Le ragazze, rapite durante un attacco di uomini armati nel dormitorio dell’istituto superiore, sono state rilasciate all’alba. Secondo il governatore dello Stato di Zamfara sono al sicuro e sono in “buona salute”. Intanto, sempre dal nord-est del Paese, arriva la notizia di un doppio attacco di jihadisti contro un campo militare e una base Onu
Sono state liberate le 279 studentesse che venerdì scorso erano state rapite nel dormitorio di una scuola a Jangebe, nel nord-est del Paese (VIDEO). Secondo quanto detto all’Afp da Bello Matawalle, governatore dello Stato di Zamfara, le ragazze sono state rilasciate all’alba e si trovano al sicuro. Sarebbero tutte in buone condizioni di salute. "Sono felice di annunciare che le ragazze sono state rilasciate. Sono appena arrivate al palazzo del governo e sono in buona salute”, ha dichiarato il governatore. Intanto, sempre dal nord-est della Nigeria, arriva la notizia di un doppio attacco di jihadisti contro un campo militare e una base Onu.
Il rapimento venerdì scorso
L’attacco alla scuola superiore nel villaggio di Jangebe, nello Stato di Zamfara, era avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, quando uomini armati erano entrati nei dormitori e costretto centinaia di ragazze a seguirli. A lanciare l’allarme era stato un insegnante. All’inizio si era pensato che le studentesse rapite fossero tutte le 317 presenti nel collegio, poi si è scoperto che alcune di loro erano riuscite a salvarsi. Nelle scorse ore si erano diffuse voci di un negoziato in corso tra le autorità e i rapitori. Una fonte aveva sottolineato che si conosceva il posto in cui le ragazze erano tenute, ma non si valutava l’opzione militare per non metterle in pericolo. Oggi all’alba è arrivata la notizia della liberazione.
Doppio attacco contro campo militare e base Onu
Brutte notizie, invece, arrivano da Dikwa, sempre nel nord-est della Nigeria. Terroristi del gruppo dello Stato islamico in Africa occidentale (Iswap), una costola di Boko Haram, hanno prima invaso la città e poi attaccato contemporaneamente un campo militare e una base delle Nazioni Unite. Venticinque operatori umanitari hanno trovato riparo in un bunker. "La base umanitaria è stata incendiata dai combattenti ma finora nessun dipendente è stato colpito", ha detto una fonte umanitaria. Per respingere l’attacco, sono stati inviati dalla città di Marte, a 40 chilometri di distanza, rinforzi militari (tra cui due caccia e un elicottero). Tre anni fa, l’1 marzo 2018, i terroristi dell'Iswap attaccarono un hub umanitario delle Nazioni Unite nella città di Rann, uccidendo tre operatori umanitari e rapendo una lavoratrice. L'Iswap, affiliato all'Isis, si è separato da Boko Haram nel 2016 e da allora è diventata la più grande minaccia jihadista in Nigeria. Venerdì i combattenti dell'Iswap, a bordo di camion muniti di mitragliatrici, hanno fatto irruzione a Dikwa, facendo fuggire i residenti. La città, a 90 chilometri dalla capitale dello stato del Borno Maiduguri, ospita più di 130mila persone, tra cui 75mila che erano già fuggite da altre parti della regione e vivevano in campi dove si affidano agli aiuti di emergenza delle agenzie umanitarie.