La direttrice della Scuola Etica e Sicurezza ha parlato di come le informazioni sull’epidemia in Cina possano provocare angosce: “Rimanere sulla verità. Informarsi su siti che verificano le notizie oppure su quelli dell'Oms, del Ministero della Salute e della Farnesina”
L’argomento Coronavirus è tra i più dibattuti del momento a livello internazionale (GLI AGGIORNAMENTI - VERITÀ E BUFALE - MAPPA). Reperire informazioni corrette e precise, però, non è sempre facile ed è frequente imbattersi, soprattutto online, nelle classiche bufale. A parlarne a Sky TG24 è stata la professoressa Paola Guerra, direttrice della Scuola internazionale Etica e Sicurezza che ha dato alcuni suggerimenti su come informarsi per evitare angosce e inutili allarmismi: "L’obiettivo - sottolinea - è rimanere fermi sulla verità" (DAL PRIMO CASO AI CONTAGI: LE TAPPE - VIRUS CINA: INCUBAZIONE, SINTOMI E COME SI TRASMETTE - I MEDICI EROI).
“È normale che il rischio di un’epidemia faccia paura”
Secondo la professoressa Guerra, “di fronte ad un’epidemia o comunque ad un rischio epidemiologico così importante è normale che si scatenino le paure delle persone, come possono essere la paura della peste o del colera. Per cui - prosegue - ciascuno nel proprio cervello più limbico quando non ha informazioni chiare di fatto inizia ad immaginare gli scenari più catastrofici”. Ed è per questa ragione che “se non si hanno notizie affidabili, tempestive e chiare dalle fonti di informazione, il cervello umano, a cui non piace l’incertezza, e neppure i dati statistici perché non li comprende, va a cercare le informazioni. Ma se queste non sono attendibili verranno comunque considerate tali”.
Ecco dove e come informarsi correttamente
Dove vanno prese dunque queste informazioni? Secondo la professoressa Guerra, “innanzitutto dai siti che fanno un’analisi delle fonti già preventivamente affidabili”. Nel caso del Coronavirus, "si può far riferimento all’Organizzazione mondiale della Sanità che aggiorna quotidianamente sul proprio sito la situazione del Coronavirus. Altra fonte attendibile è il Ministero della Salute, il cui sito ha dedicato una pagina al Coronavirus con delle indicazioni molto operative. Infine c’è il sito, ma anche l’app, della Farnesina che danno una valutazione di rischio sull’area geografica ma consentono anche di scaricare un report molto chiaro e semplice con i consigli del nostro Ministero”.
Come devono agire le aziende?
Alla domanda su cosa deve fare un dipendente di un’azienda che fa affari con la Cina, la professoressa Guerra è chiara: “Innanzitutto l’azienda diventa un’altra fonte che deve darmi informazioni chiare. C’è l’obbligo di valutare i rischi e di informare e formare tutti i dipendenti sulla sicurezza nei viaggi all’estero. In questo momento dunque è consigliabile non viaggiare nella regione Hubei e andare a monitorare i consigli della Farnesina anche in altre aree come Pechino o Shanghai".
Servono le mascherine?
Infine il tema mascherine, ormai introvabili in Cina: “Sono l’esempio della percezione del pericolo: dove la paura percepita è alta, c’è il rischio che diventi angoscia e quindi panico individuale o di massa. Da qui la corsa alla mascherina che è certamente un trattamento importante. È sicuramente un tema, ma non è l’unico tema”. (MASCHERINE: AUMENTATA LA PRODUZIONE - QUALI FUNZIONANO MEGLIO)