Ancora nessuna intesa sul Recovery Fund e il Bilancio 2021-2027. Si tratta a oltranza durante la notte. Frugali fermi sulle loro posizioni, ma la Danimarca sembra potersi staccare per accettare la proposta di Michel. Merkel: "Possibile non si raggiunga un accordo". Conte a Rutte: "Se crolla mercato Ue risponderai a europei". Orban attacca il premier olandese: "È responsabile del caos"
Prosegue senza sosta il braccio di ferro sul Recovery Fund (COS'È) dopo lo stop senza accordo nella seconda giornata di incontri. A notte ormai inoltrata, i 27 hanno interrotto la plenaria per una lunga serie di incontri separati. Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen si sono riuniti con i vari leader nel tentativo di piegare la resistenza dei Frugali e si va avanti a oltranza. Durante la cena, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte avrebbe espresso la sua posizione in modo netto: "Il mio Paese ha una sua dignità - le parole di Conte secondo le fonti europee - C'è un limite che non va superato". "Chi oggi si contrappone alla chiusura di questo negoziato e pensa di acquisire nell'immediato maggiore consenso sul piano interno deve però pensare che non solo la storia gli chiederà il conto - ha aggiunto Conte - ma che i suoi stessi cittadini, superata la reazione emotiva, si accorgeranno che quella di stasera è stata una valutazione miope, che ha portato a una decisione che ha contribuito ad affossare il mercato unico e la libertà di sognare delle nuove generazioni".
La nuova proposta di Michel
La discussione continua a ruotare attorno alla proposta di mediazione presentata da Michel. Nella nuova bozza i sussidi del Recovery Fund scendono a 400 miliardi di euro rispetto ai 450 miliardi dell'ultima proposta, mentre aumenta la quota di prestiti a 350 miliardi di euro (rispetto ai precedenti 300 miliardi). La dimensione dell'intero piano di ripresa rimarrebbe dunque di 750 miliardi di euro, ma i Paesi cosiddetti Frugali (Olanda, Svezia, Danimarca, Austria) e la Finlandia chiedono 350 miliardi e 350 miliardi. Italia, Spagna, Francia, Germania e molti altri Paesi, però, non accettono di far scendere i sussidi sotto quota 400 miliardi. Persino un incontro a 375 miliardi non sempre possibile, perché l'ipotesi scontenterebbe entrambe le parti, ferme sulle rispettive posizioni. Il fronte dei Frugali, però, si sarebbe spaccato, con la Danimarca prova ad accettare l'accordo sui 400 miliardi di sussidi. Anche la Svezia e la Finlandia avrebbero ammorbidito la loro posizione. Sarebbero invece l'olandese Mark Rutte e l'austriaco Sebastian Kurz i più intransigenti sugli aiuti. I leader dei cinque Paesi si sono riuniti in piena notte.
Michel: "Senza accordo Europa debole"
"I 27 leader responsabili nei confronti dei popoli d'Europa sono in grado di costruire unità e fiducia nell'Europa? Oppure, attraverso uno strappo, presenteremo il volto di un'Europa debole, minata dalla sfiducia?", ha chiesto Michel durante il suo intervento alla plenaria. "Ho ascoltato tutti, mostrato il massimo rispetto. Continuerò a lottare per un accordo, con lo stesso rispetto. Il mio auspicio è che giungiamo a un accordo e che Financial Times e i nostri altri giornali domani titolino che l'Ue è riuscita in una missione impossibile. Per la cancelliera tedesca Angela Merkel, però, "è ancora possibile" che non ci sia "nessun accordo". Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte traccia la sua linea rossa: no al veto di un singolo Stato sui fondi agli altri Paesi. E attacca: "L'Europa è sotto ricatto dei Paesi frugali". La riunione plenaria del Consiglio europeo è iniziata alle ore 19 dopo una giornata di consultazioni.
Conte attacca Rutte
Diversi gli incontri separati tra i Paesi del Sud e i Frugali. Durante questi vertici, Conte avrebbe attaccato Rutte: "Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguarda solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea". Il premier italiano avrebbe ribadito ai Frugali: "Voi avete dubbi perché le risorse finanziare di chi ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più". Secondo il presidente del Consiglio italiano, ci sarebbero anche resistenze sulla norma che lega gli aiuti allo stato di diritto: "Ci stiamo confrontando, ne abbiamo discusso a cena: alcuni Stati non lo accettano".
Macron perde le staffe
La tensione è rimasta alta durante tutta la plenaria. Il presidente francese Emanuel Macron avrebbe perso le staffe, battendo i pugni sul tavolo e urlando contro il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, reo di essersi allontanato per rispondere al telefono. "Vedete? Non
gli interessa, non ascolta gli altri - ha detto Macron - Ha un atteggiamento negativo". Kurz, sempre secondo le testimonianze, si sarebbe poi risentito. Il presidente francese se l'è presa anche con Rutte, accusandolo di comportarsi come David Cameron quando negoziava in vista del possibile referendum per Brexit. "Quella strategia è finita male", ha sottolineato.
Lo Stato di diritto usato per sabotare l'accordo
Secondo fonti della diplomazia europea, la condizionalità dello Stato di diritto verrebbe usata dai leader dei Paesi Frugali per tentare di spostare il focus della discussione dalla questione delle risorse del Recovery Fund e del Bilancio Ue 2021-2027. Tentativi che sono stati tutti respinti, anche con l'intervento della cancelliera tedesca Angela Merkel. La sensazione è che i leader Frugali stiano provando a far naufragare il vertice, ma per evitare di esporsi al biasimo, vogliano farlo deragliare sulla questione dello Stato di diritto, una motivazione certamente più nobile di fronte all'opinione pubblica.
Lagarde: meglio accordo su piano ambizioso che in fretta
La presidente della Bce, Christine Lagarde, parlando con Reuters ha detto che per i 27 è meglio arrivare a un accordo su un pacchetto di aiuti finanziari per il rilancio "ambizioso" piuttosto che volerlo raggiungere a tutti i costi in fretta. "L'accordo dovrebbe essere ambizioso in termini di dimensioni e composizione del piano, in linea con quanto proposto dalla Commissione. È meglio arrivare a una struttura ambiziosa in questo senso, anche se ci vuole più tempo: spero che i leader trovino l'accordo su qualcosa di ambizioso piuttosto che rapido".
approfondimento
NONONONONO
Orban contro Rutte: “È lui che ha iniziato questa faccenda”
Anche il premier ungherese Viktor Orban, che ha rinnovato il suo sostegno all'Italia con un messaggio inviato all'alleato politico Matteo Salvini, attacca il suo omologo olandese Mark Rutte: "Alcuni Paesi guidati dall'olandese vorrebbero creare un nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se l'intesa non si fa è a causa del leader olandese non a causa mia. È lui che ha iniziato questa faccenda. L'olandese è il vero responsabile per tutto il caos di ieri". "Ho prenotato l'hotel per una settimana a Bruxelles - ha aggiunto - quindi se c'è da negoziare, noi ci siamo. Non vogliamo tornare a casa senza una soluzione per l'Europa".
approfondimento
Recovery Fund: significato, cos'è e come funziona
La questione del veto
Per quanto riguarda l’Italia, Conte è fermo sul no al veto di un singolo Stato, ma il timore è che in difesa di quel veto il premier olandese Mark Rutte sia disposto a far saltare l'accordo. Il presidente del Consiglio, a notte fonda, ribadisce di non essere disposto a cedere e dichiara di essere stato "anche più intransigente della Commissione" nel difendere il suo ruolo nel verificare l'attuazione, da parte degli Stati, dei piani di riforma che daranno accesso ai miliardi del Recovery fund. Sul piano giuridico, come sostiene Conte nei colloqui con i colleghi, se anche passasse la scelta di consentire ai singoli Stati un potere di veto, sarebbe poi appellabile perché in violazione dei trattati, davanti alla Corte di giustizia europea.
Il “super freno”
Nella proposta che l'Italia ha fatto girare nel pomeriggio di ieri tra le altre delegazioni c'è la riforma del meccanismo del “super brake” (il super freno), introdotto per venire incontro alle richieste olandesi. Rutte vuole che un singolo Stato possa chiedere di fermare l'erogazione delle risorse ai Paesi che non attuino le riforme, portandolo davanti al Consiglio europeo per una valutazione. Conte propone che per bloccare l'erogazione serva una maggioranza qualificata degli Stati. Sarebbe comunque, spiegano fonti italiane, un compromesso, dal momento che è alla Commissione, non al Consiglio europeo (quindi agli Stati), che i trattati assegnano il potere esecutivo e di controllo.
Data ultima modifica