Vaccino anti Covid, forti ritardi in Francia: somministrate solo 332 dosi

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Diverse le polemiche e le critiche al governo: dall'Académie de médecine, che ha deplorato l'inizio "molto lento" della campagna di vaccinazione, al genetista e medico Alex Kahn, diversi esponenti della comunità sanitaria puntano l'indice sulla strategia adottata

Arranca la campagna di vaccinazione contro il Coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - TUTTE LE NEWS SUL VACCINO) in Francia, dove in una settimana sono state somministrate solo qualche centinaia di dosi (332 persone a venerdì, secondo CovidTracker) contro le 6.000 in Austria o le 36mila in Polonia (dati 30 gennaio) e le oltre 45 mila in Italia (dati all'1 gennaio).  E adesso piovono le critiche sul governo.

I vaccinodromi apriranno all'inizio di febbraio

"La Germania oggi è probabilmente a più di 100mila persone vaccinate nelle nostre stesse condizioni. Noi non abbiamo ancora raggiunto il migliaio", ha deplorato Frédéric Bizard, docente all'ESCP ed economista della sanità, parlando su Europe 1. A differenza dei suoi vicini europei, come la Germania, che vaccina 20.000 persone al giorno, la Francia vaccina "50 persone al giorno", ha lamentato anche Mehdi Mejdoubi, capo del polo presso il Centre Hospitalier de Valenciennes. "La Germania ha aperto il 27 dicembre i suoi vaccinodromi che sono stati subito operativi. Noi li apriremo al massimo all'inizio di febbraio. Siamo in ritardo di quattro settimane. Si può recuperare? Probabilmente no. A meno che non ci sia carenza di vaccini in Germania".

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L'esperto: "Autopsia di un disastro"

Anche il genetista Axel Kahn, medico e presidente della Lega nazionale contro il cancro, ha denunciato la lentezza, "l'autopsia di un disastro", e ha cercato spiegazioni al ritardo "nella burocrazia amministrativa e rigidità procedurale degli organi dello Stato, in particolare in campo sanitario". La Haute Autorité de santé "applica le regole che non è nemmeno in grado di pensare di adeguare alle circostanze. Ovviamente è necessario rispettare la regola del  consenso, prendere tutte le precauzioni, ma - ha invitato l'esperto - senza esagerare". Secondo il quotidiano Le Figaro, una parte dei problemi è dovuta anche alla "relativa debolezza" della richiesta fatta dall'Unione europea a favore dei 27 Stati membri, con un contratto firmato, in ritardo, solo a novembre.

 

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Le rassicurazioni della politica

In Francia, i primi centri di vaccinazione apriranno nelle città "prima dell'inizio di febbraio" , ha assicurato la scorsa settimana il ministro della Sanità, Olivier Véran. Nel suo saluto ai francesi la sera di Capodanno, il presidente Emmanuel Macron ha comunque assicurato la volontà di accelerare promettendo che "non lascerà che, per cattive ragioni, ci si adegui a una lentezza ingiustificata" nel quadro della campagna di vaccinazione.

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