Consiglio Ue, fumata grigia nel secondo giorno di vertice. Michel cerca la mediazione

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Il presidente del Consiglio europeo dovrebbe presentare  una nuova proposta da sottoporre ai leader Ue, nel tentativo di raggiungere un compromesso sul Recovery Fund e sul bilancio 2021-2027. Intanto, la Svezia, a nome di tutti e quattro i Paesi frugali, chiede di non andare oltre i 150 miliardi di sussidi come dotazione massima. La proposta italiana: ok risorse a maggioranza qualificata

Si è chiusa con una fumata grigia la seconda giornata del vertice europeo sul Recovery Fund (COS'È) e il Bilancio Ue 2021-2027. Gli incontri tra i big europei sono stati sospesi poco dopo le 23, per riprendere alle 12 di domenica 19 luglio. Attesa per il tentativo di mediazione del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, una nuova proposta da sottoporre ai leader degli Stati membri per arrivare a un compromesso, secondo quanto trapela da fonti diplomatiche. Dopo la fumata nera di venerdì 17, nella giornata di sabato Michel aveva già presentato una proposta, e su quella si è concentrato un serrato dibattito. Intanto, la Svezia, a nome di tutti e quattro i Paesi frugali (Olanda, Austria e Danimarca), chiede di non andare oltre i 150 miliardi di sussidi come dotazione massima per il Recovery Fund. Dal canto suo, l'Italia avanza un'altra proposta, per modificare il meccanismo che può bloccare l'erogazione in fase di attuazione dei fondi: propone che le decisioni vengano prese "a maggioranza qualificata e non all'unanimità" (CORONAVIRUS: GLI AGGIORNAMENTI LIVE). "Domani dobbiamo chiudere. Rimandare questa partita non giova nessuno", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, "siamo tutti vincitori o siamo tutti sconfitti.Siamo tutti sulla stessa barca, non stiamo aiutando l'Italia ma consentendo a tutti di riparare i danni della pandemia: le economie sono integrate". 

Le discussioni sul 'super-freno di emergenza'

Le discussioni si sono concentrate su un 'super-freno di emergenza', in base al quale uno Stato membro può fare richiesta "entro tre giorni" di portare la questione "senza ritardi" al Consiglio europeo, o all'Ecofin, per "affrontare" le sue preoccupazioni "in maniera soddisfacente". La questione della condizionalità sullo Stato di diritto viene legata a un "approccio basato su prove, oggettività, non discriminazione, pari trattamento per gli Stati membri", rendendo il testo dell'accordo ancora più stringente. Contro la condizionalità sullo Stato lottano Polonia e Ungheria: entrambi i Paesi sono al centro di una procedura Ue in base all'articolo 7 .

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Il discorso di Conte: "Alcuni Paesi poco costruttivi"
 

Durante la prima fase del Consiglio, il premier Giuseppe Conte ha portato a termine "un intervento molto duro" prima della sospensione dei lavori. Conte, spiegano fonti italiane, ha attaccato "l'approccio ben poco costruttivo con cui alcuni Paesi stanno affrontando la discussione, dimostrando scarsa consapevolezza sulla crisi epocale che l'Europa sta vivendo e sulla necessità di una pronta ed efficace reazione". Inoltre, il premier avrebbe aggiunto che quella del Consiglio europeo "è una discussione spartiacque perché da domani dovrà essere affrontata in tutte le sedi europee una riforma organica della politica fiscale europea".

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Italia e Spagna critiche su "super freno d'emergenza"
 

Conte e il premier spagnolo Pedro Sanchez sarebbero poi critici sul "super freno di emergenza'" che riguarda la governance del Recovery Fund. Secondo quanto spiegano fonti diplomatiche europee, la possibilità di portare questioni che riguardano i piani nazionali sulle riforme strutturali ad una discussione al livello di Consiglio europeo lascia aperta la porta ad un voto all'unanimità e alla possibilità di esercitare il veto. Al Consiglio europe, infatti, le decisioni sono prese all'unanimità.

Merkel contro ulteriori tagli

Ma contro i Paesi frugali si sarebbe schierata anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, contraria, secondo le fonti europee, alla presentazione di una nuova proposta negoziale con

ulteriori tagli ai sussidi del Recovery Fund. In giornata, stando alle stesse fonti, si era raggiunto un accordo di base sia sulla governance del fondo di ripresa che sull'ammontare del sostegno a fondo perduto da destinare agli Stati in difficoltà. Ma dopo il compromesso,

l'Olanda e gli altri tre Paesi cosiddetti frugali (Danimarca, Svezia e Austria) avrebbero preteso ulteriori tagli. Da qui l'opposizione della cancelliera al nuovo negobox che Charles Michel si apprestava a presentare alla plenaria del Consiglio europeo.

I frugali insistono sull'unanimità

I frugali avrebbero inoltre insistito sul principio di unanimità in tutte le fasi dell'approvazione e dell'erogazione delle tranche di sussidi e prestiti nell'ambito del Recovery Fund. Il meccanismo proposto dai frugali assegnerebbe a un solo Paese il potere di bloccare l'assegnazione o addirittura l'erogazione di somme già assegnate a livello europeo nel

contesto del piano di ripresa per presunte inadempienze da parte dello Stato richiedente. Una posizione ritenuta inaccettabile dai Paesi mediterranei. Fonti diplomatiche

confermano che se i frugali continueranno a insistere sull'unanimità anche nella giornata di domani, si arriverà alla fine dei negoziati senza decisioni condivise. 

Vertice tra Italia, Germania, Francia, Spagna e Olanda prima dell'inizio lavori

In giornata, prima del rinnovo della seduta, si è tenuta anche una riunione in formato ristretto, a cui hanno partecipano Italia, Spagna, Francia, Germania e Olanda a cui hanno presenziato anche Michel e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. "Tocca all'Italia difendere la Commissione e il parlamento", hanno fatto sapere fonti italiane. La proposta avanzata ieri dal premier Giuseppe Conte prevedeva la centralità della Commissione nella verifica dei piani di riforma. Durante il meeting il premier italiano ha pubblicato una foto su Twitter scrivendo: "Momento di preparazione della sessione plenaria qui a Bruxelles. Il negoziato prosegue", riferendosi alla riunione prima dell'avvio dei lavori della seconda giornata di summit. A margine dell'incontro il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha respinto la proposta dell'Olanda sulla governance del recovery Fund: "Non vogliamo alcun meccanismo arbitrario che possa indurre gli Stati a prendere decisioni per noi" per ragioni politiche. Da quanto si apprende, al termine del Consiglio Europeo di ieri c’è stato anche un colloquio di circa un'ora tra il premier Giuseppe Conte, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron. 

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Salgono i rimborsi per Austria, Svezia e Danimarca

Secondo le prime indiscrezioni, nella nuova proposta del presidente del Consiglio europeo vengono aumentati i 'rebate', cioe' i rimborsi (meccanismo correttivo della contribuzione al Bilancio) per Svezia, Danimarca e Austria. Svezia e Danimarca ottengono

25 milioni in più rispetto alla precedente proposta, passando rispettivamente da 798 a 823 milioni, e da 197 a 222 milioni. All'Austria vanno 50 milioni in più, passando da 237 a 287 milioni. Risultano invariati invece i rebate per Germania e Olanda, rispetto alla proposta precedente di Michel.

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