Papa Francesco invoca Santa Caterina da Siena e chiede “unità dell’Europa”

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Nella messa a Casa S.Marta, il Pontefice ha citato la santa patrona d’Europa e pregato per l'unità dell'Ue, perché “tutti insieme possiamo andare avanti come fratelli”. Ieri ha lanciato il suo richiamo a "prudenza e obbedienza" alle misure per arginare il coronavirus

Papa Francesco, nella sua consueta messa mattutina a Casa Santa Marta, ha rivolto un’invocazione a Santa Caterina da Siena, “dottore della Chiesa e patrona d’Europa” e ha pregato per “l'Europa, per l'unità dell'Europa, per l'unità dell'Unione Europea, perché tutti insieme possiamo andare avanti come fratelli". Ieri, invece, il Pontefice ha lanciato il suo richiamo alla "prudenza e all'obbedienza" alle disposizioni perché la pandemia di coronavirus non torni (AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). Intanto si sta valutando la possibilità di far svolgere in Italia le messe all'aperto già dall'11 maggio, venendo incontro alle richieste della Cei.

Papa: S.Caterina protegga Italia ed Europa in questa pandemia 

Anche al termine dell'udienza generale, nel saluto ai fedeli, il Papa ha ricordato: "Oggi celebriamo la festa di Santa Caterina da Siena, compatrona d'Italia e d'Europa. Il suo esempio aiuti ciascuno a saper unire, con coerenza cristiana, un intenso amore alla Chiesa ad una efficace sollecitudine in favore della comunità civile, specialmente in questo tempo di prova", ha aggiunto il Pontefice". "Chiedo a Santa Caterina che protegga l'Italia durante questa pandemia, e protegga l'Europa, perché è patrona d'Europa: protegga tutta l'Europa, perché rimanga unita".

Papa invoca unità Europa

Il Papa nell’omelia mattutina ha aggiunto che "se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è con noi, perché tutti abbiamo peccato, tutti siamo peccatori: e qui c'è una cosa che ci può ingannare, dire: 'tutti siamo peccatori' come se si dicesse 'buongiorno, buona giornata', una cosa abituale, anche una cosa sociale. E così non abbiamo una vera coscienza del peccato”. Poi si è soffermato sulla “concretezza dei piccoli. E' bello ascoltare i piccoli quando vengono a confessarsi: non dicono cose strane, dicono cose concrete, e alle volte troppo concrete, perché hanno quella semplicità che dà Dio ai piccoli. Anche noi dobbiamo essere semplici, concreti” (LO SPECIALE SU PAPA FRANCESCO - LA PREGHIERA CONTRO LA PANDEMIA - LA PREGHIERA PER INSEGNANTI E STUDENTI).

La lettera del fedele

"Ieri - ha raccontato Francesco - ho ricevuto una lettera di un ragazzo da Caravaggio, si chiama Andrea, mi raccontava cose sue ma le lettere dei ragazzi sono bellissime per la concretezza, e mi diceva che aveva sentito la messa per televisione e doveva rimproverarmi una cosa. Che io dico 'la pace sia con voi', e tu non puoi dire questo perché con la pandemia noi non possiamo toccarci. La libertà di dire le cose come sono".

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