Strage Love Parade 2010, il tribunale di Duisburg archivia il processo senza condanne

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Nella tragedia morirono 21 persone, tra cui un'italiana. Gli ultimi tre imputati, responsabili della società che promuoveva l'evento, erano accusati di omicidio. Tra le motivazioni, l'impossibilità di chiudere entro i termini della prescrizione a causa del coronavirus

Il tribunale di Duisburg ha archiviato senza condanne il processo sulla strage avvenuta durante il festival Love Parade del 2010, nella quale morirono 21 persone, fra cui l'italiana Giulia Minola, e altre 650 rimasero ferite. Il processo si chiude dunque senza una condanna anche per gli ultimi tre imputati, fra i responsabili della Lovepavent che promuoveva l'evento, accusati di omicidio e lesioni colpose. Ai tre venivano contestati inoltre gravi errori nella programmazione del Love Parade. Per altri sei dipendenti del Comune di Duisburg e per un altro dipendente della Lovepavent il processo era stato archiviato oltre un anno fa.

Impossibilità di chiudere prima della prescrizione per il coronavirus

Agli inizi di aprile, il tribunale di Duisburg aveva chiesto alla procura l'archiviazione anche per gli ultimi tre imputati, motivando la decisione, fra l'altro, con la circostanza che a causa delle restrizioni per il coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTALO SPECIALE), non si sarebbe riusciti a chiudere il processo entro i termini della prescrizione che sarebbe scattata a fine luglio. La procura e gli imputati si sono detti d'accordo. Forte la delusione dei parenti delle vittime, che hanno protestato contro l'archiviazione del processo come parti civili.

Cos'era il Love Parade

Il Love Parade era un grande festival nato a Berlino nel 1989: richiamava giovani di tutto il mondo a ballare per strada, e si era tenuto anche in altre città, non solo in Germania. Dopo il disastro di Duisburg, il 24 luglio 2010, non c'è stata nessuna altra edizione.

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