Il reverendo Paolo Glaentzer, ex parroco a Calenzano, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Prato, il 5 marzo 2019, per abusi su una bambina di 10 anni
Dimissione dallo stato clericale per il reverendo Paolo Glaentzer, ex parroco a Calenzano, condannato a 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Prato, il 5 marzo 2019, per abusi su una bambina di 10 anni. È questa la decisione presa da Papa Francesco, come riferisce l'Arcidiocesi di Firenze.
Glaentzer e gli abusi sulla bambina di 10 anni
Paolo Glaentzer era stato sacerdote incardinato nella Diocesi Suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto e già amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Rufignano a Sommaia. Era stato arrestato il 23 luglio 2018, dopo essere stato sorpreso da un passante mentre, una sera, era in macchina con la bambina. L'uomo aveva anche rischiato il linciaggio. Non era la prima volta, per sua stessa ammissione, che il prete di 71 anni aveva contatti con la piccola, figlia di una coppia a cui dava assistenza.
Il processo
Oltre alla condanna, con il rito abbreviato, il gup di Prato aveva previsto anche una provvisionale per il risarcimento danni in favore della piccola pari a 50.000 euro e una serie di pene accessorie, tutte volte a proibire eventuali contatti con minori: dalla possibilità di insegnare a quella di avvicinarsi a luoghi di aggregazione giovanili. Era stato annunciato anche che sarebbe stato avviato un processo canonico contro Glaentzer, iniziativa che ha portato alla decisione di fargli deporre l'abito da prete. Durante il procedimento il prelato si era difeso spiegando che i suoi "erano solo gesti d'affetto" e che non credeva che la bambina "fosse così piccola". Il suo legale aveva chiesto per lui una perizia psichiatrica, adombrando il sospetto che il prete potesse essere incapace di intendere e di volere. Il giudice non aveva però accolto la richiesta. La parrocchia dove prestava servizio Glaentzer fa parte della diocesi di Firenze che si era costituita parte civile al processo. Una decisione, questa che è stata presa per la prima volta in Italia, come aveva spiegato l'avvocato della curia toscana.