La Duma, camera bassa del Parlamento russo, ha approvato l'emendamento Tereshkova che propone di eliminare il limite del mandato presidenziale dalla Costituzione, permettendo così al presidente di presentarsi alle elezioni dopo il 2024
Lo zar di Russia potrebbe restare in carica fino al 2036. Il presidente Vladimir Putin, a sorpresa ma forse nemmeno troppo, è intervenuto alla Duma e si è detto disponibile a continuare con un nuovo mandato al Cremlino dopo la scadenza nel 2024, qualora lo approvasse la Corte costituzionale. Con un colpo di spugna, dunque, il presidente potrebbe restare in carica ancora e ancora.
La riforma costituzionale
Ad aprire la partita è stato l'emendamento approvato dal Parlamento, con 380 voti a favore e 43 contrari, presentato dalla deputata Valentina Tereshkova, prima cosmonauta nella storia. L'emendamento specifica che il limite dei due mandati presidenziali "non impedisce alla persona che ha ricoperto o ricopre la carica di presidente della Federazione Russa, al momento dell'entrata in vigore della modifica, di partecipare come candidato alle elezioni presidenziali". Immediata la replica di Putin, esempio di fine gioco politico. Il presidente ha prima respinto la proposta, affermando che “la Russia ha esaurito la sua quota di rivoluzioni” e aggiungendo che “lo sviluppo deve seguire una logica evolutiva e il presidente deve essere il garante della Costituzione". Poi, però, mostrando la sua indiscussa abilità, ha concesso la sua disponibilità a continuare a sedere sullo scranno più alto della Federazione a patto che il Parlamento "decida di approvare l’emendamento” e se sia "la Corte Costituzionale" che "il popolo russo", il giorno del voto nazionale, diano luce verde.
Fine al limiti dei due mandati
Alla fine, la Duma ha optato per il reset, ovvero non applicare il limite ai due mandati consecutivi previsto oggi dalla Costituzione a chi ha ricoperto la carica sinora. Ovvero Putin. "Vedremo cosa accadrà dopo il 2024", ha non a caso concluso lo zar, restando sul vago.
Lo zar di Russia
L'unica persona ad aver esercitato due mandati presidenziali è Putin, dal momento che Dmitrij Medvedev ha ricoperto la carica solo per un mandato (2008-2012). L'iter della riforma costituzionale prevede ora una terza lettura alla Duma, il passaggio al Senato, l'approvazione da parte dei consigli regionali, la firma presidenziale e, a sigillo, il voto nazionale (ancora si evita il termine referendum) previsto per il 22 aprile, benché la data non sia ancora ufficiale. Si tratta di pure formalità, sostengono in molti. L’esito dunque appare scontato.