
Coronavirus, dalla salute mentale alla fame: le conseguenze indirette della pandemia. FOTO
Il mondo post pandemia potrebbe ritrovarsi ad affrontare nuove difficoltà e a fare i conti con le conseguenze del Covid-19. I pericoli per la sanità, gli effetti psicologici, la recrudescenza di alcune malattie, le condizioni economiche: le conseguenze potranno anche protrarsi nel tempo e farsi sentire in futuro. Ecco i rischi indiretti della malattia

Il mondo fa già i conti con le conseguenze collaterali della pandemia di Coronavirus. Gli effetti potranno anche protrarsi nel tempo e farsi sentire in futuro. Dalla salute alla povertà e alla fame, ecco i rischi indiretti che il Pianeta si trova ad affrontare a causa del Covid-19
Coronavirus, Oms: in 10 Paesi quasi l’80% dei nuovi casi. FOTO
L'ultimo rapporto Onu sullo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo (Sofi) ha lanciato l’allarme: entro la fine del 2020 la pandemia di Covid-19 potrebbe gettare altri 130 milioni di persone in tutto il pianeta nella morsa della fame cronica
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Tra le conseguenze della pandemia anche i rischi per la salute mentale: secondo il dipartimento salute mentale dell'Organizzazione mondiale della Sanità, "l'isolamento, la paura, l'incertezza, le turbolenze economiche, tutti questi elementi causano o potrebbero causare sofferenze psicologiche"

Tutti questi fattori, secondo l’Oms, rendono probabile un aumento dei casi di malattie mentali, questione che secondo l’organizzazione i governi dovrebbero mettere "in primo piano"

L’Oms mette in evidenza diverse aree del mondo e parti di società vulnerabili al disagio mentale, inclusi bambini e giovani isolati da amici e dalla scuola, operatori sanitari in prima linea che vedono migliaia di pazienti infettati e che muoiono per il coronavirus, la paura del contagio e la perdita di familiari

I bambini sono tra le categorie messe più in pericolo dalla pandemia anche dal punto di vista sanitario. Secondo il gruppo di esperti sanitari General's independent accountability panel (IAP) for every woman, every child, every adolescent, scelti dalle Nazioni Unite, sono oltre 400mila le morti in più nel mondo tra i bambini sotto i 5 anni causate dall'interruzione dei servizi sanitari e sociali per la pandemia
Emergenza coronavirus, 400mila bambini morti in più in tutto il mondo per scarse cure
Secondo il gruppo di esperti madri, neonati, bambini e adolescenti stanno perdendo il 20% dei servizi sanitari e sociali a causa della pandemia

A preoccupare – spiegano - “è specialmente il calo nell'accesso ai vaccini salva-vita per i bambini e i servizi di salute materna per via delle chiusure e restrizioni di movimento. Le campagne vaccinali sono state fermate e gli operatori sanitari spostati dalle unità di maternità a quelle per il Covid-19”

Per le donne in gravidanza e le neomamme, si parla anche degli effetti psicologici della pandemia come vero e proprio "fattore di rischio" per la depressione legata al parto. A spiegarlo sono le "Indicazioni di un programma di intervento per la gestione dell'ansia e della depressione perinatale nell'emergenza e post-emergenza Covid", pubblicate dall'Istituto Superiore di Sanità

Diversi fattori, secondo l’Iss, hanno contribuito a generare uno “stato d'ansia e preoccupazione che può avere conseguenze gravi”. Tra questi l’Iss ha indicato il sentimento di paura del contagio e la riduzione dei contatti, come la mancanza della presenza fisica di parenti e amici

Infine, a causa delle politiche di contenimento dei contagi, l'accesso ai servizi dedicati alla salute mentale "è stato limitato alle sole urgenze, rendendo così difficile accogliere le richieste della popolazione". Dato che, anche nella fase del post-emergenza "l'accesso ai servizi continua ad essere limitato", scrive l'Iss, "è necessario ripensarne l'organizzazione"

Per i bambini, soprattutto in certe aree del mondo, c’è anche il rischio di essere maggiormente sottoposti al lavoro minorile. Lo dicono l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) e l’Unicef in una nota pubblicata di recente. Milioni di bambini rischiano di essere spinti al lavoro minorile dalla crisi da Covid-19 e "questo potrebbe portare all'aumento del lavoro minorile dopo 20 anni di progressi compiuti per eliminare tale fenomeno", ammoniscono

"La pandemia ha prodotto effetti catastrofici sui redditi delle famiglie. Senza misure di sostegno, molte famiglie potrebbero dover ricorrere al lavoro minorile", sottolinea l’Ilo. L'impatto della crisi sanitaria potrebbe infatti portare a un aumento della povertà e quindi a un aumento del lavoro minorile, poiché le famiglie utilizzano tutti i mezzi disponibili per sopravvivere

Secondo uno studio italiano pubblicato sulla rivista European Journal of clinical nutrition (Gruppo Nature) e condotto da ricercatori dell'Università Modena e Reggio Emilia, i cardiologi dovrebbero prepararsi “ad affrontare il probabile aumento dell'obesità che seguirà alla pandemia" e gli Stati a "intraprendere un'obbligatoria azione globale a sostegno di una dieta sana e di un'attività fisica per incoraggiare le persone a tornare a corretti stili di vita"

La quarantena necessaria a ridurre la circolazione del virus, infatti, ha comportato "ridotta attività fisica e dieta malsana, con effetti a lungo termine sulle malattie cardiovascolari", spiegano i ricercatori italiani

Non è da trascurare inoltre l’impatto della pandemia su chi è stato in prima linea: gli operatori sanitari. Il primo studio italiano su vasta scala per valutare l'impatto del Covid-19 sulla salute mentale degli operatori sanitari, condotto dall'Università dell'Aquila in collaborazione con l'Università di Roma Tor Vergata e pubblicata sulla rivista Jama network open, ha rilevato "in circa il 50% dei casi, sintomi post-traumatici legati a stress, depressione, ansia e insonnia"

"Abbiamo esaminato anche le caratteristiche del lavoro degli operatori, cioè se erano in prima o seconda linea” ha spiegato uno degli autori dello studio, “scoprendo chiare associazioni tra i sintomi e il fatto di lavorare in prima linea”. Viene anche sottolineato che lo stress post traumatico si manifesta subito, ma ha anche un'onda lunga, e quindi è una situazione da monitorare con attenzione

Tra le conseguenze della pandemia, anche quelle “collaterali” sulla sanità. In Italia, il coronavirus ha rallentato le cure degli infarti, ha rilevato una ricerca della Società Italiana di Cardiologia (SIC) in 54 ospedali italiani. Sempre secondo la Sic, in Italia durante l’emergenza è triplicata la mortalità per infarto

Carmen Spaccarotella, coautrice dello studio, sostiene che l'aumento è "dovuto nella maggior parte dei casi a un infarto non trattato o trattato tardivamente”

Molto delicata la situazione anche per le cure oncologiche, tra interventi rimandati, visite e accertamenti arretrati e da smaltire, screening e follow up bloccati o al rallentatore

I pazienti oncologici inoltre si sono visti interrompere le visite durante l'emergenza. Secondo un sondaggio promosso da un gruppo di associazioni il 36% dei pazienti ha lamentato la sospensione di esami e visite di follow-up. Un paziente su 5 ha segnalato la sospensione degli esami diagnostici, mentre solo un 3% riferisce lo stop delle cure

Secondo l'Associazione italiana di oncologia medica sono state ridotte del 52% le nuove diagnosi di cancro, ritardati il 64% degli interventi chirurgici e le visite sono diminuite del 57%

Il mondo post pandemia, inoltre, potrebbe ritrovarsi ad affrontare nuove difficoltà anche per la recrudescenza di altre malattie. Secondo uno studio pubblicato da Lancet global health dell'Imperial college di Londra, a causa della pandemia nei prossimi anni le morti per Hiv, malaria e tubercolosi nel mondo sono destinate ad aumentare

I ricercatori londinesi hanno stimato l'impatto sia in termini di limitazioni ai programmi di routine di intervento che di sovraccarico per i sistemi sanitari. In alcuni Paesi a basso e medio reddito, afferma lo studio, le morti per Hiv nei prossimi cinque anni aumenteranno del 10%, quelle per tubercolosi del 20% e quelle per malaria del 36%