Nell’impossibilità di formare il nuovo governo, il leader centrista di Blu-Bianco ha rimesso il mandato al presidente Reuven Rivlin: “Non sono riuscito a rompere il blocco pur avendo rigirato ogni pietra"
Benny Gantz ha rinunciato al mandato di formare il nuovo governo. E lo ha fatto qualche ora prima della scadenza del termine entro il quale sarebbe dovuto arrivare a un accordo per scongiurare un ritorno alle urne.
L'attacco al premier Benyamin Netanyahu
Il leader centrista di Blu-Bianco ha rimesso il proprio mandato al Presidente Reuven Rivlin attaccando il premier Benyamin Netanyahu autore di "un muro" invalicabile. Israele dunque si prepara a nuove elezioni, le terze in meno di un anno. L’ex capo di Stato maggiore non è riuscito a mettere in piedi una coalizione che abbia il sostegno di 61 dei 120 deputati della Knesset, il Parlamento. Aveva vinto l’ultima consultazione politica, quella di settembre, conquistando 33 parlamentari contro i 32 del Likud, il partito di centro-destra del primo ministro in carica Benjamin Netanyahu.
Gantz: "Il popolo ha scelto me"
"Netanyahu - ha attaccato Gantz - conduce una campagna di odio e incitamento, il cui scopo è di giustificare che lui si abbarbichi al governo di transizione contro la volontà dell'elettore". E ancora: “Il popolo ha scelto me e i miei compagni di Blu-Bianco per guidare Israele. Nessuno ha il diritto di impedire al popolo di concretizzare la propria scelta". Infine l’attacco diretto: "Tu - ha continuato rivolgendosi a Netanyahu - ci stai conducendo in strade pericolose che avranno un pesante prezzo storico. E tu sei responsabile di questo. Israele ha bisogno di una leadership con visione".
Cosa succede adesso
A due giorni dall'annuncio di Trump sulla legalità per gli Usa degli insediamenti israeliani in Cisgiordania che ha rafforzato la posizione di Netanyahu ma che è stata attaccata oggi sia dalla Santa Sede sia dall'Onu (entrambi schierati decisamente sulla soluzione a 2 stati), Israele si ritrova in una clamorosa impasse politica. La legge prevede che il Parlamento abbia ora tre settimane di tempo per tentare di coagulare uno schieramento forte di almeno 61 deputati. In caso di fallimento comincerebbe una campagna elettorale di 90 giorni.