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Vaccino Covid AstraZeneca, 29mln di dosi ad Anagni. Ue: chiarezza. Draghi: "Vigiliamo"

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©Ansa

Nuove polemiche dopo che la Commissione europea, sabato, ha chiesto a Draghi di verificare alcuni lotti del siero in una struttura in provincia di Frosinone. Il premier poi chiarisce: i lotti "sono partiti per il Belgio, alla casa madre. Da dove andranno da lì non so. Continua la sorveglianza per quelli rimanenti". L'azienda: "Dosi destinate a Europa e a Paesi a basso reddito". Critiche da molti dei 27 sulla vicenda

Ancora tensioni sui vaccini, questa volta innescate dal nuovo presunto scandalo che ha coinvolto AstraZeneca e che si è poi sgonfiato nel giro di alcune ore. Tutto è nato dalla notizia dell’ispezione da parte delle autorità italiane, per conto dell’Unione europea, nello stabilimento della Catalent di Anagni. Lì è stato trovato uno stock di 29 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca delle quali l’Ue non era a conoscenza. Sabato, secondo fonti italiane, la Commissione europea ha chiesto a Draghi di verificare alcuni lotti di vaccini proprio presso lo stabilimento di produzione in provincia di Frosinone. Il ministro Speranza ha quindi inviato un'ispezione dei Carabinieri del Nas. I lotti ispezionati sono risultati con destinazione Belgio. Immediate le polemiche, ridimensionate in parte dalle parole del premier italiano: I lotti "sono partiti per il Belgio, alla casa madre. Da dove andranno da lì non so. Intanto la sorveglianza continua per quelli rimanenti" (COVID: AGGIORNAMENTI - SPECIALE - VACCINI, STRETTA UE SULL'EXPORT: I PAESI A RISCHIO).

Draghi: "Bloccati lotti in eccesso"

"Sabato sera ricevo una telefonata dal presidente della commissione europea segnalandomi alcuni lotti che non tornavano nei conti della Commissione e che sarebbero stati giacenti presso lo stabilimento della Catalent di Anagni, che infiala i vaccini. Mi si suggeriva di ordinare un'ispezione. La sera stessa ho chiesto a Speranza di inviare i Nas, che sono andati immediatamente e la mattina hanno identificato i lotti in eccesso. Sono stati bloccati e ne sono partiti due, in Belgio, alla casa madre, Astrazeneca", ha chiarito Draghi alla Camera. 

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AstraZeneca: "Dosi destinate a Europa e a Paesi a basso reddito"

"Non ci sono esportazioni attualmente pianificate se non verso Paesi Covax", ha precisato a stretto giro AstraZeneca, riferendosi al programma internazionale di supporto per le aree povere del mondo. Ad Anagni "ci sono 13 milioni di dosi di vaccino in attesa del controllo qualità prima di essere destinate a Covax come parte del nostro impegno a fornire milioni di dosi ai Paesi a basso reddito. Il vaccino è stato prodotto al di fuori dell'Ue e portato nello stabilimento di Anagni per essere infialato", puntualizza AstraZeneca ricordando che "l'Ue sostiene pienamente la fornitura di Paesi a basso e medio reddito attraverso l'iniziativa Covax". "Ci sono poi altri 16 milioni di dosi in attesa del controllo di qualità prima di essere spedite in Europa. Quasi 10 milioni di dosi saranno consegnate ai Paesi Ue durante l'ultima settimana di marzo e il resto in aprile, perché le dosi vengono approvate per l'invio dopo il controllo di qualità". Quindi "non è corretto descrivere come una scorta" questo pacchetto di dosi, continua la società. "Il processo di produzione dei vaccini è molto complesso e richiede tempo. In particolare - ha concluso AstraZeneca - le dosi devono attendere l'autorizzazione del controllo qualità dopo che l'infialamento è stato completato".

Le critiche a livello europeo

Il caso ha destato comunque molte critiche. "AstraZeneca sta immagazzinando decine di milioni di dosi pur non rispettando il contratto europeo. Questo è inaccettabile. L'urgenza è enorme. Dovremmo rifiutare categoricamente qualsiasi esportazione di AstraZeneca prodotta in Europa", ha scritto su Twitter il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber. Che poi ha aggiunto: "Accolgo con favore la proposta della Commissione sul rafforzamento del meccanismo di autorizzazione all'esportazione". Anche i Paesi Bassi, per voce del premier olandese, Mark Rutte, sono pronti a "bloccare" l'esportazione di vaccini "se la Commissione Ue lo richiede". E la Francia attacca: AstraZeneca ha mantenuto "quasi integralmente" i suoi impegni "con la Gran Bretagna ma non con l'Unione europea" in materia di consegna dei vaccini ed è "una situazione completamente inaccettabile. L'Unione europea non sarà lo zimbello della vaccinazione".

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Johnson a Ue: "Blocco export sarebbe boomerang"

Sulla vicenda è intervenuto anche il premier britannico Boris Johnson interpellato durante un'audizione in commissione parlamentare sulle minacce dell'Ue in materia di vaccini. "Faccio solo gentilmente notare a chiunque stia considerando un blocco sull'esportazione" dei vaccini anti Covid, "o un'interruzione della catena delle forniture, che le aziende osservano queste azioni e traggono le conclusioni" del caso. Le conclusioni delle aziende farmaceutiche, ha proseguito Johnson, sarebbero quelle di domandarsi se fare o meno "investimenti in quei Paesi che impongano blocchi arbitrari". Poi, a sera, la notizia che Ue e Regno Unito sono vicini a un'intesa nei negoziati che si sono svolti a Bruxelle e si sono impegnati a creare le condizioni per "una soluzione vantaggiosa per tutti (win-win)" sulle forniture dei vaccini anti Covid.

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