisco che l’opera è di Caravaggio e penso, con l’aiuto di un finanziatore, di portarlo in Italia”. Il critico d’arte era pronto a partecipare all’asta. “L’impronta di Caravaggio si vede dallo sguardo brutale dell’uomo a sinistra e dalla mano che trattiene il panneggio rosso della stola: questo motivo è la firma indiscutibile del Merisi”. Contrario invece un altro esperto, Nicola Spinosa,: “Non è Caravaggio; si pensa che lo possa essere perché la figura in primo piano replica l’Ecce homo del Museo di Prato attribuito a Caravaggio da Mina Gregori e di cui esiste una copia. Secondo me il quadro è di un caravaggesco di alta qualità, più che Ribera”.

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La storia misteriosa dell’Ecce homo

Secondo diversi documenti, Caravaggio dipinse un Ecce Homo nel 1605 per il cardinale Massimo Massimi. Un dipinto avente per soggetto l’Ecce Homo figura, nel 1631, nell’inventario della collezione di Juan de Lezcano, ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede. L’opera è registrata in Italia ancora nel 1657, dopodiché, nel 1659, finisce in Spagna e se ne perdono le tracce. Finora l’unico Ecce Homo noto che gli esperti hanno attribuito a Caravaggio è quello conservato a Genova, a Palazzo Bianco. L’opera genovese comparve per la prima volta nel 1929, come una “copia da Lionello Spada”. Fu poi attribuita per la prima volta a Caravaggio nel 1954. Non tutta la critica è stata però d’accordo.

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