Clima, Trump notifica il ritiro degli Usa dall'accordo di Parigi

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Il capo di Stato francese Macron esprime "rammarico" per la scelta americana e con il presidente cinese Xi firmerà un documento congiunto sulla espressa "irreversibilità" del patto sul clima del 2017 

Gli Stati Uniti hanno presentato formalmente la documentazione per ritirarsi dall'accordo di Parigi sul clima. "Abbiamo scelto di seguire un modello realistico e pragmatico che mostra come l'innovazione e i mercati aperti portano a una maggiore prosperità, minori emissioni e fonti di energia più sicure": ad affermarlo è il segretario di Stato americano, Mike Pompeo. Dati alla mano, l'amministrazione Trump, parla di "emissioni di inquinanti atmosferici, che hanno impatto sulla salute e sull'ambiente, scese del 74% fra il 1970 e il 2018 e di emissioni di gas serra calate del 13%". (SPECIALE RISCALDAMENTO GLOBALE)

Intesa Francia-Cina

I presidenti francese Emmanuel Macron e quello cinese Xi Jinping firmeranno nelle prossime ore a Pechino un documento congiunto sulla espressa "irreversibilità" del patto sul clima di Parigi del 2017. Parlando ai giornalisti al seguito di Macron in visita di Stato in Cina, un funzionario dell'Eliseo ha espresso il "rammarico" della Presidenza francese per la mossa americana e la necessità, a questo punto, della partnership sino-francese sul clima e la biodiversità. "Dobbiamo migliorare i nostri impegni sulla riduzione delle emissioni - ha annunciato Macron - e dobbiamo confermare nuovi impegni per il 2030 e il 2050" 

Processo lungo un anno

Con la notifica all'Onu da parte dell'amministrazione di Donald Trump, è scattato l'iter formale per l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo sul clima di Parigi: si tratta del primo atto di un processo che durerà un anno e che si concluderà il 4 novembre del 2020, ovvero il giorno successivo all'Election Day, quando il tycoon cercherà di conquistare un secondo mandato. Trump aveva promesso in campagna elettorale, nel 2016, l'uscita di Washington dall'accordo di Parigi ma i termini dell'intesa sottoscritta del dicembre del 2015 dal predecessore Barack Obama e altri 195 paesi prevedono quasi quattro anni di procedura per l'uscita. Gli Stati Uniti, insieme a Cina e India, si erano impegnati a ridurre le emissioni del 26% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025. "L'approccio Usa tiene conto della realtà del mix energetico globale ed utilizza tutte le risorse energetiche e le tecnologie in modo pulito ed efficiente, compresi i carburanti fossili, l'energia nucleare e l'energia rinnovabile", ha osservato il segretario di Stato Pompeo.

L'obiettivo dell'accordo di Parigi

Il patto stipulato nella capitale francese il 12 dicembre 2015 tra gli stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite ha come traguardo quello di limitare l'aumento delle temperature entro i due gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali: un target considerato vitale dagli scienziati per evitare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. Era stato Obama ad insistere sulla necessità di rendere non vincolanti e flessibili gli obiettivi, lasciando alle singole nazioni la libertà di definire i propri standard notificandoli all'Onu.

 

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