L'intesa raggiunta grazie alla mediazione egiziana dopo l'ultimo attacco israeliano che ha provocato la morte di una famiglia di 6 persone. L'escalation era iniziata due giorni fa dopo l'uccisione di Baha Abu al-Ata, capo militare della jihad islamica palestinese
Un fragile accordo di cessate il fuoco è entrato in vigore fra Israele e le fazioni armate palestinesi, dopo due giorni di combattimenti che hanno ucciso almeno 34 persone nella striscia di Gaza. L'accordo arriva dopo l'ennesimo raid che stanotte ha portato all'uccisione di sei membri di una famiglia palestinese, secondo quanto diramato dal ministero della Salute di Gaza. All'alba sono stati inoltre estratti altri due corpi delle macerie portando il bilancio dell’escalation a 34 morti. Tra le vittime ci sono 16 miliziani e almeno una donna e tre minori.
Per Israele capo della famiglia uccisa "responsabile del lancio di razzi"
La radio al-Aqsa di Hamas riferisce che tra le vittime dell’ultimo attacco ci sono genitori e figli. Testimoni nella città di Deir al-Balah affermano di aver sentito due esplosioni, seguite dal suono delle sirene delle ambulanze. La radio militare israeliana sostiene invece ch Ramsi Abu Malhus, 45 anni, il capo della famiglia rimasta uccisa, era il comandante dei lanciatori di razzi della Jihad islamica nel settore centrale della Striscia di Gaza. "Negli ultimi giorni, come in passato, aveva partecipato attivamente ai lanci di razzi verso Israele", ha aggiunto l'emittente.
Cessate il fuoco raggiunto con la mediazione egiziana
L'accordo di cessate il fuoco è entrato in vigore alle 5.30 ora locale (4.30 in Italia) nella Striscia di Gaza, come confermato dalla Jihad islamica. Questo "accordo di cessate il fuoco è il risultato degli sforzi dell'Egitto" ed è stato approvato da "fazioni palestinesi tra cui la Jihad islamica", ha affermato un alto funzionario egiziano. L'intesa prevede anche che le fazioni palestinesi debbano garantire di "mantenere la pace" durante le proteste contro il blocco israeliano a Gaza e il ritorno dei rifugiati palestinesi nelle loro terre. Da parte sua, Israele deve fermare i suoi raid e "assicurare un cessate il fuoco" durante queste manifestazioni della "marcia del ritorno" che finora hanno causato oltre 300 morti e migliaia di feriti nella Striscia di Gaza.
L'escalation dopo l'uccisione di un comandante della jihad islamica
L'escalation è iniziata due giorni fa all'alba con un'operazione mirata per l'uccisione di Baha Abu al-Ata, un alto comandante della Jihad islamica ritenuto da Israele responsabile per una serie di recenti attacchi contro lo Stato ebraico. Sulla scia di questo attacco, la Jihad islamica ha lanciato oltre 360 missili su Israele, che da parte sua ha moltiplicato gli attacchi aerei contro le posizioni del gruppo islamista armato a Gaza, enclave dove vivono oggi circa due milioni di palestinesi. Nelle zone israeliane vicino a Gaza, le sirene anti-razzi risuonano da martedì. Nel raggio di 40 chilometri da Gaza, i servizi pubblici sono rimasti fermi anche mercoledì. Un razzo ha danneggiato una casa, un altro una fabbrica e un altro ancora è caduto su un'autostrada, passando a pochi metri di distanza da alcune auto in cosa.