L'ondata di contagi non si arresta e diversi Paesi europei introducono ulteriori restrizioni per provare a contenere il virus. Macron annuncia la nuova stretta “almeno fino al primo dicembre”. In Spagna alcune regioni chiudono confini. Merkel annuncia dal 2 novembre nuove restrizioni in vigore per quattro settimane in tutto il territorio nazionale: chiusi bar, ristoranti, palestre, cinema, teatri; aperte le scuole, gli asili, i parrucchieri e i negozi
Il coprifuoco non è più sufficiente contro il coronavirus che continua a dilagare e alcuni Paesi in Europa, dalla Francia alla Germania alla Spagna, annunciano nuove misure per cercare di contenerlo. Un tentativo di frenare la seconda ondata che sta colpendo il Vecchio Continente, con l'Oms che segnala un allarmante aumento del 40% delle vittime di Covid-19 rispetto alla settimana precedente (AGGIORNAMENTI - SPECIALE). La Francia ha deciso di tornare in lockdown da venerdì e "almeno fino al primo dicembre" (IL DISCORSO DI MACRON). La Germania introdurrà dal 2 novembre un "lockdown soft" per quattro settimane. In entrambi i Paesi le scuole rimangono aperte. In Spagna alcune regioni hanno chiuso i loro confini.
In Germania lockdown "soft"
Dopo la riunione in videoconferenza con i governatori dei Länder e i ministri competenti, Angela Merkel ha annunciato che in Germania - su tutto il territorio nazionale - dal 2 novembre e per quattro settimane sarà in vigore un lockdown “soft”. Tra le misure: chiusura di ristoranti e bar, ma anche di palestre, studi cosmetici, cinema e teatri. Non solo: in pubblico potranno incontrarsi soltanto dieci persone di due nuclei familiari, mentre sono annullati tutti gli eventi pubblici e le feste. Rimangono aperte le scuole, gli asili, tutte le attività commerciali e i parrucchieri. Per quel che riguarda il calcio, le partite della Bundesliga torneranno a essere disputate a porte chiuse. Una misura che riguarda tutti gli eventi sportivi professionistici. Ammesse le cerimonie religiose, ma nell'assoluto rispetto di precise regole di sicurezza sanitaria.
Merkel: “Giornata difficile”
"È una giornata difficile per i responsabili della politica, sappiamo che chiediamo molto", ha detto Angela Merkel in conferenza stampa a Berlino. Ha poi sottolineato di avere "bene in mente" il disagio di tanti cittadini. Nel corso dell'incontro, Merkel ha anche ribadito che "non siamo nella situazione di marzo". I negozi e le scuole resteranno aperti, ha detto, e anche le funzioni religiose: "Non abbiamo ritenuto adeguato alla situazione fermarle". Uno degli obiettivi delle nuove misure “è quello di poter seguire di nuovo le catene di contatto”, ha spiegato la cancelliera. “Siamo adesso a un punto in cui per il 75% dei contagi non è più possibile dire da dove vengano", ha ammesso. Poi ha messo in evidenza che “il ritmo del virus e della diffusione è particolarmente veloce. Viviamo una crescita esponenziale dei contagi". "Se il ritmo resta questo si potrà arrivare al sovraccarico del sistema sanitario – ha spiegato –. È assolutamente chiaro che dobbiamo agire e adesso per evitare un'emergenza sanitaria nazionale".
Casi in crescita in Germania
Le nuove misure si sono rese necessarie in Germania dopo che il Paese ha sfiorato i 15mila nuovi contagi giornalieri. È il record assoluto dall'inizio della pandemia. Stando ai dati del Robert Koch Institut, il centro epidemiologico tedesco, in 24 ore sono state registrate 14.964 nuove infezioni e 27 decessi. Ieri i casi erano 11.409, portando il numero complessivo a 449.275.
Verso 7-10 miliardi per risarcire aziende
Secondo la Bild, il governo tedesco intende compensare le perdite di fatturato provocate dalla chiusura temporanea delle aziende colpite dal lockdown con 7-10 miliardi. Si tratta di una delle misure in discussione nella riunione. Il ministro delle Finanze Olaf Scholz ha suggerito che le imprese più piccole siano compensate fino al 75% del loro fatturato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre le aziende più grandi fino al 70 per cento. Secondo Scholz si tratta, appunto, di un costo complessivo tra i 7 e i 10 miliardi.
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In Francia lockdown da venerdì
Un altro Paese europeo che torna in lockdown è la Francia. Il presidente Emmanuel Macron, dopo il fallimento del coprifuoco decretato due settimane fa, ha annunciato l’introduzione della misura su tutto il territorio nazionale a partire da venerdì e “almeno fino al primo dicembre”. Chiudono bar, ristoranti e i "negozi non essenziali". Restano aperte le scuole, gli sportelli dei servizi pubblici, le fabbriche e le aziende agricole.
Macron: necessario dare "un colpo di freno"
La stretta adottata finora contro la seconda ondata del coronavirus è stata "utile ma non sufficiente, ma ora non basta, non basta più. Il virus circola in Francia a una velocità che neanche le previsioni più pessimistiche avevano previsto", ha detto Macron aprendo il suo intervento dinanzi alla nazione. "Siamo sommersi dall'accelerazione improvvisa dell'epidemia, come ovunque in Europa", ha aggiunto, dicendo che la seconda ondata sarà "più dura e letale della prima". In Francia e in Europa "siamo sommersi" dall'accelerazione del coronavirus, ha detto ancora Macron. In questo contesto, ha aggiunto, è più che mai necessario dare "un colpo di freno". Durante il nuovo lockdown annunciato dalla Francia, comunque, le frontiere dello spazio Schengen resteranno aperte. Nel Paese contagi record: 36.437 nuovi casi di coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, 244 decessi, 2.821 ricoveri e 372 in terapia intensiva.
Francia: lockdown nazionale totale costerà 2-2,5% Pil al mese
Secondo il ministro dei Conti pubblici, Olivier Dussopt, un lockdown nazionale totale in Francia costerà dai 2 ai 2,5% punti percentuali di Pil al mese. "Quando l'attività si ferma per un mese intero, il costo è tra 2 e 2,5 punti di Pil che perdiamo. Sono più di 10 miliardi di euro di spesa per interventi e sono almeno 10 miliardi di euro di mancate entrate fiscali", ha spiegato il ministro a Radio Sud. Se si dovesse arrivare a un lockdown totale, aveva aggiunto prima dell'annuncio di Macron, il governo rafforzerebbe ulteriormente il sostegno alle aziende più colpite: "Stiamo preparando le misure che saranno necessarie per sostenere l'economia indipendentemente dalle misure prese". Ciò porterebbe il governo a peggiorare le sue previsioni economiche per il 2020: attualmente conta su una recessione del 10% e un deficit pubblico di oltre il 10,2%.
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Spagna, chiusure regionali
Chiusure sono previste anche in Spagna, ma per il momento soltanto a livello regionale. Lo stato d'emergenza varato dal premier Pedro Sanchez qualche giorno fa ha dato la libertà alle regioni di chiudere i propri confini se necessario. E così, le regioni di Madrid, Castilla-La Mancha e Castilla y León hanno deciso di chiudere i loro confini fino al 9 novembre. Lo hanno annunciato i presidenti regionali dopo un incontro ad Avila, secondo quanto riportato da El Pais.
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