Il deal raggiunto questa mattina dopo settimane di trattative: ora dovrà essere votato da Consiglio Europeo, dal Parlamento britannico e dal parlamento Europeo. Il presidente della Commissione Juncker: "Felice per l'accordo, ma triste per l'Ue"
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Vertice Pse con Corbyn, serve soluzione accettabile
Dopo quasi tre anni di tira e molla l'accordo sulla Brexit tra l'Unione europea ed il Regno Unito è stato raggiunto (TUTTE LE TAPPE DELL'ADDIO DI LONDRA ALL'UE- LE FOTO DEL DIVORZIO) e i 27 leader dell'Ue hanno dato il loro endorsement all'intesa (VIDEO: IL CAPO NEGOZIATORE MICHEL BARNIER ANNUNCIA L'ACCORDO). Ora tocca a Westminster, sabato, decidere se approvare a sua volta questo deal: il premier britannico Boris Johnson si è detto “fiducioso”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel parlano d doverosa prudenza. I conti nel parlamento inglese infatti non tornano: contro potrebbero votare gli unionisti del Dup, oltre che Corbyn e LibDem oltre che il leader del Brexit Party Nigel Farage.
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I numeri per l'ok a Westminster
Al premier Boris Johnson servono 320 voti e, dato che il suo Governo non ha la maggioranza, deve poter contare sui parlamentari indipendenti e di altri partiti. Anche se sulla scia di questo nuovo slancio Johnson sembra aver rimesso insieme i cocci del partito Tory, riportando nella sua orbita i 21 conservatori schierati contro un'uscita dalla Ue senza accordo, i numeri sono stretti, ed il pollice verso annunciato dagli unionisti nordirlandesi del Dup, una delle gambe su cui si regge il governo conservatore, non è di buon auspicio. Nonostante l'inviso backstop (il sistema individuato dal vecchio accordo con May per evitare il ritorno di una frontiera fisica tra le due Irlande) sia stato sostituito con "soluzioni alternative", le "riserve" degli unionisti sono rimaste.
Johnson, fiducioso voto Parlamento; non ci sono ragioni per altro rinvio
"Sono molto fiducioso che quando i miei collegi in Parlamento studieranno l'accordo, vorranno votare a favore sabato e nei giorni successivi". Lo ha detto il premier britannico, Boris Johnson, parlando in conferenza stampa al termine della sessione Brexit del Vertice europeo. "Questi tre anni e mezzo non sono stati un'esperienza facile per il Regno Unito. E' stato lungo, doloroso, divisivo. Ora è il momento per il paese di unirsi. E' il momento per i nostri parlamentari di unirsi e realizzare la Brexit, non ci sono ragioni per altri rinvii".
L'annuncio del deal da parte del commissario Barnier
Tusk: se ci sarà richiesta di estensione, consulterò gli Stati su come intendono reagire
Il presidente della Commissione Ue Juncker: L'accordo preserva la pace e la stabilità in Irlanda
Il presidente del Consiglio Ue Tusk: la porta dell'Ue è sempre aperta
"Se il Regno un giorno vorrà tornare, la nostra porta è sempre aperta", ha detto il presidente del Consiglio Ue Tusk, parlando al termine della storica giornata in cui è stato trovato l'accordo per l'uscita del regno dall'Unione. "Lavoriamo per la ratifica, adesso la palla passa al Parlamento britannico", ha aggiunto.
Il presidente del Consiglio Ue Tusk: l'accordo evita il caos
Ottimismo da parte del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, secondo il quale l'accordo per la Brexit - sempre se riceverà dopodomani l'ok del Parlamento britannico - potrà entrare in vigore la 1 novembre. Per Tusk "la nuova versione dell'accordo permette di evitare il caos, fornisce delle certezze ai cittadini, conserva l'integrità del mercato unico". Ma, ha aggiunto il presidente del Consiglio Ue, "oggi sono triste, io resterò sempre un remainer".
Vertice Pse con Corbyn, serve soluzione accettabile
"Il Consiglio europeo deve parlare oggi con una sola voce" e deve trovare per la Brexit "una soluzione accettabile". Lo rende noto il Pse, al termine del vertice odierno prima del Consiglio Europeo, al quale hanno partecipato il laburista britannico Corbyn, i premier di Albania, Nord Macedonia, Portogallo, Svezia, Danimarca, Finlandia, Slovacchia e Malta. Per l'Italia presenti David Sassoli, Federica Mogherini e Paolo Gentiloni.
L'impatto sulla sterlina britannica
Giornata sulle montagne russe per la sterlina dopo l'accordo tra Londra e Bruxelles sulla Brexit. Dopo aver toccato i massimi di giornata a 1,2990 dollari dopo l'annuncio dell'intesa la valuta britannica è scesa sotto quota 1,28, a 1,2799, sul biglietto verde per la paura che Boris Johnson non ce la faccia a far passare in Parlamento la bozza di accordo. Al momento la valuta britannica viene scambiata a 1,2841 dollari e a 1,155 euro.
Boris Johnson accolto con strette di mani al Consiglio Ue
Accordo Brexit, euro chiude in rialzo su dollaro
Dopo l'accordo sulla Brexit, chiusura in rialzo per l'euro sul dollaro. La moneta unica passa di mano a 1,1111 dollari e a 120,77 yen. Dollaro/yen stabile a 108,69.
Ministro Amendola: "Garanzie assicurate per italiani residenti in Uk"
"Raggiunto il Brexit Deal. L'Italia ha sempre sostenuto e incoraggiato un accordo per una mediazione con il Regno Unito sui principi e gli interessi dell'Ue. Garanzie assicurate per i cittadini italiani residenti in UK, tutela per l'export e le imprese italiane". Lo scrive il ministro per gli Affari Europei Enzo Amendola su Twitter.
Conte e Juncker al Consiglio europeo
Bruxelles: colloquio tra Pedro Sanchez, Emmanuel Macron, David Sassoli e Donald Tusk
Macron su Twitter: accordo su Brexit buona notizia
Juncker e Barnier al consiglio europeo dopo l'annuncio della Brexit
Governo Uk perde prima votazione in Parlamento su procedura voto di sabato
Il governo britannico ha perso la prima votazione in Parlamento sulla procedura da tenere nella sessione di sabato, in cui e' all'ordine del giorno la ratifica dell'accordo raggiunto sulla Brexit. La sconfitta, fa notare il Guardian, permetterebbe ai parlamentari di disinnescare la 'falla' nel Benn Act, che il primo ministro Boris Johnson avrebbe potuto usare per attuare un'uscita dalla Ue senza accordo, vietata invece dalla stessa legge.