Hong Kong, 241 arresti nel weekend: 77 fermi per aver violato divieto d’indossare maschere

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Tra i fermati 170 uomini e 71 donne, tra i 12 e i 54 anni. La governatrice Lam non esclude un intervento militare cinese se la situazione peggiorasse. Ma aggiunge: “Dovremmo da soli trovare le soluzioni”. Tv statale cinese Cctv sospende trasmissione delle partite di Nba

Nel corso del weekend lungo dal 4 al 7 ottobre, la polizia di Hong Kong ha arrestato 241 persone: si tratta di 170 uomini e 71 donne, di età compresa tra i 12 e i 54 anni. Le accuse per i fermati variano dall'adesione a manifestazioni illegali al possesso d'armi esplosive e all'uso delle mascherine, bandite da sabato negli eventi pubblici (FOTO). In particolare, sono 77 le persone arrestate per aver violato il divieto sulle maschere. Secondo la polizia, poi, sono oltre 200 i negozi e servizi pubblici danneggiati nei disordini. Intanto, in città continuano le proteste - partite circa quattro mesi fa, a giugno, dalla contestata legge sulle estradizioni in Cina (poi ritirata) - a favore di riforme democratiche (I MOTIVI). La governatrice Carrie Lam non ha escluso la possibilità di un intervento militare cinese se la situazione non dovesse migliorare.

Lam: “Nessuna opzione può essere esclusa”

Lam, in una conferenza stampa, ha risposto a una domanda su quale sia il livello di disordine per poter chiedere aiuto a Pechino al fine di riportare la calma a Hong Kong. “Sento fortemente che dovremmo da soli trovare le soluzioni ed è questa anche la posizione del governo centrale. Ma se la situazione dovesse diventare pessima, allora nessuna opzione può essere esclusa se vogliamo che Hong Kong abbia almeno un'altra chance”, ha detto la governatrice. Riguardo all'intervento cinese, ha sottolineato che è previsto dalla Costituzione dell'ex colonia britannica, la Basic Law, ma non ha spiegato a quali condizioni ne farebbe eventualmente ricorso.

Proteste non sono più "movimento pacifico per la democrazia"

Lam ha anche invitato i critici stranieri ad accettare la realtà: le violenti proteste di Hong Kong, ha detto, non sono più "un movimento pacifico per la democrazia". Lam ha parlato anche della nuova legge che vieta di indossare le mascherine a eventi e manifestazioni: ha detto che "è troppo presto" per dire se l'iniziativa abbia raggiunto il suo l'obiettivo oppure no. "Sono sicura che anche voi concorderete che ogni nuova politica o legge abbia bisogno di tempo per essere effettivamente applicata", ha dichiarato. Chi viola il divieto rischia fino a un anno di carcere e la multa di 25mila dollari di Hong Kong (circa 3.200 dollari Usa).

La tv statale cinese sospende trasmissione partite Nba

Intanto, la tv statale cinese Cctv ha sospeso la trasmissione delle partite della Nba. Una decisione presa dopo la bufera scatenata dal tweet di Daryl Morey, numero uno dei Rockets di Houston, a sostegno delle proteste pro-democrazia di Hong Kong. Il manager dei Rockets, una delle squadre di basket più popolari in Cina anche perché ci giocava la star Yao Ming, ha postato un'immagine bloccata nel Paese asiatico con le parole "Combattere per la libertà, siamo con Hong Kong". Il post è stato cancellato in fretta ma ha provocato molte critiche in Cina. Il governo di Pechino ha ufficialmente condannato e definito "sbagliato" il sostegno espresso da Morey. L'associazione del basket cinese ha sospeso tutte le partnership con i Rockets. La Cina rappresenta il mercato a maggiore crescita per il business della popolare lega del basket americano, tanto che l’Nba è subito corsa ai ripari per cercare di limitare i danni. Prendendo le distanze da Morey, ha diffuso un comunicato in inglese e in cinese: nel primo si dice "dispiaciuta" che i fan cinesi siano rimasti offese dalle parole; in quello in cinese i toni appaiono più duri, con la Nba che si dice "profondamente delusa dal commento non appropriato" che ha "senza dubbio" ferito i fan cinesi.

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