Tensione altissima. Le forze dell'esercito nazionale arabo libico avanzano, il governo riconosciuto dall'Onu chiede di rinviare la missione diplomatica europea. Colloquio Conte-Merkel. Guterres: "Fermare escalation". Onu: attacco Accademia forse da Paese pro Haftar
Le forze del generale libico Khalifa Haftar hanno preso il controllo di Sirte. Lo ha annunciato il portavoce dello stesso Haftar. "L'Esercito nazionale arabo libico (Lna) annuncia ufficialmente la liberazione e la bonifica della città di Sirte dal terrorismo e dai criminali", ha detto Ahmed al-Mismari, il portavoce delle forze di cui Haftar è comandante generale, in una conferenza stampa trasmessa su Facebook. "Sirte era il covo del terrorismo, dell'Isis e di al-Qaida e dei criminali che vi si radunavano" attaccando "giacimenti di petrolio", ha sostenuto Mismari. L'annuncio arriva nel giorno in cui il governo di Tripoli riconosciuto dall'Onu e guidato dal premier Fayez al-Sarraj ha chiesto alla delegazione Ue un rinvio della missione nella capitale libica, prevista per il 7 gennaio. Vertice però che è saltato, come spiegato da una portavoce dell'alto rappresentante Ue Joseph Borrell che ha negato l'ipotesi di una missione in Libia.
Il controllo dell'aerorporto
Le forze del generale Khalifa Haftar avrebbero preso oltre alla città anche l'aeroporto di Sirte. Lo riferisce un tweet di al-Hadatah, la tv di sole notizie di al-Arabiya. Sirte era controllata dalle milizie che sostengono il governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj dalla metà del 2016, dopo la cacciata dei jihadisti dell'Isis completata a dicembre di quell'anno anche grazie a raid aerei statunitensi. Situata circa 450 km a est di Tripoli, Sirte fra l'altro è un importante porto ed è la città natale del dittatore libico Muammar Gheddafi, ucciso nel 2011.
La situazione in Libia
La situazione nel Paese è sempre più tesa. Il ministro degli Esteri di Tripoli Siala ha esortato la Corte penale internazionale a prendere ogni misura necessaria per indagare proprio sul crimine del bombardamento del collegio militare di Tripoli e trascinare in tribunale i suoi autori. Anche se le forze di Haftar hanno negato di esserne gli autori, attribuendo l'attentato a terroristi di Al Qaeda e Isis. Ma gli scontri continuano con il presidente turco Erdogan che, sulla base del voto del parlamento di Ankara del 2 gennaio scorso, ha inviato soldati turchi in Libia, a sostegno del governo di al-Sarraj, "per garantire un cessate il fuoco, non per combattere".
Onu: situazione "particolarmente difficile"
Intanto, l'inviato speciale dell'Onu, Ghassan Salamé, ha definito la situazione nel Paese "particolarmente difficile in questo momento". "Confesso che è desolante", ha aggiunto dopo le consultazioni a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza. Poi ha citato l'attacco all'Accademia militare a Tripoli, compiuto probabilmente - ha detto - da "un Paese che supporta l'Esercito Nazionale Libico (Lna)" di Haftar. "Quello che chiedo a questi Paesi è chiaro: state fuori dalla Libia, ci sono abbastanza armi e mercenari, basta inviare armi e mercenari. Fermate tutti i tipi di interferenza straniera", ha spiegato. E ancora: "Non c'è una soluzione militare in Libia, so che sembra un cliché dell'Onu ma in questo caso non lo è". Un appello è arrivato anche dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres: "Sono in costante contatto con i leader mondiali e il mio messaggio è semplice e chiaro: fermare l'escalation, esercitare la massima moderazione, far ripartire il dialogo, rinnovare la cooperazione internazionale".
Salta la missione diplomatica europea
La missione diplomatica europea - guidata dall'Alto rappresentante dell'Ue Borrell e con i ministri degli Esteri italiano, francese, tedesco e britannico -, avrebbe dovuto approdare nel Paese nordafricano per tentare di ottenere un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui tra le due fazioni in conflitto, il governo di al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar. Ma "la situazione in completa evoluzione su diversi fronti, dalla Libia all'Iran e all'Iraq - hanno spiegato fonti europee -, non permette per il momento di fare nessuna programmazione sull'agenda dei prossimi giorni di Borrell".
Colloquio Conte-Merkel, si cerca soluzione politica
Se la missione europea in Libia è saltata, i leader comunque interloquiscono sulle crisi aperte non solo in Nord Africa, ma anche in Medio Oriente. Palazzo Chigi fa sapere che si è svolta una lunga conversazione al telefono tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel "nel corso della quale sono stati esaminati in modo approfondito i dossier relativi alla Libia e all'Iran/Iraq. Sulla Libia è stata ribadita la necessità di elevare al massimo la pressione diplomatica per promuovere quella soluzione politica che si vorrebbe affrontare nel corso della programmata Conferenza di Berlino". Inoltre, aggiunge Palazzo Chigi, "è stata confermata l'esigenza di uno stretto raccordo europeo e di un costante coordinamento sia a livello di Ministri, sia di Capi di Stato e di Governo".