Nagorno-Karabakh, Russia schiera truppe di peacekeeping. Presidente azero: svolta

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Un accordo che dovrebbe portare a una soluzione politica duratura del conflitto è stato annunciato dal premier armeno, dal Cremlino e dal presidente dell’Azerbaigian. Le proteste popolari a Yerevan sembrano però indicare che l’intesa porterebbe a vantaggi territoriali a discapito dell’Armenia

All’alba del 10 novembre, la Russia ha schierato truppe di peacekeeping nell'enclave del Nagorno-Karabakh: una mossa che rientra nell'accordo di cessate il fuoco annunciato nella notte, dopo sei settimane di sanguinoso conflitto. Secondo il presidente russo Vladimir Putin, l’accordo dovrebbe spianare la strada a una soluzione politica duratura del conflitto. Le violente proteste iniziate nella notte a Yerevan sembrano però indicare che l’intesa segnerebbe una sconfitta per l'Armenia e vantaggi territoriali per l’Azerbaigian. Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha definito l’intesa “dolorosa”, mentre per il presidente azero “si tratta di una svolta nella risoluzione del conflitto”.

L’accordo tra Armenia e Azerbaigian

L’accordo per un totale cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh è stato annunciato prima dal premier armeno, Nikol Pashinyan, e poi dal Cremlino e dal presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev. Pashinyan ha definito “dolorosa” l’intesa per mettere fine ai combattimenti. In un comunicato diffuso nella notte su Facebook ha scritto: "Ho firmato una dichiarazione con i presidenti di Russia e Azerbaigian sulla fine della guerra nel Nagorno-Karabakh", definendo l'iniziativa "incredibilmente dolorosa per me e per il nostro popolo”. Per il presidente dell’Azerbaigian, al contrario, l’accordo segnerebbe “una svolta nella risoluzione del prolungato conflitto tra Armenia e Azerbaigian. L'occupazione dei territori azeri sta giungendo al termine. A mio parere la soluzione sarà vantaggiosa sia per il popolo dell'Azerbaigian, sia per il popolo dell'Armenia e per tutti i popoli della regione”. In videoconferenza con il presidente russo Vladimir Putin, Aliyev si è detto convinto che “la risoluzione politico-militare del conflitto porterà pace e solidarietà duratura alla nostra regione e porrà fine allo stallo e allo spargimento di sangue”. Il presidente azero ha anche detto che l'accordo equivale a una "capitolazione" da parte dell' Armenia. "L' abbiamo costretto a firmare questo documento”, ha affermato in un discorso televisivo. Armenia e Azerbaigian hanno concordato di scambiarsi i prigionieri e di restituire alla parte opposta i corpi di coloro che sono morti nel conflitto: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, secondo cui i profughi "ritorneranno nel territorio del Nagorno-Karabakh e nei distretti adiacenti sotto la supervisione dell'Alto commissario Onu per i rifugiati”.

epa08761765 A picture provided by the Armenian Defense Ministry's Press Office via PAN Photo shows Armenian soldiers fire during military combat with the Azerbaijani army in the Nagorno-Karabakh Republic (also known as Artsakh), 20 October 2020 (issued 21 October 2020). Armed clashes erupted on 27 September 2020 in the simmering territorial conflict between Azerbaijan and Armenia over the Nagorno-Karabakh territory along the contact line of the self-proclaimed Nagorno-Karabakh Republic.  EPA/SIPAN GYULUMYAN / ARMENIAN DEFENSE MINISTRY PRESS OFFICE MANDATORY CREDIT: EPA-EFE/SIPAN GYULUMYAN / ARMENIAN DEFENSE MINISTRY PRESS OFFICE / PAN PHOTO

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Le proteste nella sede del governo a Yerevan

A seguito dell’annuncio dell’accordo, una folla di manifestanti ha invaso la sede del governo armeno a Yerevan saccheggiando gli uffici e frantumando i vetri delle finestre. Migliaia di persone si erano radunate all'esterno dell’edificio e poche centinaia hanno fatto irruzione gridando "dimettetevi!" e “fuori!”. Ne sono seguiti risse e violenti scontri verbali tra i manifestanti e alcuni deputati. Il presidente del parlamento Ararat Mirzoyan è stato aggredito e picchiato. Attualmente la situazione è tornata a una relativa calma dopo che la polizia armena ha ripreso il controllo della sede del governo e del Parlamento.

epa08761765 A picture provided by the Armenian Defense Ministry's Press Office via PAN Photo shows Armenian soldiers fire during military combat with the Azerbaijani army in the Nagorno-Karabakh Republic (also known as Artsakh), 20 October 2020 (issued 21 October 2020). Armed clashes erupted on 27 September 2020 in the simmering territorial conflict between Azerbaijan and Armenia over the Nagorno-Karabakh territory along the contact line of the self-proclaimed Nagorno-Karabakh Republic.  EPA/SIPAN GYULUMYAN / ARMENIAN DEFENSE MINISTRY PRESS OFFICE MANDATORY CREDIT: EPA-EFE/SIPAN GYULUMYAN / ARMENIAN DEFENSE MINISTRY PRESS OFFICE / PAN PHOTO

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Le forze di peacekeeping nel Nagorno-Karabakh

La Russia ha cominciato a dispiegare il suo contingente di peacekeeping nel Nagorno-Karabakh, a partire dalle sei del 10 novembre, in contemporanea con il ritiro delle forze armate armene. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass. "Le forze armate della Repubblica dell'Azerbaigian e della Repubblica d'Armenia rimarranno sulle posizioni che ricoprono attualmente, lungo la linea di contatto nel Nagorno-Karabakh", ha sottolineato Putin spiegando i termini dell’intesa. Il presidente azero Ilham Aliyev ha detto che oltre alle forze di pace russe ci saranno anche quelle turche. Interfax riporta che in tutto 1.960 militari, 90 furgoni corazzati e 380 veicoli e materiale per scopi speciali saranno trasportati in aereo nel Nagorno-Karabakh. Le unità della 15a brigata separata di fucilieri motorizzati del Distretto Militare Centrale russo formeranno il principale contingente russo nel territorio. La durata del soggiorno del contingente di pace della Federazione Russa nel Nagorno-Karabakh "è di cinque anni, con un prolungamento automatico per periodi ulteriori di cinque anni se nessuna delle parti dichiara l'intenzione di mettere fine all'applicazione di questa misura sei mesi prima della fine del periodo”, ha dichiarato il presidente dell’Azerbaigian.

epa08780737 A view of a ruined sewing factory after allegedly Azerbaijani shelling in Stepanakert in Nagorno-Karabakh, 28 October 2020. Armed clashes erupted on 27 September 2020 in the simmering territorial conflict between Azerbaijan and Armenia over the Nagorno-Karabakh territory along the contact line of the self-proclaimed Nagorno-Karabakh Republic (also known as Artsakh).  EPA/VAHRAM BAGHDASARYAN /PHOTOLURE

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Turchia: importante guadagno per Azerbaigian

Dalla Turchia è arrivato il commento all'accordo del ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu che su Twitter ha scritto: "Il nostro caro Azerbaigian ha ottenuto un importante risultato sul terreno e al tavolo negoziale. Mi congratulo vivamente per questo successo benedetto. Continueremo a essere una sola nazione e un solo cuore con i nostri fratelli azeri".

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