Coronavirus Spagna, allerta a Barcellona: limitati gli accessi alle spiagge. FOTO
Nonostante gli ultimi dati dei contagi a livello nazionale siano leggermente in calo, resta alta la tensione in Catalogna, la regione con il quadro più preoccupante. Nel tentativo di limitare il diffondersi della nuova ondata di Covid-19, Barcellona ha deciso di ridurre del 15% l'accesso alle spiagge. Mentre il Paese fa i conti con le conseguenze economiche della crisi sanitaria: a causa della pandemia, già il 13% di bar, ristoranti e hotel spagnoli hanno chiuso per sempre
In Europa l'osservato speciale per il coronavirus rimane la Spagna. Nonostante gli ultimi dati dei contagi a livello nazionale siano leggermente in calo, resta alta la tensione in Catalogna, la regione con il quadro più preoccupante. Nel tentativo di limitare il diffondersi della nuova ondata di Covid-19, Barcellona ha deciso di ridurre del 15% l'accesso alle spiagge
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Mentre il Paese, come altri del resto, fa i conti con le conseguenze economiche della crisi sanitaria: a causa della pandemia, già il 13% di bar, ristoranti e hotel spagnoli hanno chiuso per sempre i battenti e il settore rischia di perdere tra i 900.000 e 1,1 milioni di posti di lavoro
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La Catalogna, la regione di Aragona e i Paesi Baschi sono le zone nelle quali sono stati individuati i nuovi focolai di Covid-19 nelle ultime due settimane
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Un aumento di contagi molto rapido che ha portato il Paese ad avere 27,39 casi ogni 100.00 persone rispetto agli 8,76 del 3 luglio
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"Siamo molto preoccupati", ha detto il portavoce dell'Istituto epidemiologico spagnolo, Fernando Rodriguez Artalejo. "Se i focolai in quelle regioni non saranno controllati subito e in minuziosamente ci ritroveremo in una situazione molto complicata"
Da Madrid il governo smentisce che siano in corso discussioni con altri Paesi dell'Ue circa la possibilità di chiudere i confini a causa dei nuovi focolai. Era stato il premier francese Jean Castex ad accennare qualche giorno fa all'ipotesi di blindare di nuovo la frontiera
Le autorità di Barcellona hanno deciso di limitare l'accesso alle dieci spiagge della città, per cercare di contenere la diffusione del coronavirus
La capacità dell'arenile è stata ridotta del 15%, in modo da passare da 38 mila a 32 mila persone. È stato escluso di chiudere le spiagge per "evitare l'esodo verso altri comuni”, con conseguente rischio di diffusione del Covid-19, e si è invece optato per il controllo dell'accesso per garantire le distanze ed evitare contagi
Il consigliere comunale per l'Emergenza climatica, Eloi Badia, ha consigliato di "non andare in spiaggia venerdì e il fine settimana dalle quattro alle otto del pomeriggio" quando c’è l'affluenza maggiore
Il presidente della Generalitat, Quim Torra, ha assicurato di guardare con "preoccupazione" alla situazione a Barcellona mentre ha sottolineato che ci sono segnali "positivi" a Lerida
Secondo le autorità sanitarie catalane, a Barcellona, finora sono stati registrati complessivamente 23.216 contagi, compresi i 143 riscontrati nelle ultime 24 ore (67 in meno di ieri), mentre nella regione di Lerida, che comprende le province di Segria' e Noguera, i positivi sono stati 6.299
Intanto emerge che fino ad oggi la pandemia ha provocato la chiusura - forse definitiva - di oltre 40 mila tra bar, ristoranti e hotel. Il dato è stato reso noto dall'associazione nazionale dell'industria alberghiera e del catering e rappresenta il 13% dell'intero settore in Spagna, uno dei Paesi a maggiore vocazione turistica del Vecchio Continente
Non solo: si stima che entro la fine dell'anno il numero delle strutture chiuse crescerà a 65 mila, pari al 20% del totale. "Sono dati che confermano il nostro 'worst case scenario'", ha detto Josè Luis Izel, il capo della Hosteleria de Espana, ossia la Confederazione del settore alberghiero e della ristorazione in Spagna
"Anche nelle aree del turismo più popolare, i turisti semplicemente non ci sono", ha aggiunto Izel, spiegando che per esempio alle Baleari "hanno riaperto i battenti meno della meta' dei bar e dei ristoranti". La crisi ha colpito in modo drammatico anche i distretti degli affari delle grandi città, "che a causa dello smart working sono ormai aree desertificate”
Il lavoro da casa ha praticamente azzerato la tradizione ispanica del brunch di tarda mattinata, caratterizzata da omelette e churros, così come sono quasi scomparsi i pranzi di lavoro: "E questo in una cultura in cui molti spagnoli vanno spesso a mangiare fuori, dalla mattina alla sera", insiste il capo della confederazione
Il fatturato complessivo del settore rischia di essere abbattuta del 50%. Con conseguenze drammatiche sull'occupazione: stando alle stime potrebbero andare perduti dai 900 mila agli 1,1 milioni di posti di lavoro, calcolando anche gli indotti