Impeachment, la difesa: atto di vendetta politica incostituzionale, dividerà il Paese

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Valentina Clemente

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L’impeachment di Trump è un atto di vendetta politica, palesemente incostituzionale: gli avvocati dell’ex Presidente aprono il giorno della difesa, chiedendo l'assoluzione del Tycoon perché non responsabile dell’assalto al Congresso del 6 gennaio. David Schoen, uno dei legali, nella sua relazione, dà il significato di “reportedly”, avverbio usato dall’accusa negli scorsi giorni e ne spiega l'importanza. Joe Biden, intanto, chiede che i Repubblicani si prendano le loro responsabilità in questo processo

Il processo di impeachment contro Donald Trump è palesemente un atto di vendetta politica, incostituzionale e dividerà ancor di più gli Stati Uniti: Michael Van der Veen, uno degli avvocati del Tycoon, apre con queste parole il primo intervento difensivo della giornata.

 

Un day four dedicato ai legali dell'ex Presidente che, però, non hanno usato tutto il tempo a loro disposizione, ovvero sedici ore. L'obiettivo è una difesa relativamente breve, a cui seguiranno domande dei senatori ad entrambe le parti. Se non verranno chiamati testimoni, come sembra, accusa e difesa passeranno alle loro conclusioni: la sentenza potrebbe arrivare nel weekend, a meno di una settimana dall'inizio del processo.

La difesa: il comizio di Trump non era un appello alla violenza

La principale tesi della difesa è che il comizio di Trump, durante la manifestazione "Stop the steal" non era un appello alla violenza contro il Congresso ed è, comunque, protetto dal Primo Emendamento della Costituzione sul freedom of speech. E, sempre secondo gli avvocati difensori, i manager dell'impeachment, attraverso i video mostrati nella prima giornata dedicata all'accusa, hanno soltanto offerto un "pacchetto di intrattenimento" e non vere prove.

 

Video, o meglio montaggi, che anche la difesa ha mostrato: in alcune clip, si ascoltano alcuni esponenti dem, tra cui Joe Biden, Kamala Harris e Nancy Pelosi, utilizzare la parola "fight" (combattere), in modo molto aggressivo. 

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Schoen: l'accusa ha utilizzato "reportedly", che non significa avere prove concrete

"Reportedly stands for no evidence": David Schoen, nel suo intervento, racconta come i dem, nelle giornate precedenti, abbiano utilizzato spesso un avverbio che significa "stando a quel che si dice". Aver usato questa formula non dà la certezza che la loro tesi, secondo cui Donald Trump dovrebbe essere condannato dopo la messa in stato di accusa, sia sostenibile e corretta.

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Castor: l'assalto a Capitol Hill non è stato un'insurrezione, chiediamo assoluzione di Trump

"Insurrezione è un termine definito dalla legge. Implica la conquista di un paese, un governo ombra, il controllo delle emittenti televisive. Chiaramente, questa definizione non si può associare ai fatti del sei gennaio. E, di conseguenza, Donald Trump non può essere accusato di incitamento all'insurrezione".

 

Bruce Castor è il terzo avvocato della difesa a scendere in campo con nuove argomentazioni che, ancora una volta, si basano sul significato dei termini. Una difesa meno aggressiva rispetto a David Schoen, ma non meno incisiva. E, come annunciato, le otto ore a disposizione non sono state utilizzate: la difesa ne ha usate circa la metà, chiedendo, al termine di tutto, l'assoluzione di Donald Trump perché non ha provocato l'assalto al Congresso. Prossimo step: il dibattimento. Poi il verdetto finale.

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