Vaticano, si è dimesso Domenico Giani capo della Gendarmeria

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Domenico Giani (archivio LaPresse)

Il numero uno della Gendarmeria vaticana ha consegnato la lettera con cui rimette il suo incarico a Bergoglio, in attesa di una decisione definitiva del pontefice

Il capo della Gendarmeria di Stato del Vaticano, Domenico Giani, ha consegnato la propria lettera di dimissioni a Papa Francesco. L'uomo che per 20 anni ha servito la Chiesa, sovrintendendo alla sicurezza dei pontefici, si avvia a chiudere la propria carriera, uscendo di scena dopo l'esplosione del caso legato alla fuoriuscita dal Vaticano del provvedimento segnaletico con foto, nomi e cognomi di cinque impiegati sospettati dai magistrati della Santa Sede. L'accusa per loro è di comportamenti scorretti e di irregolarità finanziarie, ma i diretti interessanti non risultano ancora formalmente indagati.

Il caso

L'avviso trapelato dalle mura del Vaticano avrebbe innescato una vera e propria gogna mediatica a carico di cinque persone che non sanno ancora nemmeno quali siano i presunti reati a loro carico. Dato che il documento portava la firma di Giani, Papa Francesco ha chiesto spiegazioni al diretto interessato. Questa fuga di notizie è il culmine del presunto (e chiacchierato) scontro tra Ior e Segreteria di Stato, nato attorno alla gestione dell'Obolo di San Pietro. Il dissidio è scoppiato dopo la perquisizione negli uffici della Prima Sezione nel palazzo apostolico.

Chi è Domenico Giani

Domenico Giani è approdato al Vaticano dopo aver lavorato da funzionario nei servizi segreti italiani. Alla fine del pontificato di Giovanni Paolo II (1978-2005) arrivò al vertice dell'organo della Gendarmeria, come vice di Cibin. Ha attraversato tutto il pontificato di Benedetto XVI ed era in carica durante i casi Vatileaks 1 e Vatileaks 2. È considerato da molti il vero "angelo custode" di Papa Francesco, dato che è la persona fisicamente più vicina al pontefice. Tra le sue mansioni, c'è anche quella della preparazione dei piani di sicurezza di tutti i viaggi del Pontefice. Tra questi si ricorda la recente trasferta nella Repubblica Centrafricana, dove anche i servizi segreti francesi avevano sconsigliato l'approdo.

Tensioni attorno a Giani

L'incidente della fuoriuscita dell'ordinanza con foto segnaletiche è solo la punta di un iceberg di tensioni. Attorno alla figura di Giani c'erano già malumori. La diffusione dell'ordinanza - inoltre - ha poi colpito anche una personalità molto stimata e finora insospettabile come monsignor Mauro Carlino, attuale capo dell'Ufficio Informazione e Documentazione e per anni segretario personale del cardinale Angelo Becciu, prefetto per le Cause dei Santi ed ex sostituto della Segreteria di Stato. Come riferisce l'Ansa, in Vaticano "si respira un clima da resa dei conti". Sintomo di questa atmosfera è anche la cacciata repentina del revisore generale, Libero Milone. A questo hanno fatto seguito le evoluzioni recenti delle denunce contro gli investimenti esteri milionari dell'Obolo di San Pietro, investigazione della quale non si conoscono ancora i capi d'accusa.

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