L'esecutivo italiano non è l'unico in Ue a vivere una fase molto delicata. Il premier estone, infatti, si è dimesso in seguito a uno scandalo di corruzione, seguito poco dopo dal primo ministro olandese dopo un caso di mala gestione dell'amministrazione finanziaria
Il governo italiano non è il solo in Ue ad attraversare un momento molto delicato. In Estonia e in Olanda, infatti, i due premier si sono dimessi: il primo dopo uno scandalo di corruzione e il secondo a seguito di un caso di mala gestione dell'amministrazione finanziaria. Ecco com'è la situazione nei due Paesi Ue.
Lo scandalo corruzione in Estonia
Juri Ratas, primo ministro estone, ha rassegnato le dimissioni lo scorso 13 gennaio dopo che il suo partito è stato travolto da uno scandalo di corruzione. Ciò ha comportato la caduta dell'esecutivo di coalizione di centrodestra, che era sostenuto anche da un partito di estrema destra. L'indagine che ha segnato la fine dell'esecutivo estone riguarda la società immobiliare Porto Franco, che avrebbe ricevuto un grosso prestito dallo Stato e concluso un accordo remunerativo con le autorità di Tallinn. Il sindaco della capitale, peraltro, è anche membro del partito di Ratas. Dall'inchiesta, inoltre, è emerso che Hillar Teder, padre del titolare dell'azienda, aveva donato ingenti somme al Partito di centro.
Possibile prima donna premier in Estonia
Nuove elezioni, almeno nell'immediato, appaiono improbabili. Intanto, però, la presidente Kersti Kaljulaid ha a disposizione 14 giorni per incaricare un nuovo primo ministro. Il nome, in realtà, è stato già annunciato. La presidente, infatti, ha dichiarato che chiederà di formare un nuovo esecutivo a Kaja Kallas, presidente del Partito riformista, il principale dell'opposizione. Nel caso in cui ci riuscisse, Kallas diventerebbe la prima donna premier in Estonia.
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Rutte conferma le dimissioni
Anche il premier olandese, Mark Rutte, si è dimesso dopo uno scandalo riguardante l'amministrazione fiscale. La decisione dopo la pubblicazione di un rapporto schiacciante contro l'esecutivo dell'Aja sul "toeslagenaffaire", il cosiddetto caso degli assegni familiari. La crisi di governo olandese, peraltro, arriva a soli due mesi dalle elezioni legislative del prossimo 17 marzo, che dovrebbero determinare la composizione del prossimo esecutivo. Il governo olandese e "nessun altro" ha la "responsabilità politica" dello scandalo, ha dichiarato in conferenza stampa il primo ministro olandese annunciando le dimissioni in blocco del governo e definendo "dura e giusta" la relazione del parlamento che ha portato alla luce gli abusi compiuti dagli esattori. "Persone innocenti sono state criminalizzate, le loro vite sono state distrutte e la Camera ne è stata informata in modo errato e incompleto", ha aggiunto Rutte, comunicando di aver già offerto al re le dimissioni dell'esecutivo. "La responsabilità politica in ultima analisi spetta al governo in carica e a nessun altro".
L'inchiesta parlamentare
Secondo quanto emerso da un'inchiesta del parlamento olandese, i funzionari avrebbero posto fine alle indennità di migliaia di famiglie, accusate ingiustamente di frode. Successivamente, le avrebbero costrette a restituire retroattivamente quelle ricevute in diversi anni. A causa di ciò, alcuni dei genitori interessati avrebbero in seguito subito gravi problemi finanziari. Sotto accusa politici di alto livello, che sarebbero stati negligenti rispetto alle gravi disfunzioni di cui erano a conoscenza. Vasco Groeneveld, avvocato delle vittime, ha presentato una denuncia contro tre ministri in carica e due ex ministri dell'esecutivo. E se una decisione ufficiale di Rutte ancora non è stata comunicata, in rete la richiesta di dimissioni del premier è già trend topic su Twitter in Olanda.