Lo ha annunciato il segretario alla Difesa americano Cristopher Miller. Parte delle truppe rientrerà entro il 15 gennaio. Nei due Paesi rimarranno non più di 2500 militari. Sarà una delle ultime decisioni prese da Trump prima di lasciare la Casa Bianca. In serata attacco all'ambasciata Usa a Baghdad
Il segretario alla Difesa americano Cristopher Miller ha annunciato ufficialmente il
ritiro di migliaia di soldati americani dall'Afghanistan e dall'Iraq entro il prossimo 15 gennaio. In entrambe i Paesi resteranno non più di 2.500 soldati. In serata, l'ambasciata Usa a Baghdad è stata colpita da alcuni razzi che hanno violato la tregua decretata solo un mese fa.
Tra gli ultimi compiti di Donald Trump
La Cnn lunedì 16 aveva anticipato, citando fonti del Pentagono, che Donald Trump avrebbe voluto il ritiro prima del suo addio alla Casa Bianca, dove si insedierà Joe Biden, presidente eletto alle ultime elezioni presidenziali (LO SPECIALE). Quest'ultimo aveva già avvisato i comandi delle truppe nei due Paesi con un 'warning order' che prevede di portare entro il 15 gennaio a 2.500 da 4.500 il numero dei soldati in Afghanistan e a 2.500 da 3.000 quelli in Iraq. Miller ha lanciato un messaggio alle forze militari apparso contraddittorio, affermando che la guerra non è finita e che la battaglia contro al Qaida e i gruppi terroristici va avanti. Ma scrivendo anche come sia arrivato il momento di riportare le truppe a casa, evitando "gli errori strategici del passato".
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La Nato: "Preoccupazione per la decisione americana"
La Nato ha espresso grande preoccupazione per la decisione di accelerare il ritiro delle truppe Usa da Afghanistan, Iraq e Somalia, luoghi in cui si continua a combattere contro il terrorismo. "Siamo entrati in Afghanistan insieme e quando sara' il momento dovremmo partire insieme in modo coordinato e ordinato", ha avvertito il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, secondo cui "l'Afghanistan rischia di diventare ancora una volta una piattaforma per i terroristi internazionali per pianificare e organizzare attacchi nelle nostre terre d'origine. E l'Isis potrebbe ricostruire in Afghanistan il califfato del terrore che ha perso in Siria e Iraq".