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Elezioni Usa 2020, al via le primarie del Partito Democratico. Cosa c'è da sapere

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Da oggi, e per i successivi 5 mesi, gli elettori democratici di ciascuno Stato esprimeranno la propria preferenza per chi dovrà sfidare Donald Trump alle presidenziali del 3 novembre. Il nome del vincitore sarà ufficializzato alla convention nazionale di luglio

Prende oggi il via la stagione delle primarie del Partito Democratico statunitense, un percorso che porterà a scegliere chi sfiderà Donald Trump il prossimo 3 novembre alle elezioni presidenziali 2020. Da qui alla metà di luglio gli elettori democratici di tutti i 50 Stati (e dei territori dipendenti, come Porto Rico) avranno la possibilità di votare per il candidato prediletto tra quelli in lizza. Il nome del prescelto sarà ufficializzato durante la convention nazionale democratica, in programma dal 13 al 16 luglio a Milwaukee, in Wisconsin. Le attenzioni sono tutte rivolte alle primarie democratiche poiché quelle repubblicane, data la ricandidatura di Trump, sono una pura formalità, tanto che in alcuni Stati sono state cancellate in segno di supporto al presidente uscente (negli Stati rimanenti, contro Trump corrono l’ex governatore del Massachusets William Weld e l’ex deputato Joe Walsh). (COME FUNZIONANO LE PRIMARIE USA - L'ULTIMO DIBATTITO TRA I CANDIDATI DEM)

Come si vota

Le primarie, sia quelle democratiche sia quelle repubblicane, non sono gestite dai partiti ma sono normate da leggi statali. Per questo motivo ogni Stato ha delle sue specifiche regole - per esempio sulla modalità di voto o su chi può votare - e fissa in autonomia la data della consultazione. Anche per questo, mentre in alcuni Stati si svolgono le primarie propriamente dette, con gli elettori che si recano ai seggi per esprimere il proprio voto di preferenza per iscritto e in segreto, in altri Stati la modalità adottata è quella del caucus, sorta di assemblee di partito più informali delle primarie. Come per le elezioni presidenziali, inoltre, anche le primarie sono strutturate come un voto indiretto: ciò significa che gli elettori democratici non sceglieranno direttamente il candidato che poi correrà contro Trump il prossimo 3 novembre, ma eleggeranno dei delegati che a loro volta nel corso della convention nazionale di luglio voteranno per il candidato che ha vinto nel proprio Stato.

Le tappe

Il primo Stato ad andare al voto per le primarie democratiche è l’Iowa, dove i caucus si terranno il 3 febbraio. Il cosiddetto “Super Tuesday”, cioè il giorno in cui vanno al voto la maggior parte degli Stati, cade invece il 3 marzo, quando gli elettori di 15 Stati si recheranno alle urne (compresi California e Texas, tra i più popolosi). Le votazioni proseguiranno fino al 6 giugno, quando sarà la volta delle Isole Vergini Americane. Poi si attenderà la convention nazionale di Milwaukee per conoscere il nome di chi cercherà di strappare la Casa Bianca a Trump.

I candidati

Nel corso dei mesi che hanno preceduto le primarie sono stati diversi i personaggi che hanno deciso di ritirarsi dalla corsa, dal deputato Beto O'Rourke a Kamala Harris, la prima asio-americana a essere eletta al Senato. Al 31 gennaio i candidati principali, cioè quelli che compariranno sulle schede elettorali in almeno 15 Stati, sono 11. I quattro dati come favoriti sono l’ex vicepresidente statunitense Joe Biden, l’ex sindaco di South Bend, Indiana, Pete Buttigieg, il senatore Bernie Sanders e la senatrice Elizabeth Warren. In corsa, ma con meno probabilità di ottenere la nomination secondo i sondaggi, c'è anche il miliardario ed ex sindaco di New York, Michael Bloomberg.

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