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Referendum costituzionale Russia, dopo 20 anni Putin potrebbe scegliere di 'raddoppiare'

Mondo

Chiara Piotto

©Getty

Il Paese si appresta a confermare alcune modifiche alla Costituzione che consentiranno al presidente di accettare altri due mandati consecutivi. Ma la sua popolarità - che risente di una gestione incerta dell'emergenza coronavirus e di un'economia in forte difficoltà - non è mai stata così bassa

Il karate, le escursioni e la pesca, le frasi muscolari scambiate con i presidenti degli Stati Uniti. L’aneddotica su Vladimir Putin rafforza la figura del presidente fin dalle umili origini a San Pietroburgo, dove sembra che sia diventato forte nelle arti marziali per difendersi dagli attacchi dei bulli di strada. Lavorare nell’intelligence sarebbe stato un suo sogno fin da bambino, ed eccolo infatti percorrere una lunga carriera nel che ghe be, poi ef es be, fino all’arrivo in politica con il benestare di Boris Yeltsin.

La politica estera di Putin

L’epoca putiniana è iniziata allo scoccare del 2000 e non si è mai interrotta, nonostante la formale alternanza con il ruolo di primo ministro mentre alla presidenza c’era Dmitrij Medvedev dal 2008 al 2012. Sono stati vent’anni dominati da una politica estera volta a rendere la Russia una potenza ben più che “regionale”, come aveva osato definirla Barack Obama. Sotto Putin il Paese ha affrontato le guerre in Cecenia, l’annessione della Crimea, la lotta nell’est ucraino; è stata sua la scelta di sostenere Assad in Siria e quella di stringere i rapporti commerciali con la vicina Cina, dando le spalle agli Stati Uniti. Legati a lui anche dossier diplomatici scottanti, come l’inchiesta sul Russiagate e l’omicidio Litvinenko. Fatti che mostrano al mondo l’immagine di una Russia anti-democratica, feroce con gli oppositori, nemica dei diritti civili, autoritaria. 

Putin parata Russia 2004
Putin a una parata nel 2004 - ©Getty

Un grande Paese lacerato dalle disuguaglianze

Su una forte politica estera Putin ha costruito gran parte del suo successo agli occhi russi. Ma sul fronte interno il Paese non si trova più ricco, dopo vent’anni: ancora lacerato da grandi disparità economiche, esasperato dalle riforme che hanno innalzato l’età pensionabile, resta dipendente dall’esportazione di gas e petrolio, fragile di fronte – più che alle sanzioni internazionali - al calo dei prezzi al barile di questi ultimi mesi.

La pandemia in Russia

L’emergenza coronavirus è esplosa come una bomba anche su Mosca. La gestione sanitaria, lasciata in mano alle regioni, ha certificato oltre 600mila casi e 9mila morti. La comunicazione del presidente, isolato fuori città per sicurezza, è stata valutata indecisa. I grandi appuntamenti in calendario che avrebbero dovuto unire il Paese - come la Parata con i reduci della Seconda guerra mondiale – sono stati rimandati.

Il successore di Putin

Sullo sfondo, nei corridoi del Cremlino, già prima di marzo si discuteva di chi avrebbe preso il posto di Putin. Ma in questo ventennio un successore non è mai stato all’orizzonte. Al governo ad affiancare il presidente come primo ministro si trova non un delfino ma un tecnocrate, l’ingegnere informatico Michail Mishustin.

riforma costituzionale russia

La riforma costituzionale

Il referendum costituzionale, senza quorum, è stato fatto durare sette giorni, dal 25 giugno al 1 luglio, per limitare gli assembramenti. L'affluenza ad oggi, ultimo giorno di voto reso festivo per massimizzare la partecipazione, ha raggiunto il 55,22%. Alle urne di Mosca si è recato lo stesso presidente, senza mascherina. Ed è così che Putin, a 67 anni, ottiene grazie a un emendamento di azzerare i suoi quattro mandati e di mantenere - se vorrà - la presidenza fino a compierne 83, ovvero dal 2024 in avanti per altri due mandati da sei anni ciascuno.

La riforma costituzionale modifica altri aspetti fondamentali nella gestione nel Paese: più potere al presidente rispetto al primo ministro, i giudici della Corte Costituzionale ridotti da 19 a 11, la preminenza dell'interesse nazionale su quello internazionale. E ancora, il compito di "mantenere l'ordine pubblico e l'armonia nel Paese" che spetterà proprio al presidente e due novità ritenute "populiste", ovvero il salario minimo pari o al di sopra del costo della vita e l'indicizzazione delle pensioni non meno di una volta l'anno. 

Questione di popolarità

Nonostante gli exit poll diano per scontato un'ampia vittoria del "sì" al referendum, però, la popolarità di Putin non è mai stata così bassa, resa incerta dalla gestione opaca della pandemia che ha invertito le priorità per i cittadini. A maggio era al 59% secondo un sondaggio del centro studi indipendente Lavada, dieci punti in meno rispetto a febbraio. Cosa significhi per il futuro del longevo presidente, però, è tutto da vedere.

Putin al voto per il referendum costituzionale 2020
Putin al voto per il referendum costituzionale 2020 - ©Getty

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