Sudesh Amman, 20 anni, ha accoltellato due persone prima di essere ucciso dalla polizia. Una terza ferita da un vetro andato in frantumi per i colpi sparati dagli agenti. Il giovane era stato già condannato per terrorismo e scarcerato in anticipo. L'Isis rivendica
Torna la paura a Londra per un attacco definito da Scotland Yard "un atto di terrorismo legato al radicalismo islamico". Nel pomeriggio di ieri, 2 febbraio, un giovane di 20 anni, Sudesh Amman, ha aggredito con un'arma da taglio diverse persone ferendone due, prima di essere ucciso dagli agenti in borghese, a Streatham, periferia sud della capitale britannica (FOTO). Un'altra persona è rimasta ferita, ha spiegato Scotland Yard, da un vetro andato in frantumi per i colpi sparati dalla polizia. L’attentatore era armato con un coltellaccio o un machete e indossava un falso gilet esplosivo. Era un sorvegliato speciale da poco rimesso in libertà anticipata, dopo aver scontato metà della pena per reati legati al terrorismo. Il 3 febbraio l'Isis ha detto di essere responsabile per gli accoltellamenti di Londra. La rivendicazione è arrivata su un organo di propaganda dello Stato Islamico. Intanto i tre feriti non sarebbero in pericolo di vita, riporta la Bbc. L'episodio è stato seguito a poche ore di distanza da un attacco molto simile a Gand, in Belgio, dove ad accoltellare due passanti è stata una donna.
L’aggressore era pedinato, intervento quasi immediato della polizia
L’attacco è avvenuto in una zona affollata, lungo Streatham High Street, la strada dei negozi del quartiere. Tutto si è consumato in pochi minuti, verso le 14 locali, le 15 in Italia, e l'intervento della polizia è stato quasi istantaneo secondo quanto raccontato dai testimoni. L'aggressore era pedinato: sottoposto "a sorveglianza attiva", hanno confermato gli investigatori. Il giovane, esattamente come Usman Khan, l’attentatore di London Bridge, era stato già condannato a tre anni e quattro mesi di prigione per reati di terrorismo – possesso e distribuzione di materiale estremista, riporta il Guardian -, ma era stato scarcerato dopo aver scontato solo metà della pena per il sistema di benefici automatici della giustizia britannica. Sistema contro cui nei giorni dell'attacco di London Bridge il premier conservatore Boris Johnson aveva polemizzato, promettendo un giro di vite sulle pene in vista del quale è stato in seguito presentato dal governo un progetto di legge da approvare in Parlamento.
La ricostruzione dei fatti
Stando alle prime ricostruzioni, Suddesh Amman ha accoltellato due persone all'interno di un negozio, poi ne ha prese di mira altre - una in bicicletta - all'esterno, prima di vedersi sbarrato il passo da due agenti, mostrati da alcuni video amatoriali con felpe e cappucci. Gli agenti dopo avergli intimato l'altolà hanno sparato per il timore del presunto gilet-bomba, poi rivelatosi una messa in scena. L'intera area dell'attacco, invasa in pochi minuti da pattuglie delle forze dell'ordine e mezzi di soccorso, è stata transennata ed è rimasta isolata fino a sera.
La paura del quartiere
Le persone che hanno assistito alla scena hanno riferito di momenti di paura collettiva, di passanti barricati nei negozi o invitati dagli agenti a restare stesi per terra, mentre una delle vittime, una donna insanguinata, invocava aiuto lungo il marciapiede. Uno studente 19enne della zona ha detto di aver notato l'uomo uscire da una farmacia della catena Boots, dove si era scatenata la sua furia iniziale, "con un machete in mano e contenitori metallici attorno al petto, inseguito da poliziotti in borghese". I testimoni hanno parlato di un'azione "tempestiva" degli agenti e dell'arrivo delle ambulanze qualche minuto più tardi. Il premier Boris Johnson ha elogiato forze dell'ordine e soccorritori e ha espresso solidarietà alle vittime. Come il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, il quale ha puntato il dito sui terroristi che - ha dichiarato - vorrebbero "dividerci e distruggere il nostro modo di vivere. Ma non ci riusciranno mai".
Tre mesi fa l'attentato al London Bridge
L’attacco di Streatham avviene tre mesi dopo l'attacco pressoché identico di London Bridge, nel cuore della capitale britannica, il 29 novembre: quando un ex simpatizzante di Al Qaida, Usman Khan, già condannato per jihadismo e rimesso in libertà anticipatamente, aveva ucciso due giovani ricercatori di Cambridge e ferito altre persone a margine di un evento dedicato al recupero dei carcerati, prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia al culmine di in un raid rivendicato a posteriori dall'Isis.