La Natività scomparsa, da mezzo secolo un mistero internazionale

Cronaca

Raffaella Daino

Tra inchieste e smentite, si infittisce il mistero sulla sorte del capolavoro di Caravaggio. Nell’oratorio di San Lorenzo, il Presidente e fondatore dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani si dice fiducioso che l’opera non sia andata distrutta come si temeva. 

 

E’ inserita nella “top ten” delle più prestigiose opere scomparse e ricercate in tutto il mondo. Dove si trovi la Natività dipinta da Caravaggio nel 1609, trafugata dall’oratorio di san Lorenzo a Palermo nel 1969, è tuttora un mistero. Se dal 2015 turisti e visitatori che si recano nell’oratorio nel cuore della città hanno la possibilità di ammirare una fedelissima riproduzione del dipinto, realizzato da Factum Arte su commissione di Sky che ha donato l’opera alla città di Palermo, sul destino toccato all’opera originale sono state avanzate le più fantasiose ipotesi.

Il furto da parte della mafia

Quella che sembra più concreta, su cui indaga la procura di Palermo, in seguito all’audizione in commissione antimafia di un pentito che ha chiamato in causa il boss Badalamenti, è che la Natività sia stata trafugata per opera della mafia che tentò di ricattare la Chiesa, e lo Stato, senza successo. Una tesi confermata da Monsignor Rocco Benedetto, che ai tempi del furto era custode dell’oratorio. In occasione dei 500 anni dalla nascita del Caravaggio, e a mezzo secolo da uno dei furti d’arte più incredibili della storia, tra le varie iniziative in programma a Palermo dal 15 ottobre, alla presenza di critici ed esperti d’arte, il regista Massimo D’Anolfi presenterà al pubblico la versione integrale dell’intervista al parroco.

La Chiesa non volle trattare, le rivelazioni di Don Rocco

Racconta il sacerdote, in una anticipazione diffusa a pochi giorni dall’evento, che alcuni mesi dopo la scomparsa della Natività gli fu recapitata una lettera contenente una rivendicazione del furto e la richiesta di un riscatto. La trattativa, che si chiedeva di avviare con la Curia prevedeva la pubblicazione di una inserzione sul Giornale di Sicilia, richiesta che venne accolta. In seguito alla successiva lettera, accompagnata da un frammento del dipinto, la trattativa secondo il prelato, si interruppe quando - dice Don Rocco - il sovrintendente decise di non procedere. Una ricostruzione che però viene adesso smentita dall’allora sovrintendente Vincenzo Scuderi, oggi quasi centenario. Sentito dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, Scuderi nega di aver mai ricevuto la lettera e tantomeno il frammento dell’opera e si dice convinto che il quadro, come hanno raccontato altri pentiti di mafia, sia andato irrimediabilmente perduto.

Si riaccende la speranza di ritrovare il quadro, dice il responsabile dell'oratorio San Lorenzo

Nel tentativo di districare la matassa di una vicenda che ha tutti contorni di un giallo internazionale, ai piedi della splendida riproduzione della Natività, abbiamo incontrato Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente dell'associazione Amici dei Musei Siciliani ,dal 2006 ente gestore dell'Oratorio della Compagnia di San Lorenzo.

Le rivelazioni di Don Rocco sono da ritenersi attendibili?

“Si, quella che racconta il parroco è una storia cosi dettagliata e complessa, da risultare verosimile, come la richiesta di pubblicazione di annunci sul Giornale di Sicilia, per dare un segnale alla mafia, o la busta con il frammento, per provare che il quadro era effettivamente in quelle mani. Oggi il parroco non c’è più, il sovrintendente ha 97 anni, è difficile verificare le due versioni. Il fatto che il sovrintendente non abbia voluto accettare la trattativa con la mafia si spiega con l’idea di uno Stato che probabilmente non avrebbe mai autorizzato un simile ricatto.”

La nuova inchiesta avviata dalla Procura di Palermo sulla base delle testimonianze raccolte dalla Commissione antimafia, lascia sperare che l’opera non sia andata distrutta, a differenza di quanto le dichiarazioni di diversi pentiti hanno finora sempre lasciato credere…

"Un’ipotesi che riporta in vita il quadro, dopo tanti racconti che volevano il dipinto mangiato dai maiali, rosicchiato dai topi, finito sotto le macerie del terremoto dell’Irpinia, tagliato a pezzi e venduto sul mercato dell’antiquariato. La commissione Antimafia stabilisce che il quadro esiste e noi vogliamo celebrarne il ritorno in vita anche se non il ritrovamento. Secondo la più accreditata delle ipotesi, è il boss Gaetano Badalamenti a ricevere il quadro rubato e a tentare, invano, una trattativa con la Curia e con lo Stato, fino a decidere di vendere il quadro ad un acquirente in Svizzera. Le dichiarazioni di Mons. Rocco coincidono con i risultati della Commissione. Questo ci lascia sperare, per la prima volta, che l’indagine possa portare al suo ritrovamento".

Com’è possibile che un’opera di tale valore sia stata lasciata incustodita?

"La fine degli anni '60 vedeva Palermo in uno stato di degrado, con il centro storico dilaniato dai bombardamenti della II guerra mondiale. Solo ai primi anni ’90 si inizia a ricostruire e ripopolare il centro storico. Negli anni  60/70 il patrimonio artistico era in uno stato di abbandono, lo stesso oratorio era chiuso e veniva aperto solo la domenica. Ad occuparsene erano due anziane signore che dicono di non essersi accorte di nulla fino alla domenica in cui l’oratorio è stato aperto per la Messa ed è stata fatta la terribile scoperta".

Questa magnifica riproduzione offerta da Sky alla città ha colmato un vuoto enorme e cambiato anche la percezione dei turisti verso la città.

“Il fatto che il presidente della Repubblica, un palermitano, abbia voluto ricollocare qui, sull’altare, questo quadro ha permesso di risarcire questo meraviglioso posto delle tante ferite che subìto nel corso degli anni ma ha anche consentito di rileggere l’iconografia di un luogo che vede accanto all’opera di Caravaggio l’intervento di un altro genio, Giacomo Serpotta, che entra nell’oratorio un secolo dopo Caravaggio, trae ispirazione dalla Natività e con questa si relaziona per realizzare il magnifico lavoro di scultura che arricchisce l’oratorio, con i due angeli che sostengono la cornice e dialogano con l’angelo di Caravaggio, il personaggio di San Lorenzo e quello di San Francesco. Con il lavoro di Factum Arte e Sky la città ha tratto enorme vantaggio, l’assenza della Natività provocava un vuoto così forte che la reazione di ogni visitatore era concentrata solo su quel vuoto. Il ritorno, anche se in forma di riproduzione, di quest'opera, era assolutamente necessario.“

A Palermo a ottobre una mostra dedicata ai capolavori perduti, con la partecipazione di Sky Arte che al tema ha dedicato una serie di documentari

“Abbiamo organizzato una serie di eventi per mantenere alta l’attenzione su questa indagine, ma anche per lanciare una campagna nazionale che abbia lo scopo di proteggere un patrimonio artistico che oggi non è tutelato. L'obiettivo è che non si ripeta quello che è accaduto al Caravaggio e intendiamo coinvolgere a tutti i livelli le istituzioni  e gli enti che posseggono beni non difesi, nelle chiese delle città e dei vari paesi che contengono tesori straordinari. E vogliamo anche incentivare l’uso della tecnologia per far vedere capolavori che non esistono più perché sono stati rubati, sono spariti, o distrutti dalle guerre e dalle bombe. Factum arte e Sky arte hanno realizzato "ri-creazioni" di capolavori straordinari da Van Gogh a Vermeer, che verranno esposti insieme in una mostra a Palazzo Abatellis".

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